Soffia forte la bonaccia sulla trattativa per la Lucchese. Vincenzini, Susanna e Auricchio inviano una e.mail a Valentini con le loro osservazioni. Almeno per ora nessuna offerta

11/03/2011 08:10

Una situazione un po' ingarbugliata come una matassa non facilmente dipanabile. E' l'immagine della trattativa, attualmente, in corso per l'acquisto delle quote della Lucchese Libertas 1905 detenute dal gruppo immobiliare Valore di Prato. Il sindaco Favilla aveva annunciato di volersi fare garante della trattativa e, per questo, avrebbe fissato un incontro tra le parti, il presidente di Valore Valentini e la cordata composta dall'avvocato Vincenzini e dagli imprenditori Susanna e Auricchio. Voleva farlo per oggi, poi, però, è stato costretto a rimandare alla prossima settimana. "Questa è - ha detto - l'unica cordata interessata, che io sappia, all'acquisto delle quote della società rossonera. Ce n'era una seconda, ma si è defilata dopo aver disdetto l'incontro che aveva fissato con il sottoscritto".

Il primo cittadino aveva detto di essere stato invitato dai contraenti a farsi garante, ma è lo stesso Alfredo Susanna a smentire questa affermazione: "Ho letto che il sindaco si sarebbe preso l'incarico, su richiesta, di fare da mediatore e garante della trattativa. Io non ne so nulla né, ne sanno qualcosa, Auricchio e Vincenzini, quindi noi non abbiamo chiesto niente a nessuno. Forse è stata l'altra parte". Tira aria di bonaccia da queste parti e, a quanto pare, niente si muove sul fronte del Porta Elisa. "Ho letto che oggi, giovedì, avrebbe dovuto esserci chissà quale incontro o chissà quale nostra proposta. A parte il fatto che non parliamo di queste cose attraverso i giornali, non c'è, però, tutta questa fretta di concludere. Alle 19 ho un appuntamento con Auricchio e Vincenzini dopodiché, alle 20,30, invieremo a Valentini le nostre riflessioni punto per punto. Qual è la nostra proposta? Ripeto, non parlo pubblicamente, quando sarà il momento verrò fuori, come ho sempre fatto in questi 42 anni di mia permanenza a Lucca, ma, fino ad allora stop perché, altrimenti, finiamo per diventare gli zimbelli della città".

Aldo Grandi