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Giovannini a 360 gradi: "A conti fatti occupiamo la posizione che si merita. La Lucchese? Credo che ce la farā ad iscriversi. Il mio futuro? Sarā dove mi sento stimato per il lavoro che faccio, qui o altrove"
30/03/2011 08:14
Paolo Giovannini è convinto che i suoi ragazzi, alla fine, stanno occupando la posizione che meritano. Ecco forse un motivo che lo ha aiutato ad accettare, anche a caldo, l'incredibile battuta di arresto di domenica scorsa contro il Benevento. Anche se il rammarico, a distanza di alcuni giorni, rimane, unito all'amarezza per le contestazion dei tifosi.
"Sicuramente è stata una sconfitta che brucia molto per come è maturata, le contestazioni sono figlie di quel risultato incredibile, di una vittoria che è svanita in un attimo o poco di più".
La gara contro il Benevento le ha lasciato qualche insegnamento?
"L'unico elemento particolare è stato il numero delle occasioni che abbiamo avuto, davvero incredibile. Per il resto, il calcio è questo: anche noi a Rieti a dieci minuti dalla fine perdevamo 1 a 0 e poi abbiamo ribaltato il match. A me la cosa che davvero dispiace è aver visto l'impegno totale dei ragazzi e le loro facce dopo il match".
Cosa dirà, se dirà qualcosa, a Crocetti?
"L'ho rincuorato subito dopo il match, ma non dimentichiamo che non è un giocatore di primo pelo: in carriera gli saranno sicuramente capitati momenti delicati. Deve trovare dentro di sé la forza per supera questa situazione".
La Lucchese, a campionato quasi concluso, ha dato quasi sempre la sensazione di potersela giocare con tutti, anche con le più forti del campionato: qualche rimpianto per non essere riusciti a concretizzare punti in più?
"Nessun rimpianto per il campionato: le prestazioni dipendono anche dall'esperienza e non scordiamo che la nostra squadra non ha certe caratteristiche, visto che schiera tanti ragazzi all'esordio in questa categoria. Rimane la soddisfazione di aver centrato una salvezza attraverso il gioco. Poi, con i se e i ma non si scrive la storia: certo, potevamo anche fare qualche punto in più, ma il calcio non è una scienza esatta. Ho vissuto con un certo distacco le ultime vicende perché ho sempre pensato che la squadra potesse raggiungere questi punti".
C'è chi dice che senza problemi societari la Lucchese avrebbe potuto fare un altro campionato.
"La classifica che abbiamo l'avremmo avuta anche con una societè senza problemi: abbiamo fatto quello che era nelle nostre possibilità".
Che obiettivi si puà dare la Lucchese da qui alla fine del campionato?
"Quello di arrivare a 44-45 punti, che a mio avviso sono i punti alla nostra portata e provare a cogliere, da qui alla fine, la quinta vittoria fuori casa: non sarebbero poche".
La frattura con la tifoseria pare acuirsi, eppure il campionato dei rossoneri è tutto meno che da buttare vai: come provare a ricucire il rapporto?
"Dopo che era stata ritrovata l'armonia, è bastato il derby perso a Pisa per non avere più credito. Abbiamo fatto di tutto in questi mesi: siamo stati zitti per non polemizzare e ci hanno accusato per questo, abbiamo risposto e ci hanno preso di mira lo stesso. Credo che ci vorrebbe un po' più di fiducia nei nostri confronti, ecco tutto. Quello che è certo è che noi, società e squadra, abbiamo la coscienza a posto".
Che spiegazione si dà del malumore?
"C'è in giro una frustrazione che viene da lontano e che ha finito per coinvolgerci. L'assenza della serie B si avverte e in qualche modo, anche se noi siamo qui da soli tre anni, finisce per essere imputata anche a noi".
Ottimista sul futuro della Lucchese?
"La mia sensazione è che la Lucchese, non so con quale compagine societaria, ripartirà dal campionato di Lega Pro 1: è una società sana e con un buon parco giocatori. Certo, in base ai programmi più o meno ridotti, ci sarà da soffire e magari da cedere qualche pezzo. Se ci sarà da farlo e da soffrire, lo faremo e soffriremo".
E Paolo Giovannini?
"E' ovvio che fa piacere lavorare dove ci sono progetti ambiziosi, ma devo dire che anche quest'anno, per me, è stato positivo e ricco di soddisfazioni, l'unico rammarico è stato l'esonero di Favarin che mi ha pesato e non poco, ma era inevitabile quando si crea uno scollamento tra il tecnico e 12-13 giocatori".
Dunque se glielo chiedessero resterebbe?
"Sarà la nuova proprietà a decidere: io ho solo bisogno di trovarmi in un ambiente dove mi sento stimato e importante per il lavoro che faccio. Se ci saranno le condizioni sarà qui, altrimenti altrove".
Che prospettive ha questa squadra?
"Sei-sette giocatori ritengo che una volta maturati saranno tra i migliori della C1, sono giocatori di prospettiva per la Lucchese".
Fabrizio Vincenti