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Intervista a Giuliano Giuliani che ritrova la voglia di provarci: "Ho ripreso in mano l'agenda telefonica e ho chiamato persone che, il 10 giugno, avevo smesso di cercare"
21/06/2011 20:19
Giuliano Giuliani non se l'aspettava. Ormai, aveva quasi fatto il callo a dover convivere, in un modo o nell'altro, con i genovesi o, nel caso, abbandonarli al loro destino. Non ce ne sarà bisogno. Bulleri e compagni hanno fatto sapere, attraverso un comunicato, che la Lucchese non gli interessa più e che, quindi, se qualcuno vuol farsi avanti, prego si accomodi. Loro non hanno soldi per fare quello che volevano, portare la Lucchese in serie B, pagare gli stipendi ai giocatori e allo staff, pagare l'iscrizione in C1. Le banche, hanno detto, non li hanno aiutati. Comprensibile, visto che non si tratta di istituti di beneficenza e con la crisi di liquidità che circola le garanzie non devono essere buone, di più. Ed evidentemente quelle fornite dalla società Nice srl non lo erano abbastanza. Sia per il Banco di Lucca sia per la Cassa di Risparmio di Lucca Pisa e Livorno dove, questa mattina, i genovesi si sono recati per cercare di capire cosa si poteva fare per la rata scaduta del muto per i terreni di S. Donato.
Ha letto il comunicato?
"Sì, l'ho letto su Gazzetta Lucchese. Avevo il telefono in carica e un incontro con un cliente. Così per un paio d'ore non ho potuto rispondere al telefono. Quando sono andato a riprenderlo, c'erano una quarantina di chiamate. Che dire? Si è trattato di una cosa inaspettata. Proprio stamni mi avevano telefonato Bulleri e Gianfranceschi dalla banca, evidentemente qualcosa non è andato per il verso giusto".
Che ne pensa?
"Non vorrei si trattasse della solita storia della volpe e dell'uva. Intendo dire che ho letto che danno a me la colpa di aver fatto perdere loro del tempo prezioso, eppure io ho saputo solo il 4 giugno del loro contratto con la Valore, il 6 giugno ho ricevuto la raccomandata ufficiale e il 10 giugno ho comunicato l'intenzione di non esercitare il diritto di prelazione. Piuttosto loro, che cosa hanno fatto in tutto questo tempo, fino ad oggi, visto che non hanno tirato fuori nemmeno un euro?".
Ma che cosa vi siete detti in questi giorni, lei e i liguri?
"Io, da buon dirigente, ho incontrato sabato mattina Bulleri. Lunedì, inoltre, mi sono rivisto con Gianfranceschi e Bulleri chiedendo loro che programmi avevano e che cosa dovevamo iniziare a fare. Stamani mi sono sentito due volte al telefono con Gianfranceschi, poi ecco cosa è accaduto".
Si sono lamentati che le banche non li hanno aiutati?
"Signori, ma le banche vogliono garanzie e soldi, quei soldi che mancavano e che mancano tuttora alla Lucchese. Le banche non vogliono discorsi. Io avevo anche cominciato con loro un dialogo, ma era chiaro che, avendo loro l'80 per cento delle quote, dovevano essere loro a decidere la strategia e a pagare per primi".
E adesso cosa accadrà?
"Non voglio illudere nessuno, tuttavia devo e l'ho già fatto, riprendere in mano il telefono e chiamare un sacco di gente che, il 10 giugno, avevo lasciato perdere. Non se se riuscirò a riprendere la Lucchese e a salvarla, ma, se lo farò, lo farò esclusivamente per la Lucchese".
Cosa faranno i genovesi?
"Il loro comunicato è scritto in politichese, voglio prima capire che cosa intendono. Intanto domani mi metterò subito al lavoro".
Aldo Grandi