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Masini: "Quest'anno c'č fame di far bene, nei vecchi come nei nuovi "

26/09/2007 17:59

Simone Masini a San Giovanni, al rientro dopo i due turni di stop per squalifica, si è reso protagonista di una prestazione gagliarda al punto di risultare uno dei migliori in campo. Simone è uno che difficilmente sbaglia due gare di fila, i suoi mezzi tecnici sono probabilmente non del tutto sfruttati, se ancora gioca in C1 e non in categorie di maggior prestigio, ma è un ragazzo schietto che dice, senza girarci intorno, come stanno le cose facendosi carico delle proprie responsabilità. Gazzetta Lucchese lo ha intervistato a fine allenamento, in una settimana che si annuncia importante per lui e per la squadra.Mister Braglia ha speso parole importanti per lui nel dopo partita: "Fanno piacere le parole del mio allenatore, ma non siamo a nulla, né io, né la squadra. C'è tanto da migliorare, questa è una stagione molto importante per me e per la società. C'è da lavorare sodo, ecco quello che c'è da fare".

Arriviamo al dunque: Braglia ha proprio detto che solo se lavorerai duro potrai tornare ad essere un giocatore di categoria superiore. Cosa ti è mancato in questi ultimi anni per riuscire a decollare definitivamente? Pensi di avere delle responsabilità?
"Credo nel destino, ma credo anche che ognuno sia artefice del proprio. Se io sono dove sono porto su di me le responsabilità. Probabilmente non sono riuscito a gestire al meglio il momento della mia esplosione. L'anno in cui ho fatto un campionato straordinario ero un ragazzino (era il 2003-04 con alla guida Viscidi ndr) realizzai una decina di reti e una serie di partite ad alto livello. Credevo di essere arrivato e mi sono pure montato un po' la testa. Lo stesso fatto di dover restare in C lo vissi male. Fu un grave errore di presunzione il mio che poi ho pagato anche dopo. Certo, ci furono anche altre cose che hanno contribuito a non farmi decollare - il riferimento è anche alla trattativa per il passaggio definitivo al Cesena -, ma se avessi fatto bene allora non sarei qui a dire certe cose".

Vieni dalle giornate di squalifica: stare fuori carica di più, in vista del rientro, o fa piuttosto perdere il ritmo partita?
"Guarda, il ritmo partita conta relativamente. C' è solo una gran rabbia nello stare fuori e se riesci a canalizzarla in energia e voglia di fare bene la domenica che rientri dai il massimo. Scoccia molto vedere gli altri giocare e sapere che tu non puoi fare nulla per dare un contributo".

La Lucchese ha iniziato a fari spenti, nonostante gli otto punti sono ancora in molti a ritenere che è ben lontana dal suo rendimento ottimale.
"Abbiamo ancora problemi è evidente; soprattutto sotto il profilo del gioco non riusciamo ad esprimerci al meglio, ma io, che ho visto passare parecchi giocatori e allenatori qui a Lucca, posso dirti senza problemi che rispetto agli anni scorsi c'è in tutti più fame, più voglia di far bene, più carattere e più personalità. A partire da chi è rimasto: siamo un gruppo di giocatori che non vogliono assolutamente sbagliare questa stagione, penso a me, a Guidi, a Bonfanti che presto tornerà ad essere determinante, a Giampieretti. Peccato per Magnani, che sfortuna pazzesca".

Sei l'unico sopravvissuto delle quattro punte che iniziarono lo scorso torneo ci fai una carrellata con un pregio e un difetto dei tre attaccanti che avevi al fianco lo scorso anno e dei tre di quest'anno?
" Delle punte di quest'anno non so cosa dire perché siamo da troppo poco tempo insieme. Dei tre "vecchi" posso parlare con maggior cognizione di causa: Toni Carruezzo è Toni, punto. Per me è stato un maestro che mi ha aiutato tanto, una gran persona, oltre che un gran calciatore. Di Gennaro ha una grandissima capacità di tenere la palla e far salire la squadra, forse difetta ancora un po' nella personalità. Coralli, invece, ha gran cinismo e bravura sotto porta, probabilmente perde un po' nei movimenti".

Tu dove vuoi arrivare, come obiettivo personale, in questa stagione? Hai un numero di gol che ti sei prefissato?
"Voglio fare bene, fare prestazione importanti e dare un contributo a questo squadra. E' un campionato sul quale intendo lasciare un segno. Non parlo di gol, quelli contano meno, ma di prestazioni prima di tutto. Devo lavorare, lavorare, lavorare, anche per non ripetere gli errori del passato.".

Domenica che gara sarà? E chi la può decidere per la Lucchese?
"Non ho idea chi può decidere la gara - alla domanda se per caso potrebbe essere lui si lascia andare ad un "magaaari" che è tutto un programma - so però che sarà una gara molto importante per capire che tipo di campionato faremo. Ci misureremo con una delle formazioni più agguerrite e forti del girone non sarà un partita decisiva, siamo appena alla sesta giornata, ma di sicuro ci può aiutare molto a capire chi siamo e a misurare la nostra forza".

A proposito di partite, quale è la gara che ricordi di più con la maglia rossonera?
" Beh - ride amaramente Simone - purtroppo ricordo soprattutto le delusioni che in questi anni non sono certo mancate. Se devo dirne una, dico San Giovanni Valdarno l'anno di Simoni allenatore. A fine gara, avevano appena perso la possibilità di accedere ai play off, c'era una marea di gente che ci applaudiva e ci faceva sentire tutto il suo affetto nonostante l'amarezza provata. Quando ci penso è davvero uno dei ricordi più belli che ho, anche se in una giornata molto triste".

I tifosi, per domenica prossima, si stanno organizzando per tornare a prendervi e "scortarvi" dal ritiro allo stadio; che si prova a stare su un pullman e vedere certe manifestazioni di affetto, al di là della ovvia soddisfazione?
"Il calcio non è solo qualità tecniche, ma anche stimoli e vedere tanta gente che ti sta vicino, che ti incita, di cui percepisci il calore è semplicemente fondamentale. Speriamo siano in tanti, anche allo stadio, perché a noi servono i tifosi per far bene. Eccome se ci servono".

Fabrizio Vincenti

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