La speranza è l'ultima a morire: Bulleri e Montali si augurano di essere riammessi all'Eccellenza. Intanto pagano albergo, divise e palloni

01/09/2011 18:57

L’aria è quella di chi pensa di farcela, tra luci ed ombre. Non ci sono tifosi venuti a vedere la nuova Lucchese, ma l’entusiasmo tra i giocatori, lo staff tecnico e la dirigenza è alto. Si parla, finalmente, di ridare corso ad una gloria cittadina infangata negli ultimi mesi da polemiche sui debiti che la società aveva contratto e la scarsa affidabilità dei manager. Di Giuliani non si sa niente; formalmente, dato che dal punto di vista legale la società calcistica è rimasta la stessa, è sempre proprietario del 20 per cento, ma soltanto qualche telefonata con Montali. Le luci sono molte, quelle di una squadra che per titoli conquistati, strutture in utilizzo e storia è diciassettesima a livello nazionale, in una graduatoria delle più blasonate. E poi ci sono quei nomi, Pasculli che ha molta fiducia nella possibilità di un arrivo in Eccellenza della squadra e la rosa dei calciatori, tutti molto giovani, provenienti da esperienze italiane o estere, in serie come la D o la C. Insomma non ci vogliono nemmeno pensare quelli della Lucchese a militare in terza categoria. Poi però ci sono le ombre, a partire dalla decisione della Lega. E l’utilizzo dello stadio; se fosse tolta questa possibilità al club, molti sponsor che si stanno riavvicinando, si tirerebbero indietro. Come probabilmente si defilerebbero alcuni dei giocatori trovati, non accontentandosi della terza categoria, come ha ammesso lo stesso Bulleri. E poi ci sono i debiti. Per il momento, le spese al “Country Club”, albergo del ritiro della squadra, le divise, i palloni, sono tutti stati pagati da Montali. “Per ora vogliamo capire in quale campionato ci ritroveremo, molto dipende da quello. Dopo ci sarà modo di affrontare la questione debiti. Sicuramente, non desideriamo l’Eccellenza per i contributi che ci verrebbero corrisposti. Coprirebbero, solo, una piccolissima parte. Noi facciamo tutto questo e io in prima persona – dice Bulleri – per la squadra e per la città, con la speranza di poter riuscire a giocare un calcio appassionante e pulito”.

Luca Della Maggiora