Braglia: "A Salerno per giocarcela. Senza apatia e con tanta rabbia addosso"

08/02/2008 14:45

L'aria che si respira a Lucca è quella che precede le grandi partite. Il tifo si è mobilitato. Sui mezzi di informazione non si parla d'altro. Il morale della squadra sembra essere quello giusto, senza sconti nemmeno per Piero Braglia che, in settimana, si è concesso a più di un siparietto con qualche giornalista lucchese. Smentendo, se mai ce ne fosse bisogno, che il tecnico rossonero è tutto, tranne che scorbutico o, tanto meno, antipatico. Dopotutto la Lucchese si avvia ad affrontare la sfida più affascinante del campionato, contro la Salernitana, sul prato dello stadio "Arechi". La corazzata campana arriva da un periodo di calo, un po' come la Lucchese, e da un cambio di panchina dopo il tonfo esterno nella tana del Taranto. C'è chi giura che l'arrivo di Brini sulla panchina granata porterà sicuramente ottimismo e voglia di rimettersi in gioco un po' in tutto il gruppo. Ma Piero Braglia guarda oltre, e controbatte. "Ma a me non importa niente - attacca il mister - loro faranno la loro partita e noi la nostra. Non importa se loro giocheranno con un assetto tattico diverso, rispetto alle scorse giornate. Per quanto mi riguarda, non ci penso lontanamente a snaturare la mia squadra o a cambiare modulo. Anche perchè - scherza il mister - non sono capace". In sostanza, che partita si aspetta? "Questo non lo so. Io vado là per giocarmela. Questa squadra ha dimostrato fino a poco tempo fa di essere in grado di giocare ad un buon calcio, un calcio di ottimo livello. Tutto sta nel ritrovare quell'atteggiamento che ci ha contraddistinti prima della sosta". "Vi aspettate che schieri anche i nuovi arrivati? Il nostro modo di difenderci non si basa soltanto su chi schieriamo in difesa, perchè a difendersi è un po' tutta la squadra. I nuovi arrivati, sia in difesa, che a centrocampo e in attacco, sono giocatori validi, ma che devono ancora calarsi nel nostro modo di stare in campo. Fino a qualche giorno fa giocavano in un modo totalmente diverso da quello di questa squadra. E' giusto, quindi, che entrino per bene nei loro nuovi movimenti senza fare delle figuracce". Nella partitella di giovedì, però, la difesa con Bonatti centrale e al suo fianco Chiarini ha dato delle buone risposte. "Chiarini - risponde Braglia - se gioca, gioca da centrale". Allora cosa manca a questa Lucchese? "A noi manca la continuità. E' inutile, non posso vedere venti minuti o mezz'ora di buon calcio, per poi subire e prendere una sberla. Noi dobbiamo arrivare a giocare bene per un'ora. Poi, al limite, gestire la situazione e portare a termine la partita senza patemi d'animo. Se ci vuole più rabbia? Ce ne vuole senz'altro molta di più. Domenica giocheremo su di un campo importante: mi auguro che l'Arechi risvegli in questi giocatori l'autorità che avevano fino a poche settimane fa, altrimenti dovrò inventarmi qualcosa io". "Abbiamo lavorato sodo - è l'ultima riflessione di Piero Braglia - per ritirarci su e tornare in corsa per qualcosa di importante. Ora, invece, mi sembra di vivere in uno stato di apatìa. Io, questa apatìa, non la voglio vedere. Voglio vedere una squadra incavolata, per non dire di peggio". Poi, come spesso dice il mister ai suoi ragazzi durante l'allenamento, il risultato che darà il campo passerà in secondo piano. L'importante sarà, domenica più che mai, dare tutto e, magari, qualcosa di più in caso di bisogno.

 

Daniele Zichella