Intervista di Alice Baccini ad Aldo Grandi sul nuovo quotidiano on line di prossima uscita www.lagazzettadilucca.it
26/12/2010 17:40
Quando e in che contesto nasce l’idea di dare vita ad un quotidiano on-line?
"Nella primavera del 2007, con l'amico e collega Fabrizio Vincenti, decidemmo di dare vita a un notiziario-quotidiano on line dedicato alla Lucchese e, così, ci inventammo www.gazzettalucchese.it che, all'epoca, ricordo ancora, esordì con 500-600 contatti quotidiani. Lo facemmo perché ci sembrava un modo come un altro per creare insieme un'iniziativa svincolata da ogni controllo e, allo stesso tempo, vedere se anche sotto il profilo commerciale, viste le spese, avrebbe potuto costituire un investimento sia pure minimo. In realtà, da allora, siamo riusciti a coprire soltanto, e non è poco, tutte le spese, tasse incluse. Poi, quest'anno, mi è venuto in mente che sarebbe stato interessante e stimolante affiancare al primo anche un fratello gemello, un quotidiano che si occupasse di tutto ciò che non era e non è universo rossonero, www.lagazzettadilucca.it appunto. Questo tipo di impegno, ovviamente, richiede un investimento maggiore, ma, sempre, rappresenta l'occasione, unica davvero, di poter fare un giornale senza dover rendere conto a nessuno se non a chi lo gestisce.
Fino al 2007 il 51,1 per cento degli italiani leggeva il quotidiano almeno tre volte a settimana, oggi la percentuale è scesa al 34,5 per cento. La volontà di creare un giornale on-line cavalca queste stime decisamente sfavorevoli all’informazione cartacea?
"Non mi sono posto il problema, nel senso che quando scrivo un libro o inizio un'avventura, questa deve, innanzitutto, essere il frutto di una mia esigenza interiore ed emotiva, di uno stimolo a mettermi alla prova e, ovviamente, a cercare di far sì che diventi anche un'attività, per quel che può valere e significare, remunerativa. La gente non legge più i quotidiani, ma la colpa è anche dei troppi giornali a costo zero che, soprattutto nelle grandi città, vengono distribuiti gratuitamente. Serbatoi per gli stessi editori di pubblicità, con costi ridotti all'osso e, quindi, con un'attenzione alla professionalità pari o comunque vicina allo zero. C'è anche da dire che le leggi-bavaglio che governi di sinistra e di destra hanno messo all'informazione, hanno reso senz'altro meno appetibile acquistare un quotidiano per poi trovarci scritti solo resoconti privi di nomi e cognomi per cui le notizie potrebbero essere state tranquillamente inventate. La legge sulla privacy, legge bipartizan, è stato il peggior danno che si potesse arrecare al giornalismo italiano".
Il Tirreno, La Nazione, Il Nuovo Corriere di Lucca, Lo schermo. Tra cartaceo e web le testate lucchesi non sono poche. Come si inserisce La Gazzetta di Lucca nel tessuto dell’informazione locale e in cosa si differenzia dagli altri giornali?
"Con molta umiltà, ma anche con altrettanta consapevolezza delle proprie aspirazioni. Non si va mai più in là di quando non sai dove miri. E' una massima di Goethe che faccio volentieri mia. Ecco, parto e partiamo senza sapere dove andremo, ma importante, ora, è dare inizio al viaggio. Non siamo né ci sentiamo in concorrenza con le testate lucchesi né con altri siti web. Non ha senso, a mio avviso, fornire un prodotto uguale in tutto e per tutto agli altri. Le racconto un aneddoto: i clienti di una banca, spesso, decidono di cambiare istituto di credito in seguito al trasferimento di un direttore o di qualche dipendente nel quale riponevano fiducia e con cui avevano instaurato un rapporto umano di fiducia e reciproca simpatia. I vertici bancari, questo, non sembrano afferrarlo, presi come sono dalle logiche dei numeri dei costi e dei ricavi. Ecco, così come sono convinto che la banca la fanno le persone e non i banchieri, così credo che il giornale è, soprattutto, chi lo fa e chi ci scrive. Così ho pensato di fare una scommessa su me stesso e sul mio modo di concepire il fare cronaca e non solo. Anticipazioni? Nessuna. Sicuramente l'obiettivo principale è farci conoscere e rompere le scatole, in sostanza lanciare quanti più sassi possibile, ovviamente con abilità e parsimonia, nello stagno della società lucchese".
Quali sono, se ci sono, le relazioni tra questo nuovo quotidiano on-line e la Gazzetta Lucchese?
"Dire di... fratellanza. Figli, entrambi, della stessa famiglia, viaggeranno paralleli senza incontrarsi mai salvo, ma sarà deciso di volta in volta, qualche rara eccezione in cui si intersecheranno tra loro. Anche a livello pubblicitario ci saranno delle differenzazioni nelle tariffe e negli spazi. Un mio vecchio maestro di giornalismo e grande storico, Ruggero Zangrandi, soleva dire che un giornale senza pubblicità è come un negozio la cui vetrina non ha articoli esposti. Concordo pienamente. La pubblicità rappresenta, da un lato, la capacità di raccogliere contributi dall'altro la disponibilità a concederli scommettendo su una persona".
Per ogni lettore la scelta di un quotidiano dipende da molteplici fattori. Possono incidere l’abitudine a comprare il giornale che si è sempre visto in casa, l’orientamento politico, l’impostazione del giornale stesso. Perché, dunque, si dovrebbe scegliere la Gazzetta di Lucca?
