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Ritorno al futuro: sulla panchina rossonera ecco Luciano Bruni: "Ho voglia di riscatto e l'entusiasmo giusto per questa piazza importante"
12/06/2012 17:09
Ha con sè la sincerità della gente di mare e tanta voglia di riscatto. Luciano Bruni, neo allenatore rossonero, torna a Lucca dopo venti anni. Ne è passata di acqua sotto i ponti (e di vicissitudini calcistiche cittadine) da quando il centrocampista dai piedi buoni, con all'attivo l'indimenticabile scudetto con l'Hellas Verona, si presentò al Porta Elisa. Sulla panchina c'era Corrado Orrico, che, parole di Bruni, lo ricevette nello spogliatoio con la sua solita rudezza e il mitico ombrello verde da pastore fra le mani: "Non giochi mai, ti hanno voluto Vitale e Maestrelli, ma per me non giochi". Bruni, invece, in un anno e mezzo in rossonero, di presenze ne raccolse ben 34. E illuminò il gioco della Lucchese grazie al suo senso tattico e ai suoi piedi.
Ora torna a Lucca nelle vesti di allenatore, con nessun capello ma con un curriculum che sembra fatto apposta per andare incontro all'esigenza di gestire giovani secondo i desiderata di Bruno Russo: Bruni si è seduto, con ottimi risultati, sulle panchine delle Primavere di Piacenza, Juventus (con cui ha vinto il torneo di Viareggio) e Sampdoria. Poi un anno di stop che gli brucia e dal quale vuole riscattarsi.
"Quando mi ha cercato Russo, che conosco dai tempi in cui giocavo, ho capito che era una opportunità da cogliere con entusiasmo. Solo vedere tutti questi giornalisti e fotografi oggi ti dà la dimensione di come Lucca non sia una piazza da campionati dilettanti. Sembra di essere in B più che in D, e questo anche chi arriverà o rimarrà dovrà tenerlo sempre bene a mente. La Lucchese ha un passato illustre e progetti per l'avvenire. Ora starà a noi mettersi di buona lena al lavoro. Il contratto? Diciamo che è giornaliero, nel senso che si deve tutti i giorni guadagnarsi il pane".
Bruni ha esperienza e intelligenza per non nascondersi dietro un dito: "Le aspettative di una società come la Lucchese non possono che essere quelle di arrivare alla promozione. Poi, chiaro, ci sono tante componenti e dunque dovremo fare le cose nella maniera giusta. Che tipo di allenatore sono? Cattivo...A parte tutto, cerco sempre di essere equilibrato, per fare bene serve un buon rapporto e unità d'intenti per avere una sinergia con tutte le componenti che compongono una società calcistica. Oltre ai risultati, però, speriamo di migliorare i ragazzi: Lucca deve diventare un punto di partenza per tutti. La serie D? Non la conosco abbastanza, ma si gioca in undici e con un pallone anche lì. Dovremo interpretare il calcio di quella categoria ma, possibilmente, giocare bene, anche nell'interesse di chi viene allo stadio".
Niente dogmi tattici per il neo tecnico: "Va visto chi c'è e chi arriverà, dobbiamo partire dalle caratteristiche dei singoli a disposizione e non è mia abitudine stravolgere il lavoro di chi mi ha preceduto, semmai provare a migliorarlo. In ogni caso, nessun dogma, sono elastico. Quanto ai nomi, ci penserà Russo, io, al limite, posso segnalare qualche giovane delle squadre Primavera".
Fabrizio Vincenti