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Riccardo... Cuor di Leone: "Se torneremo alla Lucchese? Il cuore e papā dicono di sė, ma prima dobbiamo riflettere"

27/07/2011 23:21

Pubblichiamo l'intervista in esclusiva rilasciata a Aldo Grandi di www.lagazzettadilucca.it da Riccardo Maestrelli un paio d'ore fa:  

Non sempre essere figli d'arte e, per di più, di genitori famosi e apprezzati per quello che hanno fatto, può costituire un vantaggio. Spesso, è il contrario, sempre a dover convivere con i paragoni, con i confronti, con in giudizi incrociati, sempre, poi, a doversi misurare con una figura più o meno ingombrante. Quando, a Lucca, dici Egiziano Maestrelli, tutti evocano un periodo d'oro del calcio rossonero, dimenticando, magari, che gli ultimi anni furono, per l'Egiziano, una vera e propria via Crucis contrassegnata da contestazioni e insuccessi. Ma, come sovente accade, il passato cancella le amarezze o, quantomeno, le attenua e restano, giustamente, i ricordi più belli che, per la Lucca calcistica sono quelli di una squadra che ha dato il meglio di sé e dato spettacolo in giro per l'Italia per almeno quattro, cinque stagioni. Adesso, a distanza di oltre un decennio, ecco profilarsi, all'orizzonte e sulle ceneri della Lucchese Libertas 1905 fallita due volte in tre anni (sic!), la figura di un altro Maestrelli, Riccardo, accompagnato in questa sorta di tentativo di rientrare nel calcio, dagli amici di sempre Enrico Castellacci e Pino Vitale oltre al caterpillar della ex difesa di una volta Bruno Russo. Di lui, tutti, si domandano se, come il suo omonimo, avrà un Cuor di Leone capace di far sognare un ambiente che definire depresso è un eufemismo e che si attacca, ormai, alla storia e all'affetto di e per un nome, pardon, un cognome: Maestrelli appunto.

A volte ritornano... i Maestrelli s'intende

Ancora non sono tornati, nel senso che abbiamo dato una disponiblità che era quella di dare una mano a questa società per tutto quello che è il nostro legame con il passato. Però con un Input preciso, cioè volevamo essere affiancati da una/due famiglie lucchesi. Perché questo? Non solo per un aiuto economico al progetto, ma per avere qualcuno che condividesse con noi la passione e la voglia di dare una mano a questa squadra.

E le avete trovate?

Non le abbiamo trovate e, purtroppo, lo devo dire con una grande delusione.

Questo vuol dire che non tornerete a Lucca?

Vuol dire, semplicemente, che le ultime notizie danno la disponibilità di un gruppo numeroso di persone che si metterebbero insieme. E' quello che Bruno Russo è riuscito a trovare, un 20 per cento che sarebbe rilevato da queste persone che nominerebbero un rappresentante. Ci è stato chiesto di fare un'ultima riflessione prendendo in considerazione anche questa opportunità.

E voi la state facendo?

La telefonata di Bruno Russo è di un'ora fa, quindi, ci apprestiamo a fare questa riflessione. Noi, io e Andrea Bacci, domani ci troverempo e ne parleremo. Bacci è già al corrente di questa cosa, poi prenderemo una decisione. Non è, però, quello che volevamo. Io davo per scontato il fatto che ci fossero due famiglie di peso pronte a affiancarci, senza, ovviamente, nulla togliere a quelle persone che si sono impegnate insieme e che ringrazio sin da ora per la loro disponibilità. Anche Nicola Giannecchini ha dato una grande disponibilità. Peccato, però, che nonostante a Lucca ci siano queste famiglie, nessuno si sia mosso. 

Maestrelli dica la verità: papà che dice?

Da una parte lo sento voglioso di andare, comunque, avanti perché vuole aiutare la società a ripartire, poi, però, siccome l'impegno non se lo può prendere, dice a me di vedere se ce la faccio, compatibilmente, con gli impegni che ho.

E lei cosa gli risponde?

Io gli rispondo che in questo momento, senza il coinvolgimento di una famiglia importante, sono motlo titubante a prendermi la responsabilità, da solo, anche perché questo deserto sociale che si sta manifestando, in qualche maniera mi fa anche riflettere. Il fatto che nessuno, veramente nessuno tra queste famiglie che pensavo fossero disponibili a Lucca a sposare un progetto serio, si sia fatta avanti, mi spinge a fare un esame di coscienza e, magari, a ripensarci.

Riccardo Maestrelli è nato a Lucca?

No a Firenze, sono fiorentino al cento per cento.

Tifoso della Fiorentina?

Sì, da sempre.

Qual è il suo legame con Lucca?

Io ho un ricordo molto bello degli anni vissuti a Lucca. Erano sabati e domeniche trascorsi con la squadra, le trasferte fatte, vedere a Lucca la partita. Questa grande passione mio padre l'ha trasmessa ai suoi due figli maschi, Giulio e il sottoscritto.

Cos'è, per lei, Pino Vitale?

Un padre o, forse, meglio dire un fratello maggiore. Non vorrei si sentisse troppo vecchio.

Ed Enrico Castellacci?

Un altro fratello maggiore.

Bruno Russo?

Una persona squisita, eccezionale con un grande amore per Lucca e la Lucchese.

Cos'è per lei l'amicizia?

