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Puccini e Lucca: un rapporto difficile. Intervista a Oriano De Ranieri sul grande compositore lucchese

12/09/2007 08:48

Ormai quella che era una speranza si è trasformata in una felice realtà: la Lucchese ha adottato l'aria pucciniana del "Nessun dorma" come proprio inno per le partite casalinghe. Un riconoscimento ad uno dei più grandi lucchesi del secolo scorso, una occasione per rafforzare il legame tra la squadra, la città e la sua storia. Gazzetta Lucchese ha voluto intervistare uno dei più profondi conoscitori del Maestro Puccini, delle sue opere, della sua vita privata e non, delle vicende che hanno accompagnato dopo la sua morte gli eredi e l'eredità, Oriano De Ranieri, giornalista e saggista.

Domenica al Porta Elisa, prima dell'ingresso in campo delle squadre, sarà eseguito "Nessun dorma" tratto dalla Turandot di Puccini e cantato da Luciano Pavarotti. Un inno per la Lucchese e un omaggio al tenore recentemente scomparso. Anche Lucca si è accorta che Puccini è nato in via Di Poggio?

"Meglio tardi che mai. Della grandezza di Puccini la nostra città si accorge lentamente. Bisogna riflettere come mai il monumento al grande maestro è stato fatto solo nel 1994 a settant'anni dalla morte avvenuta a Bruxelles il 29 novembre del 1924. E poi l'iniziativa non è stata presa dal Comune o dalla Provincia ma dall'associazione industriali e dal Rotary. I trecento milioni di lire sono stati donati dagli industriali che insieme al Rotary hanno fatto eseguire l'opera allo scultore Vito Tongiani. La valorizzazione di Puccini è una grande occasione perduta. Ora si cerca di rimediare, ma è troppo tardi. Torre del Lago da cinquantatrè anni organizza l'ormai famoso festival e ora col nuovo teatro in costruzione penserà a manifestazioni pucciniane non solo estive. Da noi, nonostante tutto, Andrea Colombini, osteggiato, da qualche anno con manifestazioni sta onorando il maestro lucchese".

Altre volte l'aria pucciniana è stata cantata in occasione di eventi sportivi di rilievo ma è la prima volta che una società calcistica, seppure dopo una proposta della Provincia, accoglie questa musica come inno domenicale. Anche a Parma hanno scelto Verdi. Cosa ne pensa?

"Ma Parma onora da sempre Verdi con tutte le iniziative possibili. C'è anche il famoso club formato da 27 personaggi che hanno il nome di ciascuna opera del maestro di Busseto, poi nelle scuole per i ragazzi ogni anno c'è un concorso per tenere viva la sua memoria. Basta andare a Parma e vedere che tutto parla di Verdi a pensare che Puccini si sta sempre di più rivelando un artista dalla sensibilità molto moderna e gli appassionati del compositore lucchese crescono in tutto il mondo ogni anno".

Giacomo Puccini è nato a Lucca, ma con la città ha sempre avuto un rapporto conflittuale. Lei che ha scritto anche un libro sul compositore, può descrivere a grandi linee i passaggi principali di questa difficile relazione?

"Non è facile rispondere a questa domanda. Giacomo da adulto ha sempre avuto un rapporto di amore-odio per la sua città ben giustificato dai fatti. Anzitutto il comune di Lucca non sostenne economicamente gli studi musicale a Milano non ostante le richieste. Non ha fatto nulla quando Giacomo era ricoperto di gloria per onorare i suo antenati soprattutto il padre Michele. Tante promesse per un busto, una statua al genitore ma niente di fatto. Poi la strada per Chiatri dove il maestro aveva una villa chiesta al comune inutilmente. Ma in una città chiusa, secondo me, c'era tanta invidia per un uomo che si era fatto da sé e aveva raggiunto la fama mondiale. E poi c'era la storia di Elvira. Una città codina non poteva tollerare che Giacomo fosse fuggito da Lucca con la moglie di un amico. Il rapporto "ambiguo" tra il compositore e la città è sempre durato. Vennero rappresentate opere del maestro alla sua presenza con feste e riconoscimenti, ma altre opere, contro il desiderio del maestro, non vennero mai rappresentate al Giglio. Dopo la morte del maestro la moglie Elvira e il figlio Antonio decisero di farlo seppellire a Torre del Lago e non a Lucca. Anche questo provocò accese polemiche".

