Mondo Pantera:
Pali, reti e guantoni: la vita di Roberto Guidi, preparatore dei giovani numero uno rossoneri: "Nella Lucchese ci sono giovani che possono far bene. Il ruolo del portiere? Si può migliorare, ma si vede subito chi ci è portato"
16/02/2010 09:45
Guantoni, pali, tuffi. E consigli. Questo è il suo pane quotidiano, la
sua passione. Roberto Guidi, da nove anni nella Lucchese, da una vita a
contatto con i pali di una porta da calcio - prima da giocatore, poi da
allenatore dei portieri - è il preparatore dei giovani numeri uno
rossoneri. In carriera ha difeso le porte delle giovanili della
Fiorentina, della Salernitana, del Fano, della Fermana, del Signa. Come
preparatore ha iniziato nella Folgor Marlia, poi Aglianese e quindi
Lucchese. Una sua seconda casa quest'ultima. Ora, insieme a Stefano
Gaddini, da poco diplomato allenatore di base per squadre
professionistiche, come detto, allena le giovani leve rossonere.
Da cosa si vede che un portiere potrà fare carriera?
"Quello
del portiere è un ruolo che si può anche costruire, ma è difficile. I
difetti si possono temperare, ma indubbiamente ci sono certe
caratteristiche che balzano subito agli occhi: la sicurezza, la
personalità, persino da come calcia il pallone".
Su chi avrebbe scommesso tra quelli che ha allenato?
"Su
Careri all'Aglianese. Ha fatto una buona carriera, fu acquistato dal
Venezia, ma per conto mio aveva mezzi superiori alla serie C".
Fare il portiere alcuni dicono sia un'arte, comunque è un ruolo carico di risvolti psicologici.
"Ha
un contenuto molto psicologico, indubbiamente. Basti pensare al fatto
che se una squadra perde, il portiere è tra quelli a risentirne di più;
se vince a esaltarsi maggiormente".
Come si fa a far superare l'errore a un portiere? A evitare che lo condizioni in futuro?
"E'
importante non farlo pesare subito. Personalmente non dico nulla e poi,
dopo qualche giorno, torno sull'errore e su quello batto
particolarmente negli allenamenti".
Si dice che la scuola italiana dei portieri sia in crisi.
"Non
direi, o meglio: lo è stata, ma ora si sta riprendendo alla grande.
Basta guardare quanti sono i portieri italiani e giovani che vestono la
maglia numero uno in serie A. Faccio, tanto per dire, i nomi di Mirante,
Viviano, Fiorilli, ma ce ne sono anche altri. Stiamo ritornando, ma va detto che questi ragazzi
andrebbero aspettati un po' di più. A volte la soluzione giusta è
mandarli a maturare in ambienti con minore pressione".
E' cambiato molto il sistema di allenamento in questi anni?
"Più
che i sistemi di allenamento, è cambiata la qualità dei preparatori,
che ora sono circa 1500 e sono iscritti in un apposito albo. Dal 2011
chi non sarà dentro questo elenco, non avrà la possibilità di allenare
a livello professionistico. Poi chiaro che oggi come oggi si lavora più
che in passato sui piedi o a giocare alti, tanto per fare due esempi".
Veniamo al settore giovanile rossonero.
"Ci
sono dei ragazzi bravi in tutte le formazioni e qualcuno, tra i più
piccoli, che può fare decisamente bene. Gli allenamenti sono
naturalmente differenziati in base all'età: più sono grandi più si
lavora sulla forza. Con i più piccoli ci si concentra maggiormente
sulla tecnica, si ricorre anche a dei giochi che sono finalizzati a
sviluppare la capacità di parare".
Roberto Guidi e la Lucchese.
"Sono
sempre andato alla stadio con i miei familiari a seguirla e per me
stare qui è bellissimo. Lo scorso anno, quando ho avuto la possibilità
di allenare la prima squadra è stato un sogno. La mia vita dal martedì
alla domenica è su questi campi dell'Acquedotto e con questa maglia
addosso".
Fabrizio Vincenti