Penso siano pochi gli amici veri, però, sono persone a cui, nei monenti di difficoltà, sai che puoi sempre bussare alla porta anche solo per un consiglio.

Perché non ha preso la Lucchese in C1?

Quando mio padre decise di smettere con il calcio, noi non abbiamo mai pensato a riprendere la Lucchese né a tornare nel calcio in generale.

Quando suo padre se ne andò subì parecchie contestazioni. Anzi, se ne andò proprio per quelle. Adesso, a distanza di tanti anni, siete chiamati a salvare la Lucchese dalla scomparsa definitiva. Strana la vita...

Guardi, nel calcio credo faccia parte del gioco. Mio padre, per carattere, sopporta pochissimo la contestazione, ma credio che la rabbia di quel momento, che lo spinse ad abbandonare e a lasciare la Lucchese, non abbia cancellato, assolutamente, gli anni belli e ricchi di soddifsazione che ha avuto a Lucca.

Lei è consapevole di rappresentare l'ultima speranza per l'ambiente calcistico rossonero?

Se lei mi dice così, mi dà una respinsabilità troppo grande...

Ma è la verità.

La verità non si può dire, magari, poi, Maestrelli non fa niente e all'improvvispo una famiglia importante a Lucca decide di fare qualcosa...

Lo sa meglio di me che è impossibile...

Diciamo che è difficile, però, noi siamo qui e vedremo quello che possiamo fare fino all'ultimo.

Domani sera c'è un'assemblea a Capannori indetta dal sindaco per cercare di costituire una società ad hoc denominata, pare Territorio, che vorrebbe acquistare il 20 per cento delle quote della Lucchese.

Io dico che saremo in contatto con loro fino a domani, forse domani l'altro tramite Russo, comunque entro la fine della settimana andrà presa una decisione definitiva.

Il sindaco di Capannori, in conferenza stampa, ha detto che ci mette la faccia e non solo la sua, per trovare questo gruppo di imprenditori/sostenitori in grado di raccogliere la somma necessaria per costituire una società che funga da soggetto unico per affiancarla. Tuttavia, dati i tempi stretti, bisognerebbe che lei sottoscrivesse tutto il capitale o quasi cedendo, poi, subito dopo, la parte richiesta al gruppo neocostituito. Cosa ne pensa?

Penso che se decidiamo di andare avanti e la scelta sarà sì, la strada che il sindaco di Capannori consiglia, sarà assolutamente percorsa.

Maestrelli, cosa pensa dei politici?

Io penso che i politici facciano un mestiere difficile e che in questo momento la percezione della gente verso la politica è assolutamente negativa. Personalmente, penso che se la politica fosse fatta nella maniera giusta, sarebbe una cosa bella.

Suo padre aveva un ottimo rapportro con i politici, basta guardare anche al numero dei supoermercati che arrivò a costruire.

Se lei va a vedere i supermercati che aveva mio padre a Lucca quando prese la Lucchese, si accorgerà che erano i soliti che aveva quando la lasciò. Quindi, nessun privildegio. Mio padre era una persona di rapporti in generale e li aveva buoni con sia con i politici sia con gli imprenditori, in realtà con tutti. La politica, a mio avviso, è una cosa seria che non deve essere troppo legata all'imprenditoria, figuriamoci al calcio.

Cosa pensa della proposta Ascom di destinare parte dei pedaggi sui posti auto a pagamento alla Lucchese?

Io penso, e lo dico fin dall'inizio, che se si parte, si parte con un progetto serio e lo si fa con imprenditori seri senza bisogno di andare a cercare niente da parte del comune di Lucca che, immagino, avrà altri problemi da risolvere prima della Lucchese.

Sì però il calcio tira anche fra i politici in termini di popolarità.

Lo capisco che tira.  Comprendo anche il loro impegno nel cercare di trovare imprenditori disponibili. Però, avranno il loro ruolo più avanti, se ci sarà bisogno di spazi, ma non deve essere la politica a dover finanziare il calcio.

Aspetto tecnico: ovviamente Pino Vitale le darebbe una grossa mano.

Spero di sì, se è un fratello, i fratelli si aiutano.

C'è qualcosa di Lucca che le dà fastidio?

No, assolutamente.

C'è qualche giocatore dei tempi d'oro che ricorda con particolare affetto? 

Oltre a Bruno Russo, ricordo volentieri Mario Donatelli.

Perché?

Perché mi stava particolarmente simpatico. Era genio e sregolatezza, faceva dannare sì, ma faceva anche divertire.

Essere figli di personaggi famosi o realizzati può rappresentare più un peso che un vantaggio.

Togliendo tutto quello che lui ha fatto, essere figli di un padre così è tutt'altro che un peso.

Quali difetti riconosce a suo padre?

Un caratteraccio e, forse, l'essere troppo permaloso.

Quali pregi?

E' una persona di una bontà unica, un generoso, con una mente sopra la media.

Una volta, chiacchierando a proposito di un infortunio a un giocatore, non sapendo spiegare la cosa, disse, testualmente, 'Non so fare nemmeno un uovo al tegamino'. E' vero?

Diciamo che ha avuto accanto una donna meravigliosa che l'uovo al tegamino lo sapeva fare.

In conclusione e senza tanti giri di parole, tornerete o no a Lucca la prossima stagione?

Guardi, il cuore e papà direbbero di sì, però lasciamoci altri due giorni per le consultazioni e per un ragionamento non condizionato dalla passione. 

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