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Diretta on line, Giuliani in sala stampa al Porta Elisa: "I liguri devono andarsene e subito: mi attendo che Favilla li chiami"
03/07/2011 21:36
Atmosfera infuocata nella sala stampa dello stadio Porta Elisa dove, in questo momento, sta andando in scena una delle più grosse assemblee tra i tifosi, oltre duecento, appiccicati come le acciughe e, seduti al tavolo, Giuliano Giuliani, Gabriele Giuliani, Paolo Giovannini, Nicola Benedetti, Paolo Gianni, Luigi Viani e Mauro Matteoni. Giuliani è una bestia, parla come un ossesso, spiega sino alla noia, ai tifosi, che cosa è successo, che cosa sta succedendo in queste ore decisive per la sorte della Lucchese.
"Ci vuole una grossa spinta mediatica per cacciare questa gente. A dirla con due parole non ci vuole che un giorno, se questi dirigenti volessero andare via, basterebbe andare da un notaio e lasciare la strada libera. La Valore? Hanno detto che domani faranno qualcosa, che sono consapevole di aver commesso un grosso errore, ma dicono anche che la Lucchese è un problema mentre loro di problemi ne hanno mille".
Giuliani è un fiume in piena. Ne ha per tutti. Per la Valore, per Giovanni Valentini, l'ex amico e socio che lo ha tradito, per il sindaco, incapace di muovere un solo dito per dare una mano in una fase critica come questa, per la classe politica lucchese, per gli industriali, per gli imprenditori, per tutti quelli che se ne sono lavate le mani.
Infine, è il turno della Nice Srl e dei suoi "morti di fame": "Ma non avete ancora capito perché sono venuti qua questi? In passato si sono avvicinati a società simili a cadavere, le hanno fatte morire e poi hanno preso quello che potevano. Con la Lucchese volevano fare la stessa cosa, ma non ci sono riusciti. Nella vita normale un fallimento rappresenta, per l'80% delle persone, un'anomalia, invece per qualcuno è un modo per mettersi in tasca qualcosa".
L'ex presidente rossonero è andato avanti cominciando a raccontare che cosa è accaduto alla Lucchese dalla fine del 2010, da quando, cioè, la Valore ha tirato i remi in barca smettendo di adempiere ai propri impegni.
"Tanto per essere chiari - ha incalzato Giuliani - se non ci fossimo stati io e mio fratello a tappare i buchi, le ultime quattro partite col cavolo che i calciatori rossoneri le avrebbero giocate. Ora, non c'è più tempo da perdere. Questa gente deve andarsene e io mi aspetto che domattina il sindaco Favilla convochi i rappresentanti della Nice Srl e chieda loro che cosa cazzo vogliono fare. Io cercherò in questi pochi giorni che restano di ricompattare il fronte delle possibili aziende interessate all'80% delle quote della Valore, ma non è detto che ci riesca. C'è chi dice che Gallo e soci voglioni dei soldi per andarsene. Ebbene, che sappiano che non c'è un solo imprenditore disposto a tirare fuori anche un solo euro per farli andare via".
Dopo l'intervento di Giuliani è la volta di Paolo Giovannini. Il diesse rossonero non ha mai usato parole così dure come queste: "Nessuno mi toglie dalla testa che Valore e Nice siano la stessa persona e che solo l'intervento della prima può far andare via la seconda. Leviamoci dalla testa l'idea che sia possibile, per la Valore, riprendersi l'80% delle quote, così, semplicemente senza che non ci sia qualcuno pronto a rilevarle un attimo dopo che la Nice Srl le ha restituite. Credo che qualcosa potrà avvenire solo contestualmente: in sostanza, nell'atto in cui la Nice restituirà la quote ci vorrà qualcuno pronto a rilevarle".
Poi, ancora Giuliano Giuliani che ha sbottato: "Ma la volete sapere l'ultima?Questa gente aveva già contattato la Juventus per prendersi i soldi della cessione di Citti. Ci ha telefonato Giovanni Rossi, responsabile del settore giovanile bianconero, dicendoci che era stato chiamato da un loro emissario, il quale gli aveva proposto, essendo loro i nuovi proprietari della Lucchese, di vendere alla Juventus il giocatore a 100 mila euro invece che a 140mila a patto che 40 mila venissero versati nelle casse della Lucchese 60 mila all'intermediario previa emissione di fattura. Ecco che cosa volevano fare i nuovi padroni della Lucchese".
Aldo Grandi