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Morello, un gigante che non molla mai. "Qui non ci stiamo giocando un campionato, ci stiamo giocando la vita"

27/03/2008 13:34

Enrico Morello è un ragazzo di poche parole. Da buon siciliano osserva, valuta e, poi, formula un giudizio che, sovente, è destinato a rimanere privato salvo, poi, adottare un atteggiamenti di rispetto e simpatia, o di indifferenza e antipatia. A Lucca questo roccioso difensore è arrivato con qualche perplessità, ovviamente trattandosi di un ambiente che non conosceva. Tuttavia, gara dopo gara, non soltanto il giocatore si è affezionato a questa città, ma anche ha capito che Lucca e la Lucchese possono essere il trampolino di lancio verso un'esperienza indimenticabile. Aveva iniziato in sordina, con qualche prestazione altalenante e, comunque, in uno stato di forma non eccelso. Poi, a partire da Potenza e dalla gara interna con l'Arezzo, è diventato una bestia, capace di fare reparto da sé e, con Nocentini e Guidi, di mostrare di che pasta sono fatti i giocatori rossoneri. Purtroppo, quando sembrava destinato ad essere il gigante di questa squadra, c'è stato il maledetto infortunio all'Accademia del calcio.

Immaginiamo che ora non indosserai più le scarpette da calcio con i tredici tacchetti sul terreno sintetico?

"Non solo, non giocherò più su campi sintetici se non pere cause di forza maggiore. Questo infortunio al pollice mi ha fatto stare fuori due mesi. E anche ora, ogni tanto, avverto un po' di dolore. Comunque sia sono rientrato, sono felice e mi manca solo la partita. Arriverà anche quella, perché sia chiaro che a questo campionato io ci tengo. Eccome".

Non abbiamo dubbi. Domenica, dopo il gol di cangi, hai esultato in maniera assatanata. Sembravi impazzito.

"E' vero. Mi sono rivisto nelle foto che avete pubblicato sul sito e devi dire che ho la bocca tutta storta dalla gioia e dalla rabbia. E' stata un'emozione fortissima, stavamo pareggiando ingiustamente, poi è arrivato il gol di cangi, è stata come una liberazione. Ero felice, come un bambino".

Vi rendete conto che state facendo cose straordinarie?

"Noi sappiamo benissimo che ci stiamo giocando non un campionato, ma la vita. Non sto esagerando. Il pensieri di poter salire di categoria, di indossare la maglia con su scritto il proprio nome, sono spinte che ci danno la forza per crederci fino in fondo. Siamo un gruppo che non vuole mollare, che ha consapevolezza dei propri mezzi, che vuole arrivare all'obiettivo".

Domenica scorsa, contro il Potenza, avete faticato un po' nel primo tempo.

"Vero anche questo, ma non era facile, sia perché il Potenza non voleva perdere sia perché avevamo il vento contrario. Nella ripresa qualcosa è cambiato, è stato espulso De Cesare, abbiamo spinto di più, c'era il vento a favore, ci abbiamo creduto fino in fondo. Effettivamente ad Arezzo dovremo andare con un altro modo di affrontare la partita".

Ad Arezzo troverete un ambiente ostile e una compagine agguerrita.

"Loro hanno fatto passi in avanti notevoli dopo il mercato di gennaio, ma noi non temiamo nessuno. I nostri tifosi non ci faranno mancare il loro supporto anche ad Arezzo. L'importante sarà il nostro approccio alla partita. Dovremo scendere in campo consapevoli che il pareggio non potrebbe bastare. Dovremo giocare per la vittoria, questa è la verità. Se entriamo per accontentarci, rischiamo di fare la fine di Crotone. Magari, alla fine, un punto potrà anche andare bene, ma dobbiamo iniziare con uno spirito aggressivo".

Al. Gra.

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