Perché Puccini è famoso in tutto il mondo, ma così pochi sanno che è nato a Lucca e quasi tutti credono sia nato a Torre del Lago?

"E' la conseguenza dell'ostracismo di Lucca. E' logico se per tanti anni nella sua città natale viene ignorato il maestro e invece il maestro da oltre cinquant'anni viene onorato a Torre del Lago la gente è portata a credere che sia questa località ad avergli dato i natali. Del resto a Torre del Lago Giacomo ha vissuto per trent'anni".

Lei è molto amico di Simonetta Puccini la nipote del maestro. Cosa si sta facendo per mantenere viva la sua memoria?

"Simonetta Puccini da anni si batte per fare conoscere sempre di più il nonno. Ha preso tante iniziative, anche personalmente cura la memoria del nonno con la pubblicazione dei "Quaderni Pucciniani". Ma pure Simonetta deve lottare con le invidie e le cattiverie. La Fondazione Puccini, secondo me, in questi anni non ha fatto molto e ha alimentato diverse guerre anche legali con la nipote. Sarebbe bene che tutti lavorassero in armonia per onorare Puccini".

La Turandot un'opera straordinaria. Può raccontarcene la gestazione e la storia?

"Sono stati scritti dei volumi e se ne stanno scrivendo su "Turandot", la principessa di gelo. Simonetta Puccini recentemente parlando di questo capolavoro durante una cena sosteneva che la sofferta creazione di quest'opera lasciata incompiuta ha contribuito ad accelerare i tempi della morte del nonno. Non a caso "Turandot" accompagnò l'ultimo viaggio a Bruxelles del maestro. Al libretto dell'opera si cominciò a lavorare nel 1920, la composizione della partitura ebbe inizio nel 1921 e nel 1924 alla morte del maestro l'opera non era terminata. Su degli abbozzi, su ventitré fogli di appunti compose il finale il maestro Franco Alfano. La principessa della Cina "al tempo delle favole" cede all'amore del principe "Calaf" dopo il sacrificio di Liù. L'opera è stupendamente moderna non a casa alcune sue arie come "Nessun dorma" provocano emozioni intense e servono da sottofondo anche a grandi eventi".

Che cosa può fare a sua avviso, la città per ricordare nel modo più consono i natali di questo personaggio così amato da tutti continenti? Nel 2008 infatti ricorrerà il 150 anniversario della nascita.

"Almeno per questa volta l'appuntamento del 2008 sembra che venga celebrato degnamente. C'è già un programma intenso e di alto livello su cui sta lavorando il comitato pucciniano. Ci saranno rapprentazioni di opere, mostre, senz'altro una fiction con grandi attori e poi tante altre cose. Secondo me si dovrebbe coinvolgere nella manifestazioni anche i vari luoghi pucciniani. Insieme a Mauro Lubrani ho scritto un libro intitolato "Giacomo Puccini luoghi e sentimenti" (edito per i tipi Polistampa ndr) e so cosa vogliono dire per il maestro i vari scenari che hanno accompagnato la sua vita e le sue opere".

Una curiosità: quali erano gli hobby e le passioni di Puccini?

"Puccini amava la caccia e la buona cucina. Era molto moderno aveva una vera passione per le auto che spesso guidava personalmente e per i motoscafi. Aveva il culto dell'amicizia, nei rapporti con gli amici era molto generoso e si lasciava andare con loro anche a confidenze intime. Voleva essere ricambiato e a volte soffriva per qualche "amico infedele". Poi, come è noto, era attratto dal fascino femminile".

Un'ultima domanda: lei ha seguito molto da vicino, come cronista la vicenda dell'eredità pucciniana. A che punto è la querelle? Si è risolto tutto o ci sono ancora dei lati oscuri e pendenti?

"La questione dell'eredità Puccini è lunga e complessa. Sembra in via di risoluzione il contenzioso tra la nipote Simonetta e il comune di Lucca sul possesso della casa natale del maestro tra l'altro chiusa da tempo dopo l'inizio dei lavori di restauro. Simonetta come è noto ha donato la casa alla fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, in pratica con grande generosità l'ha donata alla città. Sembra che la conclusione della querelle sia positiva anche se dopo la sentenza del tribunale di Lucca che assegnava la casa alla nipote la fondazione Puccini aveva fatto ricorso. E poi rimane aperto il contenzioso per il possesso della casa di Viareggio tra lo Stato e il comune di Lucca".

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