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Rebus lucchese: 48 ore per chiudere o dirsi addio?

19/06/2011 19:10

Chi ci capisce qualcosa è bravo. A sentire le dichiarazioni rilasciate dai vari esponenti della cordata in queste ultime 24 ore, c'è da perdere la bussola. Si passa dal classico "tranquilli, tutto a posto: lunedì paghiamo e facciamo la conferenza stampa", che, detto per inciso, era stata annunciata per il passaggio di proprietà e non è mai sinora avvenuta, a posizioni più sfumate nelle quali si precisa che alcuni problemi, leggi reperimento della garanzie bancarie e denaro contante, sino all'intervista apparsa questa mattina su "Il Tirreno" a Luigi Gallo, per molti il vero regista dell'intera operazione che ha portato la Nice Srl all'acquisto dell'80% della Lucchese.

Nell'articolo a firma del collega Luca Tronchetti, uno di sicuro che sa quello che scrive e capisce benissimo cosa dicono i suoi interlocutori, si legge di una parziale retromarcia, almeno di quello che è il personaggio più discusso e nominato della cordata detta dei genovesi.

Cosa dice, in sostanza, Gallo? Che il petroliere albanese Taci si sta tirando indietro spaventato fagli ultimi eventi, che i conti non tornano, che non sapevano della disdetta della sede di viale San Concordio, che i terreni di San Donato sono stati caricati sul bilancio in modo diverso da quello che si aspettavano. E ancora che Giuliani ha fatto perdere tempo prezioso - tre giorni - per il tira e molla sulla prelazione. Una perdita di tempo "solo" perché il contratto, rispetto al precontratto, prevede l'abolizione dell'accordo per i 240 mila euro della fideiussione che il gruppo genovese avrebbe anticipato per permettere alla Valore di tornare da subito in possesso di quanto versato lo scorso anno.

Per quanto se ne sa, era l'unico versamento da effettuare subito. Il pagamento del resto del valore attribuito alla Lucchese è infatti scadenzato nel tempo. In pratica, per dare a Cesare quello che è di Cesare, la cordata ligure al momento dovrebbe "soltanto" pagare i debiti e garantire l'iscrizione. Gallo conclude l'intervista dicendo che o entro il martedì trovano il modo di pagare tutto quanto, oppure meglio ritirarsi e buona notte suonatori.

Due note a margine. La prima. Circa i conti del sodalizio rossonero e tutte le loro sfumature: ci chiediamo in cosa sia consistita la due diligence sbandierata, nell'unica conferenza stampa di fine maggio, come urgente e fondamentale per capire la congruenza tra quanto scritto sul precontratto e la reale situazione contabile.

Di quella mattina siamo testimoni di un episodio: a fronte della dichiarazione di totale urgenza del controllo dei conti, i rappresentanti della cordata presero accordo con i responsabili della Lucchese per iniziare a verificare la documentazione il pomeriggio del giorno dopo. Singolare modo di concepire l'urgenza quello di far slittare di oltre 24 ore un'operazione quando i tempi sono ridotti a meno dell'osso.

La seconda. Se un affare di queste dimensioni deve essere messo a repentaglio perché il contratto della sede è disdettato e dunque c'è da trovare un altro immobile dove lavorare, con i tempi che corrono e con la crisi immobiliare in corso, qualche brivido ci corre sempre più lungo la schiena. Lucca, si tranquillizzino, è piena di immobili sfitti.

Le affermazioni di Gallo, come detto, stridono con l'ottimismo di facciata di altri protagonisti di quello che si sta sempre più configurando con un puzzle complicatissimo. O forse sin troppo semplice da ricostruire. Ora non resta che attendere 48 ore per capire cosa realmente hanno nella testa questi signori. Oltre ai proclami.

Dopo Marotta sempre in rossonero, Ventura nuovo allenatore, un triangolare con squadre di rango internazionale (Monaco e Bruges), la topica sui contratti che dovevano già essere scontati quando l'operazione è in realtà possibile solo dal primo di luglio, le conferenze stampa annunciate non convocate, c'è solo bisogno di qualche centinaio di migliaia di euro. Possibilmente non raccattati in giro ma che testimonino come la Nice Srl abbia quella solidità economica minima che serve per gestire la Lucchese. Quarantotto ore per provare, dopo tante parole, a fare davvero qualcosa o dirsi addio?

Fabrizio Vincenti

 

 

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