I tifosi, davanti alla tribuna, attaccano giocatori e società: "Da quanto non pagate la squadra?". Viani fa il paciere mentre in gradinata è polemica tra i sostenitori rossoneri

27/03/2011 17:45

Incazzati neri. Questa volta, però, anche disposti a fermarsi davanti alla tribuna Vip, appena fuori lo stadio, per dire la propria. Fino al primo gol di Clemente hanno esultato e applaudito la squadra, salvo mettersi le mani tra i capelli per le occasioni sprecate da Crocetti e compagnia. Poi, però, davanti alla sconfitta, all'espulsione gratuita di Pani, ebbene, la rabbia contenuta in questi giorni dopo la sconfitta di Pisa, è esplosa. E' dovuto intervenire Luigi Viani per provare a trovare una sorta di pacificazione, ma non c'è stato verso. Subito dopo il fischio finale un gruppo di una cinquantina di supporters ha iniziato a contestare società e squadra. Critiche a Giuliano Giuliani per le dichiarazioni rilasciate in settimana, ma, soprattutto, accuse ai giocatori per l'atteggiamento mostrato in campo dove è stato sbagliato anche ciò che non poteva essere sbagliato. Nel mirino, in particolare, Crocetti.

"Noi tifosi - ha esordito uno dei tifosi più arrabbiati, proprio l'interlocutore di Viani - siamo quelli che pagano e si fanno il mazzo tutta la settimana a lavorare. Quando veniamo qui allo stadio non possiamo assistere a certe figure, non si possono commettere simili errori, c'è qualcosa che non va". Viani ha cercato di calmare gli animi. "Da quanto tempo non pagate gli stipendi ai giocatori? - ha insistitito il tifoso - Quanti mesi è che non pagate la squadra?". Viani ha temporeggiato. La società ha pagato fino al mese di dicembre compreso. Mancherebbero, quindi, gennaio, febbraio e marzo che abdrebbe riscosso, però, entro il 15 aprile. Giuliani aveva già tranquillizzato e così Valentini sul fatto che, per quella data, sarà saldato il debito con i giocatori.

Alcuni supporters hanno, successivamente, raccontato di litigi in gradinata tra tifosi che contestavano e altri che difendevano Giuliano Giuliani. Purtroppo quella che avrebbe potuto e dovuto essere la giornata della riconciliazione con il pubblico, è diventata, al contrario, l'ennesima occasione di rispolverare dubbi, perplessità, sospetti.

Aldo Grandi