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Braglia sbotta: "Il campo? Date una occhiata alle gambe dei miei giocatori. Il terreno č pieno di sassi. Qui č meglio che nessuno faccia l'offeso"
11/03/2008 15:52
Non te le manda a dire. Mai. Soprattutto se ha da difendere i
suoi ragazzi. E così Piero Braglia nell'incontro del martedì dice la
sua sulla questione del manto erboso del Porta Elisa. Lo fa con un
argomento che lascia poco spazio alle interpretazioni, ovvero chiedendo
a Manuel Scalise di far vedere de visu l'entità dei danni
riportati dal contatto con l'erba dello stadio. Un'erba mischiata a
sabbia vulcanica o, sarebbe meglio dire, a sassi. Le escoriazioni che
presentano le gambe di Scalise fanno impressione: sono come delle
bruciature sulla carne viva, ognuna di dimensioni anche di dieci
centimetri. Il forte centrocampista rossonero ne ha almeno tre-quattro
per gamba, tutti e due gli arti sono completamente ricoperti di
escoriazioni. "Qualcuno, mi è parso di capire, abbia fatto l'offeso
perché domenica ho detto ad Aldo Grandi del problema patito dai
calciatori. Del resto, ho il dovere di difendere i miei giocatori e lo
avrei detto a qualunque altro giornalista mi fosse capitato a tiro. Le
conseguenze del contatto con un terreno del genere sono evidenti, come
potete vedere, e mi pare non ci sia proprio motivo di fare gli offesi,
da parte di nessuno, anche in società. Tutti i miei giocatori hanno
avuto escoriazioni, ripeto, tutti quelli che hanno giocato. Cinque-sei
di loro hanno ferite di dimensioni rilevanti. Non ho mai visto buttare
i sassi sui campi, evidentemente qui funziona così. Dicono sia sabbia
vulcanica. Di sabbia ne ho vista poca, di sassi tanti. Con questa cosa,
ora, le ho viste davvero tutte". Braglia, se necessario, ci mette
sempre la faccia. Ecco perché ha il rispetto dei suoi uomini. E non
solo di loro.
Sulla gara contro la Juve Stabia, ormai alle spalle,
l'allenatore rossonero non ha ancora digerito del tutto il pari:
"Rimane il rammarico perché nel primo tempo abbiamo fatto una buona
partita, costruendo quattro palle gol e vedendoci negare un altro
rigore. Poi, nel secondo tempo, siamo calati, forse si era speso troppo
e loro si chiudevano tantissimo. Ero convinto che inserendo Nielsen si
sarebbe guadagnato in imprevedibilità e movimento, ma così non è stato.
Non è riuscito a muoversi come spesso fa in allenamento. Io le
occasioni le do, sta a loro saperle sfruttare, altrimenti...".
Braglia, comunque, riconosce che alcuni dei suoi uomini sono
forse sottotono: "E' vero, 3-4 di loro hanno fatto fatica. Ma dopo la
sosta non si sa mai cosa ci aspetta. Mi consola che l'identità della
squadra c'è. Semmai manchiamo in cattiveria sotto porta. Quella, però,
la devi avere dentro, è innata, per quanto si possa cercare di
migliorare e sperare che prima o poi ci sia il salto di qualità e le
occasioni si sfruttino al meglio".
Un'occhiata al campionato, infine, dopo il pari nel posticipo di
una Salernitana sempre più in difficoltà: "Siamo in una fase in cui
nessuno può perdere. Guardate anche la Juve Stabia come si è schierata
qui, imbottita di difensori. In ogni caso complimenti al Lanciano che
gioca al calcio. Bravi davvero. Che succederà? E' tutto aperto. Per
tutti. Compreso il Perugia che nelle prossime cinque gare, molte delle
quali sono scontri diretti, saprà che destino l'attende. In questo mese
ci sarà la resa dei conti". Lui, Piero Braglia, di conti in sospeso non
ne vuole sapere.
Fabrizio Vincenti