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Serata da Gigi in compagnia dei due tecnici di Fc Lucca e Lammari 1986: passano gli anni, cambiano gli attori, ma la passione č sempre la stessa

18/11/2011 19:26

Appuntamento, dicono, alle 20,30 da Gigi in piazza del Carmine, il ristorante di proprietà di Michele Tambellini ex portiere rossonero e, adesso, team manager della nuova Fc Lucca targata Bruno Russo. Invito esteso ai giornalisti perché, a cena, ci sono i due tecnici delle squadre che si affronteranno, domenica a Forte dei Marmi, per il campionato di Eccellenza: Giacomo Lazzini per Fc Lucca e Stefano Fracassi per il Lammari 1986. Così, seduti a un tavolo a degustare zuppa alla frantoiana, tordelli lucchesi, rovellina con spinaci all'agro e patate fritte, un gruppo malnutrito - in senso numerico, ovviamente - di colleghi di stampa e Tv: da Fabrizio Vincenti a Giulio Torcigliani, da Lodovico Poschi Meuron a Emanuela Lo Guzzo ad alcuni tifosi che si occupano di vicende e ne scrivono.

Così, finalmente, si è potuto conoscere anche il lato umano di un tecnico vincente come Lazzini così come di una persona squisita e simpatica come Fracassi, di giorno sottufficiale della Guardia di Finanza alla sezione di polizia giudiziaria della procura della Repubblica e, la domenica e non solo, allenatore di spessore. Belli gli aneddoti raccontati da Lazzini, come quelli di quando, nei lontani anni Novanta, calcava i terreni di gioco sotto la guida di un tecnico di nome.... Corrado Orrico. "Per me Orrico è stato un maestro - ha detto - e sotto il profilo professionale era, vent'anni fa, davanti a tutti di un palmo. Umanamente era fatto a modo suo, ricordo ancora quando arrivò alla Carrarese. Io ero sotto il militare, avevamo disputato un paio di partite dopodiché l'allenatore titolare era stato sostituito, appunto, da Orrico. La prima volta che ci vide, ci riunì e, senza tanti fronzoli, indicò quattro cinque di noi e disse loro di non farsi più vedere al campo. Restammo attoniti. A me, senza tanti preamboli, chiese quanto pesassi. Ero un figurino, ma ero, comunque, 73 chili. Mi disse che, se avessi voluto giocare, sarei dovuto scendere a 71 altrimenti ciccia. Ricordo ancora, dopo un duro allenamento e prima di una partita cui tenevo moltissimo, ero stato in panchina per un bel po', mi pesai e restai di sasso: ero sempre 73. Allora andai a casa e, dopo essermi cambiato, andai a giocarmi una partita di tennis con un caro amico, oltre un'ora e mezza. Tornai a casa e presi un cappuccino andandomene a letto. La mattina seguente mi svegliai e andai di corsa da Carrara a Forte dei Marmi e ritorno. Sudavo come una bestia. Mi cambiai e andai, nuovamente, a giocare a tennis con un amico per un'ora e mezza. Alla fine, la sera e senza aver mangiato, mi pesai, ero, finalmente, 71. Da quel giorno giocai una dopo l'altra tutte le partite. Orrico era e, credo sia rimasto, così".

"Essere alla Lucchese - aggiunge Lazzini - è, per me, più che una scommessa, una opportunità. Il gruppo è migliorato e posso tranquillamente dire che non sfigurerebbe nemmeno in serie D. Tosto? Ha un infortunio per uno stiramento e ci vorrà ancora un po' prima di rivederlo in campo. Contro Lammari cercheremo di fare la nostra solita gara. Loro sono una buona squadra". "Buona sì - interviene Fracasssi - ma mi domando come si possano avere 14 punti in classifica con soli sette gol all'attivo. Dobbiamo migliorare nella fase offensiva e, nel caso, a dicembre vedremo di ingaggiare qualcuno. Di certo la Lucchese è più forte e lo dimostrano i punti e il primato in classifica, ma noi ci teniamo a fare bella figura e, soprattutto, abbiamo fame di punti. Abbiamo qualche infortunato, ma non ci tireremo indietro, del resto, undici contro undici non ho paura di nessuno".

Arrivano, uno dopo l'altro, anche Bruno Russo, il presidente Nicola Giannecchini, Nicola De Luca, Marco Gonzadi e Carmelo Sgrò, l'ultimo socio della covata Giannecchini. L'atmosfera è calorosa, c'è qualche tifoso che strizza l'occhio e si fa vedere, ci sono entusiasmo e passione, onestà e sincerità, c'è Clausio Tosi di Foto Alcide che si mangia i due primi e, poi, si alza perché, dice, deve andare a un compleanno. Torcigliani è elegantissimo, addirittura indossa un abito con giacca e cravatta; Poschi Meuron indossa, invece, la solita, immancabile videocamera per immortalare la serata e diffonderla sulla sua Tv digitale. Fabrizio Vincenti ha la sua Nikon a fargli compagnia mentre scopriamo, con stupore e simpatia, che la Emanuela Lo Guzzo è stata giocatrice di serie A e B di basket. Micky da Sant'Alessio è un perfetto padrone di casa e una bella persona. Il calcio, si vede, è la sua vita. Bruno Russo, sornione come un gatto che aspetta sempre di veder passare il topo di turno, ride e addenta i cantucci della casa annaffiandoli con un po' di vino rosso, meglio, a quanto pare, dello stesso vin Santo. Non ci sono i Giuliani, né i Fouzi Hadi, né i Giovanni valentini, ma questo gruppo di lucchesi doc, tutti giovani di belle speranze e avventure, meritano fiducia e l'amore della città: hanno fatto qualcosa che altri, più ricchi e scafati, si sono ben guardati dal fare. Siamo, è vero, in Eccellenza, ma meglio così che sempre sotto scopa.

Aldo Grandi

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