ll padre di un giocatore della Berretti se la prende con la società e lancia accuse contro il diesse Giovannini. Risponde l'allenatore della squadra Emanuele Venturelli

28/12/2010 09:53

Pubblichiamo la lettera ricevuta da Gazzetta Lucchese e scritta dal padre di un ragazzo che milita nella formazione Berretti della Lucchese allenata da Emanuele Venturelli.

Oggi mi sono recato all'Acquedotto dove mio figlio si allena nella Berretti e, incredibile, ma vero, è stato allontanato dicendogli che non poteva allenarsi più nella sua squadra ma solo con quelli più piccoli in quanto venerdi non è andato ad allenarsi e non ha avvertito l'allenatore. Siccome mio figlio a 17 anni si rende perfettamente conto che è soltanto una scusa, perchè non ha accettato di andare a giocare in una squadra che, in special modo Giovannini, gli aveva proposto e, quindi, con questi modi così "delicati" vogliono cercare, umiliandolo, in tutte le maniere di farlo decidere. Avrei piacere che tutti sapessero con che persone hanno a che fare i nostri figli considerando, come è accaduto a me, che ha iniziato da piccolo a far parte di questa specie di società che si definisce professionistica (dall'età di 11 anni).

Risponde Emanuele Venturelli (nella foto), trainer della formazione Berretti: "Nella lettera del padre del ragazzo che io alleno ci sono alcune cose vere e altre no. E' vero, ad esempio, che il giovane non è venuto ad allenarsi non per uno, ma per due giorni e senza avvisare il sottoscritto o qualcun altro. Il ragazzo già in passato aveva tenuto un comportamento che non si addiceva ad un giocatore e rischiava di creare turbamento nel gruppo, allenandosi e facendo un po' come gli pareva. Io gli ho parlato proprio oggi e gli ho domandato cosa intendesse fare, poi ha parlato con Ragghianti, responsabile del settore giovanile rossonero. Non so cosa si sono detti, fatto sta che è andato a casa. Quanto al discorso su Giovannini, è tutto, assolutamente, privo di fondamento".