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Braglia: "A questo punto non ci dobbiamo più chiedere se siamo in casa o fuori, ma pensare solo a vincere"

25/03/2008 16:50

Piero Braglia la Pasqua l'ha passata in famiglia, ma è più che probabile che qualche pensiero alla Lucchese anche in questi giorni di festa lo abbia fatto. A vedere da come è ben informato sulla classifica, sui trends delle squadre, sui calendari che attendono tutte le formazioni invischiate nella lotta promozione si direbbe proprio di sì. La vittoria all'ultimo tuffo sul Potenza ha fatto lievitare le speranze su questo finale di campionato: "Siamo onesti: non possiamo parlare di Lucchese in lotta per il primo posto alla vigilia di tre gare determinanti. Ora non è possibile. Certo, se alla fine di questi tre scontri diretti le cose fossero andate bene ci potrebbe stare tutto. Ma ora no, dobbiamo prima vedere come ne usciremo. Mentre non credo che in ogni caso si tratterà di gare decisive per restare o meno nel gruppo dei play off. Per quello avremmo comunque ancora qualche cartuccia da sparare nelle rimanenti partite. Una cosa è certa: non dovremo più chiedersi se siamo in casa o in trasferta. Dovremo provare a vincere sempre. In ogni caso, saremo noi stessi artefici del nostro destino. E questo è un traguardo che ci siamo creati con l'impegno. Non dobbiamo sperare nei risultati falsi di qualcuno, ma soltanto giocare come sappiamo".

A partire da domenica prossima a Arezzo? "Che squadra siano gli amaranto basta vedere la loro campagna acquisti di gennaio dove si sono rinforzati come nessuno. E' uno scontro diretto in pieno regola e noi dovremo fare una grande partita se vogliamo fare bene. Poi, se saranno più bravi batteremo loro le mani".

Sul campionato, sempre più un rebus con soluzioni multiple, Braglia dice la sua:"Per nessuno è facile, a partire dalla Salernitana che domenica ha una gara apparentemente abbordabile con il Martina, ma è chiaro che per la particolare situazione in cui si trovano i granata se non dovessero sbloccare subito la partita persino questo match potrebbe essere pericoloso. In ogni caso, la domenica successiva troveranno l'Ancona, il campionato, insomma, è aperto. Per quanto ci riguarda, nelle ultime dieci domeniche del girone di andata abbiamo avuto il migliore rendimento delle squadre che stanno davanti. Ovvio che se riuscissimo a ripetere quel ruolino in questa parte finale del torneo, beh allora...".

Sulla gara, ormai alle spalle, contro il Potenza solo una battuta e poco più, quasi una riflessione filosofica su quanto contino le vittorie ma anche - e soprattutto - le sconfitte: "Vincere è sempre bello, a prescindere che sia all'ultimo minuto. I problemi, semmai, nascono quando si debbono analizzare le sconfitte. Eppure è proprio da queste ultime che si impara di più. Molto spesso si vincono gare striminzite e si va avanti senza riflettere sui limiti e sulle cose da migliorare. Poi, i problemi vengono fuori tutti insieme e sono dolori. Ecco perché a volte perdere è utile più che vincere. Per vincere, insomma, bisogna imparare a perdere...Ma vallo spiegare ai dirigenti e ai tifosi!".

A proposito di dirigenti, il pensiero di Braglia va, ancora una volta, al presidente Fouzi: "Ho avuto modo di dirglielo di persona: lui a gennaio ha vinto una battaglia, anche grazie a Giusti, Bellucci e tutti gli altri. Perché sono state tante le persone che gli hanno dato una mano. Lui, a livello anche personale, ha già vinto e se come mi auguro finirà di risolvere tutti i problemi sarà una grande soddisfazione. Da parte nostra possiamo solo continuare a svolgere bene il nostro lavoro".

In accenno, infine, a due giocatori, uno che è rientrato subito alla grande, Morello, l'altro che pare destinato a non trovare spazio nell'undici titolare, Bonatti:"Morello l'ho visto bene e del resto l'ho sempre detto se sta bene gioca. Bonatti? E' sacrificato, lo sappiamo sia io che lui. Ma sappiamo anche che nelle scelte fatte ha un ruolo importante per il futuro. Posso solo aggiungere che mi spiace anche a livello umano perché è tra quelli che mi sta mettendo in maggiore difficoltà al momento delle scelte, ma un giocatore come Chiarini, reduce da un serio infortunio, o lo fai giocare o ha poco senso averlo preso".

Fabrizio Vincenti

 

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