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Bulleri si tira fuori: "La Nice era disponibile a firmare l'atto, ma il commercialista della Cipriano ha detto che non c'erano le condizioni, si č alzato e se n'č andato. Il futuro? Potremmo scegliere la strada della messa in liquidazione della societā"

12/07/2011 19:45

Signori, si parte. Lo scaricabarile sulla infame fine riservata alla Lucchese Libertas ha avuto ufficialmente inizio. E il primo, doverosamente, non poteva non essere l'amministratore unico Pino Bulleri, posto dalla Nice Srl a capo di una società praticamente senza né capo né coda, ovvero la Lucchese dell'ultimo mese, sempre più desolatamente solo, ma il più alto in grado al momento. La verità secondo Bulleri? Eccola.

"Il primo contatto con la Cipriano - attacca Bulleri - l'ho avuto alle 21 di ieri sera quando mi ha chiamato Luigi Viani e mi ha detto di tenermi pronto; alle 23 seconda telefonata in cui mi chiedeva di rintracciare e convocare anche Rangone e Montali (i due soci della Nice Srl ndr). Ho risposto che potevo disporre della mia presenza e non di quella di altri e l'ho invitato ad attivarsi direttamente. I responsabili della Nice, nonostante tutto, si sono dimostrati molti disponibili e stamani, sono partiti alle 9 e alle 12,30 erano qui da me".

"Dopo circa un'ora è arrivato Giuliani insieme a Nencini e ci siamo messi a parlare tutti insieme della situazione prima di andare dal notaio. Qualcosa nel fax della Valore non ci convinceva, c'era il problema delle fideiussioni sui terreni, il problema del nostro assegno da restituire e, in generale, non si capiva se la Valore, vista la sua attuale situazione poteva o non poteva compiere atti".

"Poi - continua Bulleri, oggi solo più che mai - siamo andati dal notaio, ci hanno fatto fare 10 minuti di anticamera mentre di là il notaio con Giuliani, Lumini, Paolinelli e tutti gli altri parlavano. Montali ha chiamato il suo notaio e so che si è sentito con il notaio Costantino, ma non so cosa si siano detti. Fatto sta che poi siamo entrati dentro e pochi istanti dopo Paolinelli (commercialista della Cipriano ndr) si è alzato in piedi e ha esclamato: "Questo atto non si può fare". Ha preso e senza aggiungere altro e nemmeno salutare è andato via seguito da tutti gli altri".

"Da parte nostra abbiamo fatto ogni cosa per agevolare la trattativa, compreso il fatto che cedevamo la Lucchese a 80 euro e che abbiamo anche proposto di siglare un impegno di vendita con la Cipriano senza l'atto di cessione vero e proprio da perfezionare nei dettagli nei prossimi giorni. Nessuno, alla proposta, ha fiatato. Silenzio totale come c'è dal 21 di giugno in poi. Anche dal sindaco eravamo andati per conciliare le posizioni ma non c'è stato verso. L'idea che mi sono fatta? L'avete ora sotto gli occhi tutti. Perché non abbiamo fatto la domanda di iscrizione per 32 mila euro? Perché sapevamo che non avevamo più le disponibilità per dare seguito ai pagamenti successivi. Il futuro? Venerdì ci sarà l'assemblea con all'ordine del giorno le mie dimissioni e la situazione generale: possibile anche si vada verso un concordato preventivo anche se Montali mi ha detto che proverà a fare il possibile per non far morire il calcio a Lucca". Avanti il prossimo.

Fabrizio Vincenti

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