Mondo Pantera:
Mister Roffi riparte dal '96: "Voglio far crescere questo nuovo gruppo di ragazzi e provare a costruire ancora qualcosa di importante"
07/08/2009 08:48
Vincere e ripartire. Lasciando dietro tutto quello che si era costruito all'insegna di una nuova sfida. Per Renato Roffi, vincitore della Coppa Toscana con i suoi Giovanissimi regionali nello scorso campionato, è tempo di riniziare la corsa, ma in un contesto del tutto nuovo. I suoi ragazzi del 1995 li ha dovuti "abbandonare" al loro destino per poter conciliare la gestione della squadra con le esigenze familiari visto che i futuri Giovanissimi Nazionali giocheranno tutte le domeniche pomeriggio. Per Roffi, sia pure con dispiacere, non era un impegno compatibile. E così il mister rossonero si è messo alla testa di un'altra formazione giovanile della Pantera. Ovvero di quei Giovanissimi Regionali professionisti che due stagioni fa gli regalarono molte soddisfazioni. Il 19 agosto si riparte, insomma, da dove si era venuti. Un po' come la Lucchese che torna ad essere Lucchese Libertas e fare i campionati professionistici dopo l'anno di dilettantismo.
Il campionato è ormai alle porte e partirai con una formazione del tutto nuova.
"Sì, gli impegni che avrei dovuto sostenere continauando ad allenare il gruppo dello scorso anno erano per me insostenibili per ragioni familiari e così si riparte con un gruppo completamente nuovo, classe 1996".
Nessuno dei vecchi ragazzi dunque ti seguirà in questa nuova avventura?
"Nessuno. Troverò alcuni dei ragazzi della Lucchese Junior e molti nuovi arrivati, scelti dai dirigenti che in questi mesi hanno lavorato per rinforzare il settore giovanile".
Soddisfatto di quanto fatto?
"La maggior parte di essi non li conosco, ma sono convinto che il lavoro fatto da Semplicioni e Ragghianti prima e da Ragghianti da solo dopo sia stato tale da mettermi a disposizione gli elementi giusti per affrontare una categoria comunque impegnativa come questa".
Categoria che ritrovi dopo due anni esatti.
"Sì, questo campionato lo avevo già disputato nell'ultimo anno della gestione Fouzi Hadj, anche se allora avevo una squadra che giocava insieme da due anni. Quest'anno si parte da zero, ma ritroveremo squadre del calibro dell'Empoli, della Fiorentina".
Cosa dirai ai ragazzi come esordio?
"Che si deve lavorare seriamente, con disciplina; anche se sono un tipo a cui piace scherzare le cose di devono fare bene. Se così non fosse son pronto ad accantonare che non capirà questi concetti fondamentali per ottenere risultati. Per il resto tutta la mia esperienza è a loro disposizione".
Su cosa bisogna lavorare maggiormente quando si allenano ragazzi di 13 anni?
"E' un'età molto importante, si deve lavorare su più fronti, a partire da quello del miglioramento della tecnica e dell'apprendimento tattico. Questa è un'età che o si incomincia a fare bene oppure si torna indietro. I ragazzi devono capire che sono in una squadra professionistica e che troveranno avversari esperti, che ci sarà da mostrare il carattere, da sacrificarsi. Ci sarà da crescere, ed è una crescita che si riversa poi nella vita di tutti i giorni".
E' questo l'obiettivo principale della stagione?
"Sicuramente è la crescita dei ragazzi. Poi, ovvio, spero di riuscire a toglierci qualche soddisfazione, come è avvenuto lo scorso anno quando in pochi ci davano credito e invece siamo riusciti a regalarci bei momenti".
Che rimane a distanza di qualche mese di quella Coppa Toscana vinta?
"Una gioia incredibile, ancora a distanza di tempo. Credo che tutti i ragazzi che hanno vissuto quell'esperienza se la ritroveranno quest'anno quando oltretutto saranno guidati da un tecnico bravo come Tempesti".
Quella della conquista della Coppa Toscana è dunque il più bel traguardo ottenuto sul piano personale?
"Sì, insieme al campionato dell'anno prima, quello a cui accennavo dianzi, in cui ci togliemmo belle soddisfazioni a partire dalla vittoria con la Fiorentina".
In questa stagione, oltre al campionato professionistico, ritroverete anche lo stemma e il nome storico della Lucchese.
"E' una grandissima soddisfazione: amo la Lucchese da sempre, anche quando ero in serie A a Cagliari non ho mai smesso di seguirla. La Sporting Lucchese ha il grandissimo merito di non aver fatto sparire il calcio da Lucca, ma ritrovare il nostro simbolo e il nostro vero nome mi fa un enorme piacere".
Fabrizio Vincenti