Mondo Pantera:
Ragghianti: "Bilancio di metą anno positivo. Lavoriamo per creare un settore giovanile dove si possa crescere con serietą, rispetto e impegno"
05/01/2010 09:22
E' il coordinatore del settore giovanile rossonero, ma definirlo tale è
davvero riduttivo. Ivano Ragghianti, salvo qualche breve parentesi, è
da oltre quindici anni con la Lucchese. Ha visto passare sotto i suoi
occhi centinaia di giocatori, alcuni dei quali sono arrivati anche in
alto. Ora sta provando insieme ad uno staff affiatato e davvero
encombiale a risollevare il settore giovanile rossonero dopo la
tempesta del fallimento che tra i suoi effetti collatarali provocò la
disintegrazione, o quasi, di tutto quanto era stato fatto sino ad allora.
Siamo a circa metà stagione: si può tracciare un primo bilancio per le squadre giovanili rossonere?
"Siamo
soddisfatti per quanto è stato fatto sinora. Bene anche i tecnici ai
quali non stiamo chiedendo la luna, ma che stanno facendo per il
meglio. Abbiamo cinque squadre
impegnate nei campionati professionistici e da un punto di vista
quantitativo ci siamo. Ora dobbiano lavorare per migliorare la qualità,
ma è importante sapere che siamo sulla buona strada".
Si può azzardare un bilancio anche squadra per squadra?
"Preferisco
evitarlo. Siamo ancora a metà stagione e giudizi di quel genere è
prematuro darli. Lo faremo a giugno. Certo, si può dire che nella
valutazione va tenuto di conto che c'è differenza tra un campionato
professionistico nazionale e uno regionale, ma non è ora il momento di
tracciare bilanci di quel tipo".
Senza fare nomi, si può
ipotizzare se c'è qualche giovane su cui scommettere per un futuro da
professionisti nel settore giovanile rossonero?
"Prematuro dirlo,
teniamo conto che alcune nostre formazioni schierano anche giocatori
più piccoli rispetto a quelli utilizzabili e questo ha indubbiamente un
peso. Credo che un settore giovanile lavori bene quando riesce a
lanciare qualcuno nella categoria dove milita la prima squadra. Penso
che il prossimo anno qualcosa possa anche succedere in tal senso".
Dopo il fallimento il settore giovanile è dovuto ripartire quasi da zero: un danno notevole.
"Enorme,
basta vedere quanti ragazzi della Lucchese si stanno ben comportando in
altre squadre, a riprova che il lavoro era stato buono, ma sono
convinto che stiamo lavorando bene. Certo, ci vorrà ancora un po' di
tempo per ricreare quello che avevamo".
E qualche risultato sta già arrivando.
"La società ci
sta facendo lavorare bene e di questo va ringraziata, oltretutto
abbiamo un intero mondo che lavora con noi, penso a Sironi e a tutti
quelli che si sacrificano settimanalmente e la domenica perché le cose
vadano per il meglio. A tutti loro va detto davvero grazie, perché a
volte dall'esterno non ci si rende conto di quanto lavoro ci sia
dietro...le quinte".
Per il futuro cosa vi proponete?
"Bisogna
iniziare a cercare qualche giovane, grazie alla nostra rete di
osservatori, mirato per le esigenze specifiche delle varie formazioni,
quel lavoro di qualità a cui accennavo in precedenza. Magari puntando
gli occhi non solo dalle parti nostra, ma anche a livello nazionale".
La situazione impianti com'è?
"Buona,
perché la struttura dell'Acquedotto non è facile da trovarsi a livello
di serie C. Ovvio che si possono apportare delle migliorie e magari
provare a costruire un campo in più se ci sarà la possibilità".
Perché un ragazzo dovrebbe venire alla Lucchese?
"Perchè qui gli
diamo la possibilità di crecere con serietà, impegno e rispetto. La
possibilità che arrivi nel mondo del calcio viene semmai dopo, ma senza
quei valori non si va da nessuna parte. E qui li può trovare".
Quanto è cambiato, in generale, il calcio giovanile?
"E'
parecchio modificato: ora si gioca un calcio veloce, più basato sulla
preparazione fisica. Rispetto a quello di qualche anno fa i ritmi sono
raddoppiati, ciononostante secondo me c'è una buona qualità in giro
anche se si deve lavorare di più sulla tecnica".
Un nome di cui si sentirà parlare.
"Punto
su Federico Carraro, classe 1992, della Fiorentina: è un esterno di
centrocampo che ha le caratteristiche giuste per arrivare a un certo
livello".
Pochi portieri italiani ormai approdano a grandi livelli: in crisi la scuola che ha sfornato fuoriclasse o che altro?
"Credo
ci sia molto una componente esterofila in questa mania dei portieri
straniere. A mio avviso portieri buoni e italiani ci sono, soltanto che
troppo spesso fanno più notizia gli acquisti effettuati all'estero".
Un obiettivo, o un sogno, per il futuro.
"Non
penso ai sogni, non mi illudo né illudo: sono per definizione un
realista. L'obiettivo è quello di riportare il settore giovanile
rossonero ai livelli che ha sempre avuto".
Fabrizio Vincenti