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Giovannini: "Calma e gesso: bene andare con i piedi di piombo sulle voci relative alle cordate. Il mio futuro? Lo decideranno programmi e aspettative della nuova societā"
22/05/2011 08:53
Le voci si sprecano, le ipotesi accavallano, le cordate fioriscono e appassiscono. Lui, Paolo Giovannini, prova a buttare acqua sul fuoco, senza perdere minimamente la convinzione che la Lucchese ce la farò ad iscriversi al prossimo campionato di Lega Pro 1.
"Ci vuole calma e gesso e invito tutti a prendere con le molle qualsiasi esternazione giornalistica. Per il momento, al di là delle chiacchiere, non ci sono fatti, ovvero non c'è nessuno che si è fatto avanti con i soldi in mano e la volontà di fare fronte alle spese di un campionato di Lega Pro 1".
Una Lega Pro 1 che è una rimessa garantita.
"Appunto, inutile attendere la riforma dei campionati che per il momento non arriverà: il campionato è un vuoto a perdere per le proprietà, nel senso che c'è da mettere in preventivo di perdere denaro. Fino a quando non si procederà come in C2 dove sulla strada dei giovani sono stati fatti passi da gigante, inutile confidare anche in questa risorsa a meno che uno non voglia retrocedere quasi sicuramente".
Quanto costa un campionato di Lega Pro 1 contenendo al massimo le spese?
"Faccio l'esempio di Lucca, tra botteghino e sponsor si arriva a incassare circa 1.300.000 euro: ne mancano almeno 700 mila per un campionato di bassa classifica. Serve denaro prima ancora che progetti, serve un impegno economico".
Sempre convinto che la chiave di volta l'abbia Giuliani?
"Certo, anche perché non mi pare ci siano alternative concrete. Ci sarà da capire il profilo della soluzione adottata: se sarà basso, medio o alto. In ogni caso sono certo dell'iscrizione: la Lucchese ha crediti da esigere per circa 500 mila euro più la fideiussione depositata da 400 mila non vedo perché non debba essere iscritta".
Il futuro di Giovannini sarà a Lucca in base al progetto?
"Non nascondo che mi hanno contattato vari club, ma ho sempre detto e confermo che resto qui sino a che non è sistemata tutta la situazione. Dopo dovrò vedere in base ai programmi e alle aspettative".
Ovvero?
"Ovvero questa è una piazza non certo secondaria e quanto fatto quest'anno non è pensabile si ripeta: con soli 500 mila euro di stipendi versati siamo arrivati settimi. A queste condizioni farò presente che se c'è qualcuno che può fare di meglio si faccia avanti. C'è un problema di aspettative che non vanno deluse anche se credo ci sia poca memoria storica: arrivare settimi con un simile bilancio non è la stessa cosa che arrivarci con milioni di euro spesi come in passato. Ripeto: programmi e aspettative decideranno il mio futuro".
La politica dei giovani non può bastare a suo avviso.
"Sono favorevole ad un inserimento maggiore di giovani in squadra, ma non certo a costruire una formazione come a Viareggio o Foligno, tanto per fare due esempi, solo di ragazzi o quasi. Qui siamo a Lucca: c'è pubblico, una stampa numerosa che ti segue giornalmente, c'è uno stadio che fa tremare le gambe quando varchi il sottopassaggio: affidarsi solo a giovani vorrebbe dire correre il serio pericolo di retrocedere. E' una scelta che non porterebbe lontano".
Cambiamo argomento: la sua favorita per i play off?
"Dico Juve Stabia e Taranto. L'Atletico Roma, pur avendo cambiato passo con il nuovo trainer lo vedo qualche gradino sotto, anche perché in queste finali conta anche il pubblico e loro hanno pochi spettatori in casa. Quanto al Benevento, sui giallorossi pesa l'incognita di aver conquistato i play off con largo anticipo: mi pare siano un po' giù fisicamente, ma magari è solo una preparazione mirata in chiave spareggi".
E la Carrarese dei tanti rossoneri ce la farà?
"La Carrarese è non uno, ma più gradini superiore alle altre: se non si perderà per strada, magari per uno scivolone in trasferta con relativa sconfitta di misura, è destinata al passaggio di categoria".
Fabrizio Vincenti