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Il Team Manager Paolo Gianni sbatte la porta e se ne va: "Non prima, però, di aver visto pagare i ragazzi e lo staff tecnico"

16/06/2011 22:20

Chi conosce Paolo Gianni sa che è un uomo sanguigno, magari, talvolta, un po' aggressivo, ma a fin di bene, perché non sopporta chi gli pesta i piedi e, soprattutto, chi li pesta ai suoi amici. Datre anni è al seguito della Lucchese e lo ha fatto con una passione e una dedizione che non hanno avuto eguali. Non vive, per fortuna, di Lucchese, anche perché, a questo punto, avrebbe potuto anche morirne e si può permettere di dire quello che pensa a chiunque, compresi i nuovi dirigenti della società rossonera.

Dicono che abbia sbattuto la porta in faccia alla nuova dirigenza e se ne sia andato. 

"E' vero che ho sbattuto la porta se così si può dire, ma non che me ne sia andato, anche perché non me ne andrò fino a quando non saranno stati pagati i miei ragazzi".

In che senso scusi?

"Semplice. Ormai li conosco da anni e loro hanno sempre avuto fiducia in me. Sono come dei figli a cui tengo moltissimo e mi chiamano anche dieci volte al giorno. Non vedono un euro da febbraio, io e con me Paolo Giovannini, ci sentiamo in qualche misura responsabili verso di loro affinché tutto proceda come più volte promesso, ma mai mantenuto".

Scusi Gianni, ma lei con i liguri lascia o raddoppia?

"Io lascio, non ci sono dubbi. Con questa gente non voglio avere niente a che fare. Ma prima devono pagare i giocatori, altrimenti non mi muovo".

Era un po' che non la vedevamo così arrabbiata.

"Incazzato è la parola giusta. L'altro giorno, prima dell'assemblea dei soci, sono arrivati in sede i nuovi padroni del vapore che, peraltro, nemmeno ti considerano né salutano. Così, quando è finita l'assemblea e Giuseppe Bulleri è diventato amministratore, prima ho parlato con Marco Valentini con cui mi sono arrabbiato e, poi, sono andato da Bulleri. Gli ho detto che cosa aspettavano a pagare gli stipendi alla squadra e lui mi ha detto di essere l'amministratore e che avrebbe dovuto seguire ciò che decidevano i soci. Allora mi sono incavolato davvero anche se, alla fine, sia Bulleri sia Gianfranceschi mi hanno detto che vogliono persone così sanguigne come me al loro fianco".

Rottura completa?

"Aspetti. La sera ho chiamato Luigi Gallo. Mi ha chiesto, per prima cosa, come avessi fatto ad avere il suo numero di telefono.  Gli ho risposto di non preoccuparsi, che intanto mi dicesse cosa intendeva fare con i ragazzi e i loro stipendi. Mi ha detto che non aveva intenzione di andare avanti nella discussione e ha riattaccato. Ho atteso qualche minuto e ho richiamato. Abbiamo parlato per un'ora: mi sono sentito dire che lui ha trovato i conti della Lucchese disastrati come mai gli era capitato, quando sa benissimo che i conti della società sono perfetti. Gli ho detto senza tante storie che io con loro non voglio restare, ma che prima devono pagare i giocatori".

Al. Gra.

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