Braglia: "Con l'Ancona sfida per il secondo posto? Pensiamo a fare più punti possibili nel girone di ritorno. Non sarà facile"

08/01/2008 16:44

"Sfida per il secondo posto? Non vale niente per me. E' una gara importante, tutto lì. Come del resto le altre 16 che ci attendono dopo". E' perentorio Piero Braglia nel definire la ormai prossima sfida contro l'Ancona. Di spareggio per il ruolo di inseguitrice della Salernitana non vuol nemmeno sentirne parlare. E le ragioni è lui stesso a spiegarle: "Mi pare chiaro che dobbiamo pensare solo a fare una grande partita, consci del valore dell'Ancona, come pure del fatto dovremo fare molta attenzione visto perché noi se dovessimo sottovalutare l'impegno finiamo per buscarle dall'ultima in classifica, figuriamoci dai dorici".

"Pensiamo piuttosto a fare più punti possibili - continua Braglia - anche tenendo conto del fatto che il girone di ritorno sarà come un altro torneo. Vuoi per gli acquisti che in molti faranno, vuoi perché anche gli altri conoscono meglio le nostre caratteristiche. Sarà difficile, non solo per noi, ovvio, fare i punti dell'andata. E' evidente che ci sono almeno dieci squadre che ambiscono ai play off".

Tra queste, naturalmente, la squadra di Monaco che pare però accusare una certa flessione. Ad un certo punto del campionato era prima e molte le lunghezze di vantaggio sulla Lucches. Il tecnico maremmano non usa questa chiave di lettura: "Abbiamo imparato a guardare in casa nostra e non degli altri. Pensiamo a stare tranquilli, a fare il nostro e a sistemare le nostre cose".

Su quel "sistemare" il pensiero va, tra gli altri, al mercato. Anche qui Braglia non si nasconde dietro a un dito: "A chi dice che siamo in 16-17 rispondo che ci alleniamo in almeno 22. Sempre. Che alcuni di questi siano poi molto giovani è un altro fatto, ma non voglio ritornare su questo discorso. Ho già detto quello che penso. Del resto, non abbiamo da vincere il girone, né fare per forza un certo tipo di campionato. La nostra realtà, al momento, è diversa. Ed è sotto gli occhi di tutti; è con quella che si deve fare i conti. Poi se le cose cambiano...". Più realista del re, Piero Braglia. E ha le sue ragioni.

Fabrizio Vincenti