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Mia Pisano: "La Lucchese è solo nostra è solo di chi c'è stato di chi ha sperato di chi ha sognato che il calcio fosse quello di suo padre o di suo nonno"

15/07/2011 16:56

Riceviamo e volentieri pubblichiamo l'amaro sfogo di Mia Pisano sulle vicende che hanno portato alla nuova morte della Pantera rossonera.

Siamo vittime di un sistema ,può sembrare un luogo comune ma è così siamo vittime di un sistema che da anni ormai pilota il povero tifoso, che lo fa arrendere, che lo fa allontanare da una delle cose più antiche e belle, il gioco del pallone. Si è inserito ormai nel nostro sistema un nuovo modo di concepire questo gioco si tratta pur sempre di calci ma in luogo che rimane marginalmente allo scuro per chi non lo mostra. E a vincere è colui che invece di far goal fa cadere a terra l'avversario sperando se possibile di non farlo rialzare più. Ma chi soffre in tutto questo siamo noi. Quanti di noi l'anno scorso hanno fatto una spesa in meno pur di avere quella plastica rossonera in tasca, quella plastica che ti avrebbe garantito una gradinata "confortevole", la pioggia perché avevi l'ombrello con la punta, la rabbia per quella palla che non entrava,la rabbia per qualche tifoso che ti tradiva, la rabbia per quella tessera inutile,la rabbia per i presunti "biscotti" ma c'eri, c'eri perché ti ci aveva portato la prima volta tuo tuo nonno, c'eri perché la domenica la pay tv non ti garantisce un amico seduto accanto a te a saltare, c'eri perché la prima volta ti ci aveva portato tuo padre con la sciarpina al collo e la bandierina. Oppure c'eri perché come me, Lucca ce l'hai dentro e anche se lavori tutta la settimana nel mondo del calcio il pensiero di aiutare in qualche modo la tua squadra ti rendeva onorato. Perché semplicemente chi non è tifoso non può capire, cosa significa entrare al Porta Elisa, cosa significa una partita vista con gli amici di sempre a discuter di falli, corner e di arbitri maldestri, cosa significa andare in trasferta con i tuoi amici urlare saltare gioire e rattristarsi. Eccolo il nuovo sistema un calcio fatto di mattoni, cemento e colpi , ma non colpi di mercato. Ah già il mercato... se la nostra squadra fosse iscritta adesso si parlerebbe di ritiro di colpo di mercato, di difensore centrale, di centro campo che l'anno scorso c'è mancato, di attacco, di serie B un anno, no forse in due. L'unico colpo adesso è quello delle porte sbattute, e dei cuori dei tifosi..ma questo solo quel ristretto numero di persone che tifano può capirlo. Eccolo il nuovo sistema costruito sul corpo degli sconfitti, dei vinti senza gloria, di gente che ha sperato voluto e creduto che il calcio non fosse questo, che il calcio non rimanesse insabbiato in un campo di terra. Per quanto mi riguarda la Lucchese è solo nostra, è solo di chi c'è stato di chi ha sperato di chi ha sognato che il calcio fosse quello di suo padre o di suo nonno e mi chiedo ora dove saremo tutti la domenica, a cosa penseremo la domenica in salotto davanti una squallida tv che costa più dell'abbonamento alla Lucchese . Mi chiedo cosa ne sarà dei nostri cori, mi chiedo se forse per tanti è meglio così non c'è più una colpa o un colpevole ci sono molte colpe e molti colpevoli, ma un solo vero sofferente il tifoso che non perde soldi ma perde un amore.

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