Beppe Calabretta, Claudio Arpaia e Rossana Giorgi Consorti alla Buica di S. Antonio per presentare il libro 'All'ombra di Narciso' alla Buca di Sant'Antonio. Giuliano Pacini: "La cultura si sposa con la buona cucina"

03/11/2010 12:35

Beppe Calabretta vive a Lucca da quarant'anni e scrive libri di racconti e romanzi. L'ultimo, All'ombra di Narciso, edito da Bonaccorso, è stato presentato questa mattina alla Buca di Sant'Antonio prima di essere presentato, ufficialmente, in Provincia il 6 novembre alle 17. All'evento di sabato pomeriggio ci saranno, nella Sala di Rappresentanza di Palazzo Ducale, il presidente Stefano Baccelli, il professor Luciano Luciani, la professoressa Rossana Giorgi Consorti, il dottor Claudio Arpaia. Letture di Sandra Tedeschi. Giuliano Pacini, Corrado e Lucia Pacini, la moglie Adriana, tutti presenti per assistere alla illustrazione del libro di Calabretta, vecchio amico e cliente della Buca di Sant'Antonio. "Molti - ha esordito lo scrittore calabrese - mi domandano perché questo libro presentato in un ristorante sia pure così famoso come la Buca. Semplice. Nello scrivere il libro ho inserito un passaggio in cui il protagonista, il commissario Bruno Carcade, viene a cena proprio alla Buca. Dirò di più. Nel romanzo, ambientato a Lucca, Giuliano e Adriana Pacini sono gli unici personaggi veri perché tutto il resto è frutto di fantasia. Ovviamente, prima di usarli, ho chiesto il loro permess, gentilmente accordato. La storia? Vede il commissario alle prese con due morti che, dopo un po', diventeranno altrettanti omicidi. Ho conosciuto solo un mese fa il dottor Claudio Arpaia, fino a qualche tempo fa dirigente della questura e proprio con lui ho voluto confrontarm,i per vedere quanto il mio racconto rispecchiava, in un certo senso, la realtà. Ho voluto chiamare a presentare il libro un amico conosciutissimo a Lucca, Luciano Luciani, mio mentore e secondo lettore, dopo mia moglie, di ogni mio libro. Poi un'autrice di gialli come Rossana Giorgi Consorti, quindi il dottor Arpaia. Invitando quest'ultimo ho oluto capire il punto di vista di chi ha fatto, nella realtà, il mestiere investigativo".

La parola è, poi, passata a Rossana Giiorgi Consorti: "Ho letto il libro - ha detto - e mi è piaciuto moltissimo. Devo dire che se non mi fosse piaciuto non avrei accettato di presentarlo, anche perché, lo ammetto, si tratta di un compito che mi mette un po' di paura, avendo io sempre parlaop dei miei libri, ma mai presentato quelli degli altri. Si tratta di un romanzo tradizionale nella sua struttura, moderno nel linguaggio. L'autore ha scelto il tempo presente per la narrazione oltre a non mettere in evidenza il dialogo. Scelte, indubbiamente, notevoli e coraggiose. Ha anche utilizzato un linguaggio molto giovanile, ma che, a differenza degli autori giovani, non cade mai nella volgarità anche quando parla di sesso e di violenza, non ci sono, salvo rare occasioni, parolacce. E' un lavoro pulito, dove si confondono amore, sangue ed erotismo, ma non soltanto".

"Credo che la cultura e la buona cucina possano andare d'accordo - ha aggiunto Giuliano Pacini - anzi, che siano due termini assolutamente complementari e imprescindibili. Il nostro è un locale storico che, per le festività natalizie, ama regalare ai propri amici un libro che, seppur parla di cucina e turismo, in realtà presenta gli argomenti sotto una luce più estesa. Per di più, in questo libro di Calabretta l'autore parla di noi e del nostro ristorante, come si poteva non presentarlo? Queste iniziative andranno avanti anche nei prossimi mesi, così come procede, sempre, la mostra permanente di quotidiani storici e di documenti relativi all'impresa di D'Annunzio a Fiume, di cui quest'anno ricorre il novantesimo anniversario".

Aldo Grandi