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Fouzi Hadj a valanga: "Lascio la Lucchese se continuano le falsitā sul conto della societā. Ho giā avvertito il sindaco"
28/09/2007 15:37
Aveva promesso fuoco e fiamme ed è stato di parola. Il
presidente rossonero Fouzi Hadj, nella conferenza stampa indetta per
fare chiarezza sulla situazione societaria in relazione ad alcuni
articoli pubblicati sulla stampa locale, è stato una furia, non
risparmiando un possibile epilogo drammatico - l'abbandono della
società stessa - se dovesse perdurare un clima, parole sue, di
disinformazione sistematica sui fatti che riguardano la società di
viale Carlo Del Prete.
Fouzi Hadj, visibilmente amareggiato e arrabbiato, ha lasciato
inizialmente la parola al legale della società, l'avvocato Mario
Andreucci, il quale ha ribadito in poche battute la ricostruzione dei
fatti secondo la Lucchese: "Siamo per l'ennesima volta a parlare a
precisare la reale situazione societaria senza che si debba fare
riferimenti a fatti inesistenti: il presidente ha da tempo iniziato
l'opera di risanamento della Lucchese Calcio, al punto da creare le
premesse per la iscrizione al campionato in corso che, sapete bene, non
sarebbe stata possibile senza il rispetto di determinati parametri. Lo
ha fatto allestendo peraltro una squadra competitiva. Nei giorni scorsi
si è compiuto un altro passo di notevole importanza con la nomina del
Consiglio di Amministrazione e dei sindaci revisori". "Questa vicenda
dell'istanza di fallimento - ha continuato il legale del presidente- è
originata da fatti pregressi e può essere sanata solo mettendo a posto
alcuni aspetti tecnici. Ed è su una base tecnica che va vista la
questione: al giudice, entro il 10 di novembre, interessa verificare il
rispetto di alcuni parametri. Per fare questo, naturalmente, serve la
volontà del presidente; che mi pare non possa essere messa in
discussione visti gli sforzi economici compiuti sino ad oggi e che
ammontano a milioni di euro. La questione è tutta qui: non è nemmeno
indispensabile l'intesa con l'ex presidente Grassi. Fondamentale sarà
dimostrare che il bilancio è in regola, che le perdite sono coperte e
che la società sia debitamente capitalizzata. Noi siamo tranquilli
perché la volontà c'è tutta. Semmai mi viene da pensare al fatto che
solo qui si arriva a questa situazione estrema quando un po' ovunque,
in serie C, le società hanno problemi analoghi, giacchè sono tutte
squilibrate nel rapporto costi ricavi".
Fin qui l'avvocato Andreucci, ma che si fosse solo agli inizi era
evidente: Fouzi Hadj, prendendo la parola, è stato durissimo sin dalle
prime battute: "E' la stessa minestra da tre anni. Mi sono stancato di
essere dipinto con colori che non sono i miei. Se in passato non ho
voluto fare polemiche ora è giunto il momento di dire basta. Se i
giornalisti non sanno come stanno le cose è meglio che tacciano. Questa
di scrivere fesserie non è libertà di stampa; ho dato tutto me stesso
in questa avventura e da quest'anno mi sto esponendo in prima persona
nella conduzione. Mi vogliono stancare con questi attacchi diretti alla
mia persona? Bene, - è l'affondo del presidente rossonero - io lascio
tutto se vedo ancora una sola riga di falsità su di me o sulla società.
Il sindaco è già stato avvertito". Fouzi Hadj è un fiume in piena e
continua in un crescendo impetuoso: "Così vedremo se ci sono cordate
pronte a rilevare la società. Ve lo dico io: nessuno. Mi chiedo ma
questa gente vuole il bene della Lucchese? Perché lo fa? Non lo so, ma
per capire cosa c'è dietro ho incaricato una società investigativa di
verificare se ci sono delle ragioni poco chiare dietro una campagna
stampa di questo tipo. Di certo non querelo perché il danno è prima di
tutto dentro di me che lo fanno, ma vorrei che chi scrive avesse il
coraggio di dirmele in faccia: ce l'hanno?". "Perché - continua Fouzi
Hadj - su di me pagine intere e sui guai giudiziari dell'ex presidente
con il falso in bilancio poche righe? Perché? Voglio capire! Alla
presentazione di mister Braglia avevo detto che non ho figli e
figliastri con il mondo dell'informazione ora basta: è una vergogna".
Il discorso, inevitabilmente, finisce dal generale al particolare e
il presidente non si nasconde dietro un dito; brandendo una copia de Il
Tirreno (quella relativa alla notizia della udienza per l'istanza
fallimentare e il rischio di un crac ndr) sbotta: "Non ho nulla contro
Il Tirreno, ma da quando sono arrivato a Lucca questo giornale mi ha
messo sistematicamente al centro di un attacco continuo: sui giovani si
scrive di quelli che sono andati via, ma non su quelli che stanno
crescendo qui, dei tifosi, in 700 a San Giovanni, poche righe. Fosse
avvenuto a Pisa sarebbero state pagine intere. Perché?" Preso dalla
foga il presidente, amareggiato e arrabbiato come non mai, scaglia
lontano la copia del giornale. Il clima si fa pesante, ma Fouzi Hadj va
diritto per la sua strada: "Non sono lucchese, ma voglio più bene io
alla Lucchese di tanti abitanti della città. In molti si scordano che è
un patrimonio di Lucca e fare il suo male vuol dire fare il male della
città. La Lucchese è solo provvisoriamente mia, sarà sempre della
città. Ora tutti insieme si deve pensare a togliere la squadra dalle
sabbie mobili della serie C. Lancio una proposta per far capire quanto
tengo al legame tra squadra e città: il 49 per cento delle azioni di
essa mettiamolo in mano ad una fondazione cittadina. Il 20 per cento
della quota azionaria sarò io a metterla a titolo gratuito. Ma c'è la
volontà in questa città di fare qualcosa? La mia pazienza e anche i
miei soldi hanno un limite". Durissimo l'epilogo perché meglio di ogni
altra affermazione fa trasparire l'amarezza del plenipotenziario
rossonero: "Ho fatto solo un errore: credere alla buonanima di Franco
Scoglio, solo un fesso poteva mettersi in una situazione come questa,
con tutto da rimettere e niente da guadagnare. Se mettevo questi soldi
in Africa in opere di bene avrei fatto molto meglio".
Fabrizio Vincenti