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Al Rotary una serata dedicata a Fouzi Hadj: "Ho sbagliato e ho pagato, ma, da ora in poi, andrò avanti da solo"

15/02/2008 14:56

Una serata organizzata dal Rotary Club di Lucca per far conoscere il presidente della Lucchese Fouzi Hadj al mondo imprenditoriale, commerciale e bancario lucchese. E' stato il professor Enrico Castellacci a organizzare l'evento, accolto decisamente con favore dal presidente del sodalizio Dall'Aglio e al quale hanno preso parte numerosi ospiti. Fouzi Hadj è arrivato in piazza Bernardini accompagnato dalla moglie e dal direttore sportivo Silvio Giusti. Prima della cena, seduti al tavolo di una delle sale di Palazzo Bernardini, lo stesso responsabile del settore medico delle nazionali di calcio ha introdotto l'amico con parole affettuose e di stima. 'Vorrei stasera presentarvi un amico - ha esordito il professor Castellacci - che conosco bene, ma che ha avuto, non per colpa sua, qualche problema con la città. Credo sia interessante ascoltarlo visto che è il presidente della Lucchese, una squadra di calcio, è vero, ma che rappresenta la nostra città'. Fouzi Hadj ha preso la parola e dopo aver ringraziato Castellacci ha voluto sottolineare che la festa di San Valentino, per lui come per tutti i presenti alla serata, era la festa per l'innamorata, la Lucchese. "Stasera sono qui - ha aggiunto - perché vorrei cercare di svelare il mistero attorno alla mia figura, mistero che ha dato adito alle voci più disparate e che è anche all'origine di un malinteso tra questa città e il sottoscritto. Io sono venuto a Lucca perché mi ha portato qui la buonanima del professor Franco Scoglio. Volevamo realizzare un progetto in Africa, reclutando giovani giocatori da piazzare, poi, in Europa e avere una società di calcio dove poter far debuttare e maturare questi elementi non poteba che essere una buonissima idea. E' necessario, infatti, per evitare che questo mondo vada in rovina, credere nei giovani, perché sono loro la linfa vitale per il domani. Questo vale sia per il mondo del lavoro sia per il calcio. Purtroppo a causa della scomparsa di Scoglio il progetto si è arenato. E pensare che ben dieci nazioni africane avevano firmato una sorta di protocollo di intesa in proposito. Anche la Lucchese ha acquistato giovani calciatori che sono un investimento per il futuro. Ci sono ragazzi nelle nostre file appetiti da squadre di serie B e anche di serie A".

"Quanto al mistero che aleggia sul mio personaggio - ha proseguito Hadj - io provengo da una famiglia armena fuggita per le persecuzioni poste in essere contro la mia gente che se andò in Siria, come i miei genitori, negli Stati Uniti, in Italia, in Europa. Io arrivai in Italia a diciotto anni e fino ad oggi ho vissuto qui, laureandomi in medicina. Le mie attività economiche sono tutte all'estero, ma non ho dubbi a dire che i soldi guadagnati devono in parte essere investiti in Italia. Io non posso non essere riconoscente verso questo paese che mi ha accolto e cresciuto. Quando ho preso la Lucchese, seguendo i consigli di Franco Scoglio, l'ho fatto per seguire questo progetto di solidarietà con l'Africa e non certo per guadagnarci. Io ritengo che se uno è fortunato nella vita deve condividere con chi è meno fortunato di lui quello che è riuscito a conquistarsi. Vi sembrerà strano ma io la penso così".

"Avevo chiesto alle due amministrazioni comunali, la precedente e l'attuale - continua Hadj - di venirmi incontro e, insieme, creare qualcosa di buono per i ragazzi e per la Lucchese che, ripeto, non è patrimonio né mio né di qualcun altro, ma della città e della sua gente. Avevo proposto la costituzione di una fondazione e l'acquisto di alcuni terreni per edificare le opere necessarie, ma ho avuto solo promesse alle quali, tra l'altro, non ho mai creduto. E ho fatto bene, perché non ho ricevuto alcunché. Così mi sono accorto di essere solo, e di aver sbagliato molto proprio per non essere abituato a lavorare nel mondo del calcio, un mondo dove avere soldi è importante, ma spesso non sufficiente a vincere. Ho sbagliato anche ad affidarmi a persone che hanno commesso molti errori, ma la responsabilità è solo e soltanto mia. Adesso, grazie anche ai miei nuovi collaboratori, Giusti fra tutti, stiamo risalendo la china e i risultati si cominciano a vedere".

"Perché ho scelto Braglia - ha risposto a una domanda il presidente - quando dopo la gara con la Sangiovannese di tre stagioni fa avevo detto che non lo avrei mai voluto con me? Perché mi sono reso conto che è un allenatore capace di ottenere il massimo ovunque vada. A Pisa, l'anno scorso, ha centrato la promozione nonostante avesse un organico decisamente inferiore al nostro. E' un signor tecnico e io sono contento di averlo con me". Anche un ex giocatore rossonero, Lucio Nobile, ha speso parole di elogio e di sorpresa per il modo di parlare del presidente: "E' la prima volta che sento un presidente parlare così - ha detto - Ero abituato a presidenti che parlano più di giocatori e di partite che di aspetti sociali e umanitari o di propositi che siano diversi dal pallone. Auguro al presidente di poter raggiungere i propri obiettivi e gli rivolgo un caloroso in bocca al lupo". Enrico Castellacci ha anche sottolineato come Hadj sia, oltre che un presidente di una squadra di calcio, anche un amante della cultura e dell'arte, un businessman forse un po' anomalo. "La Lucchese non è né mia né di chi verrà dopo di me - ha spiegato il plenipotenziario rossonero - ma è di tutti voi. Il progetto mio e di Scoglio per i giovani non solo africani, ma anche italiani voleva essere un modo per combattere la violenza nello sport creando nuove motivazioni e altrettanti valori. Quello che succede nella società e negli stadi è un campanello d'allarme. Io vorrei che questo paese tornasse com'era negli anni Sessanta, non dico duemila anni fa, ma mi basterebbe ci fosse lo stesso entusiasmo, la stessa fiducia nell'avvenire e nella voglia di crescere e di migliorarsi".

A. G.

 

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