Juve Stabia, agonia senza fine. Le "vespe" a un passo dal baratro societario

01/03/2008 17:01

C'era Ennio Gregorio, l'amministratore delegato uscente, c'erano il commercialista e il segretario delle "vespe". Ma non c'era Michele Cesarano attuale proprietario del pacchetto di maggioranza della Juve Stabia. Che è sostanzialmente irreperibile. Così, l'assemblea dei soci è andata deserta per la terza volta e ora per la società campana si profila un incubo dei peggiori. Il collegio dei sindaci, preso atto della situazione, deve solo decidere se depositare i registri contabili in tribunale per dare il via alla procedura dello scioglimento, come si conviene nei casi in cui l'assemblea dei soci non è più funzionante; oppure dare il via al fallimento che, almeno, permetterebbe di lasciare un barlume di speranza attraverso al cessione del titolo sportivo a terzi per opera del curatore fallimentare. Nel caso di scioglimento, invece, c'è la immediata perdita della affiliazione alla FIGC. A meno che Cesarano, con un colpo di teatro non sblocchi la situazione e dia il via alla ricapitalizzazione della società. Difficile, molto difficile, ma sperare non costa nulla ormai.

Una situazione, insomma, disperata dove stanno provando a muoversi le istituzioni ma non si sa bene con quale effetto, dove gli ipotetici compratori appaiono e scompaiono invischiati in beghe di carattere giudiziario che riguardano il pacchetto azionario della società stabiese, dove ci sono solo un gruppo di giocatori e il loro tecnico a provare a tenere duro. Gli stessi tifosi, ieri, hanno disertato l'assemblea dei soci. Il crac drammatico per una società ultracentenaria è dietro l'angolo. Difficile essere ottimisti, la palla sicuramente è, ancora per poco, nelle mani di Cesarano. A Castellammare non è splende il sole.

Gazzetta Lucchese