Porta Elisa News
Tutte le notizie sulla Lucchese Calcio
Cesaretti, una maglia rossonera trovata per caso, amata da subito
28/03/2008 16:39
Christian Cesaretti, è ormai tre mesi che è tornato nella sua
Lucca. A volte i casi del destino sono davvero strani: lui, che sin da
piccolo per fare calcio a certi livelli è finito a Empoli e non nella
Lucchese, alla fine si è trovato indosso la maglia rossonera.
Qui, ha trovato un allenatore che nel riuscire a far crescere i
giocatori, e prima ancora di essi gli uomini, è maestro.
Da
quando a gennaio ti comunicarono che saresti approdato a Lucca -
dopo la parentesi a San Giovanni - sono passati quasi tre mesi: è
possibile tracciare un primo bilancio?
"Indubbiamente
positivo, molto positivo. Al di là del numero delle partite giocate sto
crescendo. Me ne accorgo sia sul piano caratteriale chesu quello
tecnico. E in questo devo dire che i consigli dell'allenatore stanno
giocando un ruolo importante molto importante".
Proprio mister
Braglia, nei giorni scorsi, di te ha detto "Deve essere più cattivo,
quando imparerà a esserlo può andare lontano. Non gli manca niente per
il resto".
"E' vero, forse da questo punto di vista devo
crescere ancora un po'. Mister Braglia me lo dice sempre anche di
persona. E sono il primo a riconoscere che devo fare di più sotto il
profilo della cattiveria, della convinzione".
Il tuo rapporto con il gol.
"Io
non nasco attaccante, sono solo tre quattro anni che gioco lì
davanti, quindi non mi ritengo un goleador di razza. Sostanzialmente
sono un tipo abbastanza freddo e se mi capita l'occasione cerco di
sfruttarla al meglio, anche se di gol ne faccio pochi. Forse, anche in
questo caso, dovrei essere un po' più convinto".
Mancano poche partite alla fine ormai, che finale di campionato ci attende?
"E'
un torneo ancora bello aperto a tutte le soluzioni e, ovviamente,
questo riguarda prima di tutto la Lucchese. Credo che molto possa
dipendere dalla gara di domenica prossima ad Arezzo. Se veniamo via con
un risultato positivo da lì possiamo dire la nostra anche sul primo
posto".
Chiudi gli occhi e torna indietro nel tempo: ti
immaginavi, quando eri bambino e già giocavi al pallone, di finire un
giorno nella squadra della tua città?
"No, sinceramente non ci avevo mai pensato. Non credevo sarebbe mai successo. Ma è una gran bella sensazione".
Fabrizio Vincenti