Un'altra giornata cruciale: Giuliani chiamato a decidere sul da farsi

06/07/2011 07:18

E' oggi la giornata chiave per capire gli sviluppi riguardo le possibilità di sopravvivenza della Lucchese, paradossalmente - ma mica tanto - più di ieri, quando il sindaco Favilla ha tentato di radunare tutte le parti in causa intorno ad un tavolo. "Mi prendo una nottata per riflettere - ha detto ieri fuori palazzo Orsetti Giuliano Giuliani - poi vedrò il da farsi". C'è rimasto solo lui a poter provare un estremo tentativo di salvataggio. Lo sa, e non a caso si è preso ancora qualche ora prima di decidere. La scelta, per mille motivi facilmente comprensibili, non sarà facile.

Ma è intorno a quella frase che si appuntano le speranze dei tifosi rossoneri che ancora una volta, qualora ce ne fosse stato di bisogno, hanno capito a loro spese - e con loro forse lo stesso Giuliani - che babbo Natale non arriva dal cielo, almeno su quello di Lucca, e che dunque illuminati imprenditori del Nord come del Sud non si materializzano all'ultimo secondo dopo mesi di tentativi a vuoto.

"Mi prendo una nottata per riflettere": segno che Giuliani non ha ancora gettato la spugna e, probabilmente, carta e penna alla mano, vuole capire quali possono essere le possibilità residue di salvare la Pantera. Ora come non mai, qualora provasse a non gettare la spugna, sarebbero importanti dei segnali dalla città. Tangibili. Ora come non mai l'imprenditoria lucchese dovrebbe provare, sotto forma di sponsorizzazione, di partecipazione o che altro, a mettersi le mani in tasca.

Ieri vedere le facce stravolte dei tifosi, la rabbia che comunque non è deragliata mai in atti di violenza, l'impotenza di chi, come quel farmacista di Livorno ma originario di Lucca, ha chiuso baracca e burattini per stare due ore sotto un portone con la sua sciarpa nella speranza di non vedere nuovamente gettati al vento i sogni domenicali, che poi sono in realtà di tutti i giorni, ha fatto male. Il calcio non è solo un pallone che rotola.

"L'ultima rappresentazione sacrale della vita", lo definì a suo tempo Pasolini, un poeta che ha letto con 30 anni di anticipo gli sviluppi della nostra Italia. Speriamo se lo ricordi l'intera città. E, nel frattempo, incrociamo le dita.

Gazzetta Lucchese