Oltre a Susanna e Auricchio ci sono altri due imprenditori, entrambi lucchesi, nella cordata che potrebbe acquistare le quote di Valore. Vincenzini: "Entro la fine della prossima settimana relazionerò i miei interlocutori sulle verifiche che ho fatto. Alla Lucchese ho trovato una gestione trasparente"

03/02/2011 10:05

Quattro! Non sono i milioni necessari ad acquistare la Lucchese quanto, piuttosto, gli imprenditori che compongono la cordata guidata, in avanscoperta, dall'avvocato Ugo Vincenzini. Oltre all'imprenditore edile Susanna e ad Auricchio della Antea, ci sono altre due società, assolutamente, lucchesi. Nessun esterno, quindi, almeno non in questa che, fino ad oggi, appare l'unico gruppo che, seriamente, ha provato a venire a vedere le carte. "A che punto siamo? - esordisce Vincenzini - Non siamo ancora pronti, ma entro la fine della prossima settimana sarò in grado di relazionare coloro che mi hanno chiesto di verificare la situazione della Lucchese Libertas 1905. Posso dire, con soddisfazione, di aver trovato una gestione, in particolare dal punto di vista sportivo, trasparente".

Manca poco, quindi, al momento della verità, ossia a quando i quattro moschettieri dell'economia rossonera dovranno decidere se entrare nel capitale del sodalizio di viale San Concordio oppure abbandonare la partita. "Ho ricevuto gli ultimi documenti relativamente ad alcune verifiche tecniche sul progetto stadio e su S. Donato - va avanti Vincenzini - lunedì, per cui solo oggi, a causa di altri impegni, riuscirò a dar loro un'occhiata esauriente".

E quale sarà la sua valutazione?

"Il mio compito si va esaurendo. Io dovrò relazionare i miei interlocutori, dopodiché saranno loro a dover valutare, da imprenditori quali sono, l'opportunità di entrare nel capitale della Lucchese Libertas 1905. Dovranno, cioè, dare una valutazione sulla globalità del progetto Lucchese, tenendo conto che i costi di gestione della squadra sono certi mentre i ricavi, nel medio e nel lungo termine, sono evidenti sì, ma da verificare".

E' ancora ottimista?

"Direi di sì, ma, finito il mio lavoro, anche il mio ruolo si defila. La palla passa nelle mani di chi deve decidere cosa fare".

Giovanni Valentini ha detto che a lui la Lucchese è costata, tra nessi e connessi, circa sette milioni di euro e che quei soldi, euro più, euro meno, li rivuole indietro. Peccato che il valore di una cosa non dipende da quanto è costata, ma dal suo valore di mercato, soprattutto, dalla sua capacità di produrre reddito e, onestamente, ora come ora la società di Giuliani e Valentini non ci sembra nelle condizioni ideali per centrare questo obiettivo.

Vincenzini ha ribadito che il progetto Porta Elisa, sia pure importantissimo, non è, da solo, sufficiente. Ci sono, a suo dire, anche i terreni di S. Donato e il possibile investimento sul fotovoltaico. Che Susanna (nella foto) & C. siano, però, disposti a tirare fuori sette milioni di euro per le nuove energie, con tutto il rispetto che uno può avere per l'ambiente, ci lascia un po' perplessi. La ristrutturazione del Porta Elisa continua ad essere, in realtà, moneta di scambio privilegiata, il problema sta che, al momento, c'è solo un progetto e niente più. E' come vendere una casa in costruzione o venderla, invece, chiavi... in mano. Prima di mettersi a tavolino e parlare di cifre, i nostri quattro dell'Apocalisse ascolteranno con attenzione l'avvocato livornese al quale chiederanno lumi sulle reali condizioni della società. Fa bene Valentini a far capire che non siamo al mercato delle vacche, ma c'è da immaginare che, dall'altra parte, i potenziali acquirenti abbiano tutto il tempo che vogliono per attendere gli eventi e vedere se, veramente, il socio di maggioranza rossonero è disposto a rischiare la perdita del banco.

Aldo Grandi