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Laura Nannini, l'amaro del caffè, la dolcezza del sorriso: "Lucca non poteva restare senza calcio"
17/11/2011 17:03
Laura Nannini, bionda e bella, 44 anni, lucchese doc,
erede di una delle dinastie cittadine più conosciute, segno zodiacale gemelli,
imprenditrice della Sitea srl di Porcari, azienda che si occupa della
lavorazione di tè e caffè per conto terzi. Tra le sue passioni, lo sci e, da
poco, il calcio, ma solo per guardarlo dalla tribuna.
Perché questa
decisione improvvisa di scendere in campo con la nuova Lucchese?
Io sono stata convinta da Bruno Russo. Lui credeva in
questo progetto e nel fatto che Lucca, senza calcio, sarebbe stata un po’
squallida. Poi, ho conosciuto Nicola Giannecchini e Micheloni che conoscevo da
bambina e ci siamo, così, ritrovati insieme in questa avventura. Principalmente
ho pensato ai miei genitori, Giuseppe Nannini e Paola Ravera, che erano
entrambi tifosi e amici storici di Maestrelli e Grassi. Ora, invece, sono io la
tifosa della Lucchese e ho coinvolto anche mia figlia, Alessia, che ha 11 anni.
Dica la verità: le
è costato parecchio, in termini economici, partecipare a questa iniziativa?
Direi di no perché, in effetti, non c’è stato un grosso
esborso di denaro e, comunque, mi sono resa conto che meritava.
Quest’anno quante
gare ha già visto?
Tutte anche quelle di coppa Italia.
Va anche in
trasferta?
Certo, sono stata anche ad Albinia.
Partite in gruppo?
Ognuno va per conto proprio.
La partita più
bella quest’anno?
La prima a Porcari, quando abbiamo vinto 5 a 1. E’ stata
molto emozionante. Ci tenevo che la squadra vincesse, poi, sono rimasta
impressionata dai tifosi che, nonostante la categoria fosse l’Eccellenza, hanno
mostrato attaccamento ai colori.
Qual è il sogno nel
cassetto?
Andare in categorie superiori perché per una città come
Lucca è giusto che sia così.
Anche se ci sarà da
spendere di più?
Questo si sa, ma io mi auguro di arrivare, almeno, in C1.
All’inizio, pur se consapevole di quello che stavo facendo, mi sono trovata
spaesata visto che l’ambiente è, essenzialmente, maschile. Poi, però, sono
entrata più nella parte andando a vedere le partite e con lo spirito di chi
andava a vedere una squadra che non solo rappresentava la mia città, ma era
anche mia. Ho superato, quindi, ogni remora e adesso mi sento, perfettamente, a
mio agio.
Cosa hanno detto in
famiglia quando ha annunciato l’intenzione di diventare socia dell’Fc Lucca?
L’ho detto a cose fatte. Mia mamma adesso è contenta e mi
chiede sempre i risultati. Ieri in coppa è venuta anche lei allo stadio. Le è
piaciuto, ma all’inizio era un po’ titubante.
Lei partecipa alle
riunioni della società?
Sì. A volte può capitare che qualcuno la pensi
diversamente dall’altro, ma non si litiga e andiamo d’accordo. Credo che la
cosa che ci accomuna è l’entusiasmo che ci stiamo mettendo affinché si vada
avanti nel miglior modo possibile. Il messaggio che vogliamo trasmettere è
quello di non avere secondi fini se non il bene della Lucchese in senso
sportivo ed è per questo che ci troviamo d’accordo tra noi. E’ bello anche il
fatto che, mentre, sino ad oggi, al massimo i soci sono stati due, noi, al
contrario, siamo già in sei e, sicuramente, il nostro numero è destinato ad
aumentare.
E’ la prima volta
che la Lucchese è in mano a così tanti lucchesi.
E’ vero. Come, del resto, è giusto che sia perché, alla
fine, solo chi è nato e vive in questa città può avere voglia e passione per
impegnarsi in questa attività e in questo progetto.
Gazzetta Lucchese