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De Simone: "Non possiamo fare come i gamberi. A San Giovanni dobbiamo ripeterci"
17/09/2007 16:54
Mimmo De Simone sta lentamente, ma progressivamente acquisendo la consapevolezza di ciò che la Lucchese e Braglia vogliono da lui e di ciò che lui deve dare a questa squadra. Contro il Martina ha iniziato male, ma ha finito in crescendo. Il tecnico lo stima e sa quanto è importante il suo lavoro: ecco perché lo inserisce sistematicamente dal primo minuto anche se sa benissimo che non è ancora al meglio come condizione fisica. I tre punti del Porta Elisa hanno rappresentato, in vista anche dell’incontro di domenica prossima a San Giovanni Valdarno, una robusta iniezione di fiducia e di entusiasmo. ‘Mi sono accorto – spiega il centrocampista – che, effettivamente, l’entusiasmo è tornato anche tra i tifosi, ma così come non eravamo dei fessi dopo la gara di Ancona, non siamo diventati dei fenomeni adesso. Certo, il risultato e il modo in cui lo abbiamo ottenuto ci confortano. Pensiamo solo a cosa sarebbe accaduto se avessimo pareggiato o, peggio ancora, perso. Saremmo per forza di cose stati costretti a ridimensionarci, con tutto ciò che questo avrebbe significato a livello di piazza e di gruppo. Invece abbiamo vinto, ed è la cosa più importante’.
C'è stata un po' di sofferenza iniziale?
'Vero, i primi venti minuti, ma dopo il gol la squadra si è sciolta e la manovra è divenuta più fluida e abbiamo cominciato a macinare gioco. A quel punto sono venute fuori le nostre individualità, che ci sono e sono sicuramente una componente fondamentale’.
De Simone, però, ha steccato le prime quattro palle che avrebbe voluto toccare. Tanta foga, tanta voglia di fare, ma altrettanta imprecisione.
‘E’ vero, ma questo dipende dal fatto che volevo spaccare il mondo. Purtroppo in questo momento la testa spesso vorrebbe cose che le gambe non riescono ancora a trasformare in realtà sul terreno di gioco. Ne sono cosciente, ma so anche che sto facendo dei piccoli passi in avanti. Non sono stupido, mi rendo conto anch’io che certi meccanismi ancora non funzionano, ma cosa dovrei fare? Purtroppo il mio ginocchio ha bisogno prima di scaldarsi e c’è da considerare che mai come oggi avverto il problema di non aver potuto fare una preparazione normale e adeguata. Ci vorrà un po’ di pazienza, ma arriverò al top anch’io al top della condizione’.
Il mister aveva massacrato alcuni giocatori, pur senza fare nomi, dopo Ancona, ma ieri li ha responsabilizzati come non mai: un po’ bastone e un po’ carota.
‘Questo è il pregio maggiore del nostro allenatore. Io lo conosco bene. Lui vuole che ognuno di noi si assuma delle responsabilità. Ecco perché se da un lato critica duramente, dall’altro concede sempre la possibilità di riscattarci. Braglia è un grande motivatore e un altrettanto profondo conoscitore dell’animo umano. Sa come prenderci e come trarre da ciascuno di noi il massimo’.
Domenica a San Giovanni l’importante è dimostrare il massimo impegno, il risultato è secondario. O no?
‘Non prendiamoci in giro. Non possiamo fare come i gamberi, un passo avanti e due indietro. Se dovessimo finire come ad Ancona, saremmo da capo all’inizio, a dover ricominciare. Invece dovremo confermare quello che di buono si è visto con il Martina, anzi, dovremo migliorarci ancora. In questo campionato, se vogliamo recitare un ruolo da protagonisti, non possiamo permetterci passi falsi. Quindi vietato perdere, anche perché requisito essenziale per andare avanti e centrare gli obiettivi è la continuità delle prestazioni e dei risultati’.