Renzetti, un ventenne al quale i coetanei chiedono l'autografo

15/02/2008 08:37

Francesco Renzetti, ieri ha vissuto una giornata particolare. Si è trovato a fare visita a ragazzi della sua età o poco più nella posizione di "previlegiato", ovvero in quella del calciatore, un mestiere che tanti tra i ragazzi di venti anni vorrebbero fare. Vederlo dall'altra parte della cattedra, mentre i suoi quasi coetanei dellì'Istituto Pertini gli rivolgevano le domande indubbiamente è stato singolare. Per lui era la prima volta in quel ruolo e ha dimostato di cavarsela egregiamente, sia pure con un pizzico di inevitabile emozione.

"E' una sensazione sicuramente particolare. Tieni conto che ho avuto modo di conoscere tanti altri ragazzi negli ultimi sei mesi delle scuole superiori, mentre frequentavo l' Esedra. Trovarmi dall'altra parte della...barricata è singolare".

Francesco, che effetto ti fa, a 20 anni, vedere tuoi coetanei che ti chiedono autografi e foto?

"Sono belle esperienze, belle esperienze che ti lasciano qualcosa - dice Renzetti con un sorriso misto di felicità e stupore - sono cose che apprezzo e che in qualche modo ti dicono che stai facendo bene il tuo lavoro, che gli altri anche i tuoi coetanei se ne accorgono".

Dal rapporto con i tuoi coetanei a quello tra tifosi e giocatori: come lo vedi?

"E' cambiato molto con il tempo per la mia esperienza. Di sicuro ora i tifosi sono più esigenti, finita la partita aspettano che noi usciamo dagli spogliatoi per parlarci o anche solo per vederci. E sono tutte occasioni per conoscersi e anche per spiegarsi. Credio comunque che l'amicizia con i tifosi non debba mai superare un certo limite. Non pensoo, insomma, che sia il caso di instaurare un rapporto come si può invece avere con un compagno di squadra o un amico d'infanzia".

Alessio Grandi