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Oggi prima udienza per il processo a Fouzi Hadj e altri tre imputati del reato di bancarotta fraudolenta in concorso della Lucchese Libertas 1905: udienza rinviata al 5 luglio, pm e difesa hanno consegnato la lista dei testimoni
01/03/2011 18:24
Chi si aspettava di vedere, nell'aula del tribunale di Lucca all'ex Galli Tassi, Fouzi Hadj ex presidente della Lucchese Libertas 1905 fallita nel novembre 2008, aveva fatto male i suoi conti. Non solo non c'era l'ex businessman sirio-armeno, ma non c'erano anche la moglie Alicia Pilipenko, l'ex direttore generale Massimo Kutufà e l'ex componente il consiglio di amministrazione Giovanni Torre. Al loro posto i rispettivi avvocati e, sull'altro banco, il pubblico ministero dottor Corucci che ha sostituito in questa circostanza il pubblico ministero che aveva seguito sin dall'inizio l'inchiesta, il sostituto procuratore della Repubblica Piero Capizzoto. Ebbene, nemmeno il tempo di dare il via alle danze e, una volta espletate le necessarie pratiche con relative richieste da parte di accusa e difesa, che il collegio giudicante ha disposto il rinvio dell'udienza al 5 luglio alle 11 fissando, anche, in contemporanea, la terza udienza che si terrà il 16 settembre sempre del 2011.
L'avvocato Florenzo Storelli ha rappresentato, in aula, il suo assistitito Fouzi Hadj e ha consegnato alla corte la lista di 60 testimoni tra cui spiccano i nomi del sindaco Favilla e degli assessori, all'epoca dei fatti, Moschini, Leone, poi anche l'ex sindaco Fazzi e il presidente della Provincia Baccelli. La strategia difensiva dell'avvocato Storelli è semplice: dimostrare che Fouzi Hadj aveva, in un modo o nell'altro, fatto sapere all'amministrazione comunale di non essere più in grado di sostenere il peso della società calcistica e di aver chiesto, inutilmente, una collaborazione e un aiuto. Non solo. Il processo si annuncia di un certo spessore, soprattutto per quella che sarà, appunto, la posizione che Storelli porterà avanti. Hadj, in questo processo, si gioca molto avendo egli, in corso, altri problemi analoghi a Genova con il rischio, concreto, di vedersi appioppare una pioggia di condanne. All'avvocato Storelli l'arduo compito di provare a combattere l'evidenza.
Non c'era Giovanni Torre, ma era prevedibile. Eppure bisognerebbe spendere due parole per il coraggio di quest'uomo che, piovuto nel cda della Lucchese su richiesta dell'allora segretario Antonio Magli, aveva dato la propria adesione spinto solo e soltanto da quell'amore per i colori rossoneri che lo ha accompagnato nel corso di tutta la sua esistenza. Niente, siamo pronti a metterci la mano sul fuoco, Torre sapeva della buffonata informatica del mancato pagamento degli F24 altrimenti uno come lui, per di più consulente e libero professionista, non avrebbe mai e poi mai accettato di partecipare a una vergognosa e patetica messa in scena come quella che fu adottata dai vertici della società di viale delle Tagliate. Torre avrebbe potuto patteggiare, ma ha scelto di affrontare il processo per dimostrare le proprie ragioni. Gli auguriamo di riuscirci. Di cuore.
Per il resto, poche note: l'avvocato Francesca Lenzi ha rappresentato in aula la curatela fallimentare impersonata dall'avvocato viareggino Giannecchini, che si era già costituito parte civile nel corso dell'udienza preliminare. Il pubblico ministero ha presentato una lista di 36 testimoni. Sia Kutufà sia la ex First Lady rossonera erano difesi da due avvocati del foro di Genova.
Aldo Grandi