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Il curatore fallimentare Murri tira diritto: "Nessuna prova dell'acquisto da parte di terzi del marchio, non risulta dalla contabilitā e lo stesso Covilli Faggioli me lo ha smentito"

18/05/2012 18:13

Andrea Murri, il curatore fallimentare della Lucchese Libertas, è più che tranquillo. Da quasi 30 anni si occupa di procedure fallimentari e, lo ammette lui stesso, ne ha viste di tutti i colori. Il suo programma che prevede la messa in vendita del ramo di azienda relativo al marchio e nome va avanti a tutta velocità. Come del resto aveva annunciato nei mesi scorsi. La presunta acquisizione effettuata da Marco Affatigato non lo tocca. L'asta ci sarà.

"Quanto mettiamo all'asta il 6 giugno, cercando come ho sempre detto di velocizzare i tempi per agevolare eventuali acquirenti in vista della prossima stagione calcistica, è di proprietà della Lucchese Libertas e, allo stato dei fatti, non ci sono elementi concreti per sostenere il contrario".

E l'acquisto effettuato nei mesi scorsi da Marco Affatigato?
"Dalla poca documentazione contabile giunta in mio possesso non risultano versamenti e l'episodio non è confermato nemmeno dal liquidatore della società".

Dunque Covilli Faggioli, liquidatore della Lucchese Libertas, sostiene di non aver ceduto il marchio ad Affatigato?
"Così mi ha detto e fatto scrivere dal suo legale. Affatigato pare sostenga una posizione diversa. Ripeto, la questione non si pone: la titolarità di un diritto di proprietà va provata, se qualcuno è in grado di farlo, si faccia avanti. Al punto in cui stiamo non c'è nemmeno spazio per un'azione revocatoria: revocatoria di cosa?".

Mi scusi, ma allora come mai l'associazione Lucchese Libertas, di cui fa parte lo stesso Marco Affatigato, fa regolarmente uso del marchio?
"Al momento non è una questione che abbiamo ancora affrontato, c'erano altre priorità, tra cui, appunto, quella di fissare l'asta per un ramo di azienda che, ripeto, è in capo alla Lucchese Libertas e il tribunale ha ritenuto dover mettere all'asta".

Perché avete fissato un prezzo complessivo di circa 28 mila euro, attrezzatura compresa?
"E' uan decisione che è scaturita da una valutazione mia e degli altri organi competenti: non ci sembrava il caso di spendere altri soldi per una perizia dopo che ne era stata fatta una solo pochi anni addietro. Ci siamo limitati a decurtare del 30 per cento il prezzo, anche per mettere in condizione gli eventuali compratori di arrivare ad un acquisto".

E se non si presentasse nessuno all'asta del 6 giugno?
"Ne fisseremmo un'altra nel giro di circa un mese, quello che deve essere certo è che il compratore o i compratori non hanno nulla da temere riguardo a strascichi legali: chi comprerà il marchio, allo stato dei fatti, ne avrà la titolarità".

Fabrizio Vincenti

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