Crac del Venezia: Luigi Gallo sarà processato per falso in scrittura privata e truffa in concorso. L'accusa: consegnò una fidejussione per 30 milioni euro risultata, poi, fasulla

08/06/2011 10:03

Se Franco Dal Cin, il 66enne presidente del Calcio Venezia, ha patteggiato nel settembre 2010 1 anno, 7 mesi e 10 giorni di reclusione per la bancarotta della società che ha gestito la squadra arancioneroverde fino al 2005, il suo successore, Luigi Gallo, 51 anni, genovese e capocordata per l'acquisto della Lucchese Calcio, è stato rinviato a giudizio dal giudice dell’udienza preliminare Maria Rosaria Minutolo, su richiesta del pubblico ministero Emma Rizzato per falso e truffa.

Il succesore di Dal Cin al vertice della squadra lagunare, infatti, sarà processato per falso in scrittura privata e truffa in concorso con Gianni Tortorella (43, Vercelli), Franco Di Flavio (47, Massa Fermana) e Alberto Balestruzzi (63, Verona). Il fallimento, di cui è curatore il commercialista veneziano Nerio De Bortoli, risale al 23 giugno 2005 e per la vicenda, a febbraio, come abbiamo già scritto, Gallo si è beccato due anni di inibizione dalla commissione disciplinare nazionale della Figc.

Secondo le accuse formulate dalla Procura della Repubblica di Venezia, proprio per evitare la messa in liquidazione della società, il presidente Gallo si era presentato in cancelleria del Tribunale con una fidejussione che arrivava a coprire fino a un massimo di 30 milioni di euro in favore dell’Ufficio delle Entrate di Venezia, a garanzia del debito di 16 milioni di euro maturato dalla società calcistica con l’erario. Fu sufficiente, tuttavia, un veloce controllo per appurare che la fidejussione era fasulla: le Assicurazioni generali che avrebbero dovuto garantire confermarono di non saperne nulla. Sempre secondo le accuse, a realizzare il falso sarebbe stato Di Flavio, con la collaborazione e l’intermediazione di Balestrazzi e Tortorella: tutti avrebbero agito su commissione di Gallo «dietro pagamento di ingenti somme». L'imputato Luigi Gallo ha sempre rifiutato ogni tipo di rito alternativo, probabilmente per potersi difendere in pubblico al processo che si svolgerà fra breve a Venezia.