"Le rispondo con un altro aneddoto. Ci sono quotidiani nei quali un solo articolo, se scritto bene e in grado di trasmettere qualcosa, vale il costo del giornale. Tutto ciò è sempre più raro perché si mira di più al contenimento dei costi e alla omogeneizzazione delle competenze e delle professionalità piuttosto che all'incoraggiamento delle medesime. Ebbene, quanto all'aneddoto, eccolo: alcuni anni fa avevo dato una piccola casa a Picciorana a una cara amica per un breve periodo. In essa avevo lasciato la mia biblioteca, poco meno di un migliaio di volumi in gran parte di saggistica, ma anche di narrativa. Ebbene, un giorno questa ragazza invitò degli amici a casa la sera e, per passare il tempo, presero a cercare di indovinare a quale orientamento politico appartenesse il proprietario della libreria. Non ci riuscirono e, alla fine, dovettero desistere. Questo è stato il più bel complimento ricevuto. Infatti, conservavo le opere complete di Marx e di tutto il socialismo utopistico e scientifico dell'Ottocento insieme agli scritti e ai discorsi di Benito Mussolini, al Mein Kamf di Hitler e a numerosi libri sulla lotta armata e via dicendo. In sostanza una vera e propria collezione niente male. Purtroppo viviamo da sempre in un'epoca in cui etichettare le persone è uno sport diffusissimo. L'ideale sarebbe riuscirci anche con la Gazzetta di Lucca".
I dati del Censis dichiarano che i principali fruitori di Internet come mezzo di informazione sono giovani e con un grado di istruzione alto. A che tipologia di pubblico si rivolge questo quotidiano?
"Ai lucchesi di ogni dove, vicini e lontani, al di là e al di qua dell'oceano senza distinzione di età, sesso, censo, idee politiche e religiose. Si rivolge, in realtà, a tutti quelli che amano leggere qualcosa di non assimilabile al resto, ma, in particolare a chi ama coloro i quali prendono sempre posizione mettendoci la faccia con tanto di nome e cognome".
Come sarà strutturata la Gazzetta di Lucca? Oltre alle pagine di cronaca e politica ci saranno rubriche speciali?
"Sicuramente, ma il tutto è ancora in fase di determinazione. Ovviamente, visto che amiamo il senso della misura e la consapevolezza dei nostri limiti, ci sarà solo la figura del direttore responsabile e, per il resto, saranno tutti collaboratori. Le qualifiche, poi, non hanno senso in realtà così piccole e localistiche".
Come sono stati reperiti e quali sono i finanziamenti per la Gazzetta di Lucca?
"Un paio di settimane fa, in piazza Grande, ho incontrato il presidente della Provincia Baccelli. Ci siamo fermati a scambiare poche chiacchiere e l'ho invitato alla seconda cena di presentazione del giornale, cena che si terrà il 18 gennaio alle 20,15 all'Antica Locanda dell'Angelo. Ho aggiunto che era ospite gradito, ma al quale, nella sua veste istituzionale, non avremmo mai chiesto soldi. Ha risposto, sorpreso, che, quindi, si trattava di un invito disinteressato. Esatto. Proprio così. Noi non avremo né chiederemo soldi da e a istituzioni pubbliche (Comune, Provincia, Camera di Commercio) o società a capitale in maggioranza pubblico. I nostri finanziamenti arriveranno, direttamente, dalla pubblicità che noi stessi saremo capaci di raccogliere. La Gazzetta di Lucca, così come il gemello Gazzetta Lucchese, non sono ministeri, ma iniziative che hanno l'obiettivo di resistere sul mercato solo e soltanto se in grado di produrre un minimo di redditività. La professionalità qualunque essa sia, su un campo di calcio o nel panorama editoriale, in un sistema democratico, liberale e liberista, ha un costo e un prezzo. Costo anche come fatica a formarsi e ad esserlo, professionale, mentre ovunque, in questa società omogeneizzata, tutti si improvvisano tutto, cani e porci compresi. Il dilettantismo non fa per noi né ci interessa. Aggiungo, ovviamente, che i lettori potranno accedere gratuitamente ai contenuti del nuovo quotidiano on line".
Lei è un giornalista e uno scrittore affermato. Come mai ha deciso di intraprendere questa nuova avventura sul web?
"Sarebbe troppo lungo da spiegare. Per 21 anni sono stato redattore al quotidiano La Nazione, per cinque ho collaborato assiduamente al Corriere della Sera al quale, ad un certo punto, sarei potuto approdare, il sogno, diciamolo pure, di ogni giornalista che ami il proprio lavoro. Poi, per una scelta di vita, ho preferito restare a Lucca e, a essere onesto, non me ne sono pentito. Ho pubblicato e pubblico libri per le maggiori case editrici nazionali (mi manca solo Feltrinelli ormai!), per cui la visibilità che cercavo, in parte, l'ho ottenuta così. Adesso, evidentemente, sono diventato un provinciale anche io, voglio cominciare questa nuova avventura. Se sbaglierò, pagherò dazio. Se avrò ragione, ne sarò felice, ma, alla fine, ciò che conta è fare le cose con passione e crederci. Poi, come diceva il poeta francese Paul Eluard, nella vita non si fa quel che si vuole, ma si fa quel che si può".
Alice Baccini