Errare humanum est, perseverare autem diabolicum

06/02/2008 16:14

Ci risiamo. Lo avevamo sottolineato mesi fa, nel pieno della bagarre che a un certo punto coinvolse i rossoneri sino a spingerli nelle zone basse della classifica. Lo ridiciamo ora. Intorno alla Lucchese ci pare di avvertire, nuovamente, un'aria di depressione, una cappa di malcelata, e a volte quasi compiacente, rassegnazione. Insomma, anche per questo anno niente da fare, sembrano dire in tanti. Senza lilleri non si lallera. Manca una punta. Troppi problemi. E via dicendo, sino alla fosca previsione della fine del calcio a Lucca a breve. Sono bastate quattro gare - sì, noi ci mettiamo anche il secondo tempo con l'Ancona e la vittoria a Martina, dove ci permettemmo, tra i pochi, di obiettare sulla sostanza di quel risultato perché chi vince non ha sempre ragione anche se in Italia pare il contrario - per far dire a molti che ormai siamo quasi andati. Fermi tutti. Alzino la mano quanti, a inizio stagione si aspettavano una Lucchese a sei punti sei dalla vetta, soprattutto dopo le prove decisamente modeste di avvio campionato. La Lucchese è in ballo e, se terrà duro, lo sarà sino in fondo. Un appannamento dopo la lunga rincorsa era del resto inevitabile. Intendiamoci, qui non si tratta di dire che va tutto bene madama la marchesa. I problemi ci sono, eccome. Alcuni in campo, con giocatori che paiono sottotono e con (forse) alcuni equilibri che si devono ricreare dopo il mercato di gennaio. Altri fuori dal campo. Su questi ultimi ci paiono assolutamente da evitare sia le posizioni di chi nega tutto, anche l'evidenza, come pure quelle di chi ritiene che i problemi extra tecnici siano l'unico nodo da cui tutto dipende. Non è così. La realtà non è mai interpretabile con una sola chiave di lettura. Restano pochi, incontrovertibili fatti. Proviamo a elencarli. La Lucchese è a un punto di svolta: mai come oggi c'è bisogno di riuscire a togliere le gambe da questa maledetta palude chiamata C1. Anche per motivi di cassa, perchè negarlo? E mai come questo anno molti tasselli stanno andando a loro posto. A partire da una guida tecnica sognata da un decennio a questa parte, per finire con uno staff societario che fa quanto nelle sue possibilità. Anzi di più. Senza dimenticare un gruppo di giocatori a cui si può rimproverare davvero poco. Le famose, e tanto invocate, magliette bagnate di sudore mai come questo anno sono un fatto. Tutto questo può portare lontano. A patto che si aggiustino alcune situazioni e che tutti, lo ripetiamo tutti, facciano la loro parte. Il campionato è lì, ancora aperto a ogni soluzione. Potremmo arrivare ancora primi (scusate la bestemmia) come pure uscire dai play off. I giochi sono ancora da fare. Vale la pena vedere il bicchiere mezzo vuoto? Noi crediamo in questi ragazzi. E diamo loro la nostra fiducia. A Salerno, siamo certi, faranno una gara come vuole Braglia, col coltello tra i denti. Certo, sul risultato nessuno può scommettere, ma quando la Lucchese ha dato il 120 per cento è sempre uscita premiata dal campo. Anzi, noi lo faremo: punteremo venti euro sulla vittoria dei rossoneri. Promesso. Alla faccia della scaramanzia. E allora sotto, tutti insieme, senza mugugni, senza che questo tempo grigio e umido di Lucca entri nei nostri cuori e li arrugginisca, li corroda di un cinismo e di una prudenza a volte davvero miseri. Fiducia e voglia di vincere. Sino all'ultimo respiro. Perché se non dovesse essere l'anno buono lo sia sul campo, non per mancanza di convinzione. Per favore, non buttiamo ora il cappello per aria. Troppe volte è stato fatto in passato. Errare è umano, perseverare è diabolico.

Fabrizio Vincenti