Braglia all'attacco: "O cambia il clima o me ne vado. Basta polemiche. Qui è un manicomio"

02/10/2007 15:13

Martedì con il botto al Porta Elisa. Piero Braglia non ci sta più, questo gioco al massacro che vede intorno alla Lucchese lo ha disgustato e, nell'incontro con i giornalisti, scoppia: "Se avessi saputo che era un manicomio di questo genere non avrei accettato di venire a Lucca, questo è poco, ma sicuro. Ho un contratto di due anni, ma non ho intenzione di restare in un ambiente avvelenato come questo, a prescindere dai risultati. E sapete bene che se le cose non muteranno lo farò, avete visto lo scorso anno come mi sono comportato. Andarmene via ora non lo farò perché non sono un vigliacco, ma due anni così sono impossibili. Qui tutti rimangono male di qualcosa, ora basta davvero. Fiumi di parole spese, invece che per la squadra, per polemiche inutili". "Non passa giorno che si faccia un pasto tranquillo - tuona il mister rossonero - ogni mattina qualcuno tira fuori qualcosa per rompere i coglioni. Non se ne può più, non ho mai chiesto nulla e credo di avere sempre portato rispetto a tutti, trattando tutti al medesimo modo, ma qui devo passare il tempo a rettificare, puntualizzare, leggere ciò che viene detto su di me e la squadra, anziché pensare ad allenarla. Non si può lavorare in questo clima: è un gioco al massacro che non conviene a nessuno, né al presidente, né a Il Tirreno. Perché ricordatevi che le potenziali ci sono tutte e se arrivano i risultati poi sarà dura tenere certi atteggiamenti". Il mister invita a dare uno sfogo a questa situazione che rischia di incancrenirsi irrimediabilmente: "C'è qualcosa che non va? Bene parliamone da uomini, chiariamoci guardandoci in faccia, ma facciamola finita". Sulla fresca interrogazione parlamentare del senatore viareggino Milziade Caprili di Rifondazione Comunista che chiede al ministro dell'interno di verificare l'attuazione dei decreti antiviolenza a Lucca e censura l'esclusione dei cronisti de Il Tirreno dalla sala stampa Braglia non ha, come al solito, peli sulla lingua:"E' da non credere. Cosa ne sa di Lucca questo signore? Caprili come fa ad affermare questo senza sapere nemmeno come stanno le cose (il riferimento è alla rigidissime norme di sicurezza in vigore al Porta Elisa che è tra gli stadi da questo punto di vista meno "tolleranti" ndr)? A me non interessano i colori dei partiti, ma che la gente prima di parlare si documenti ed eviti certe prese di posizione gratuite".
Le note tecniche a questo punto passano in subordine, anche se qualcosa di interessante era stato detto dal mister maremmano che ha sottolineato come siano stati fatti errori nella fase difensiva in occasione di entrambi i gol campani: "Non è la prima volta purtroppo, non è nemmeno ammissibile che oltre a perdere gli avversari di vista nella nostra area di rigore ci si faccia anche  portare via la palla dai piedi dall'attaccante. Di positivo? Qualcosa, ma guai a pensare di aver vinto una gara persa per due a zero. Qui dobbiamo covare rabbia per mostrare subito a San Benedetto che vogliamo recuperare i punti perduti. Certo, a proposito di rabbia, ritornerei sull'arbitro con quella espulsione ingenerosa per Masini e con un calcio di rigore, dopo quattro minuti, su Bertolini grosso come una casa. Dateci quel rigore e vediamo come finisce. Ma nessuno, a partire da me, deve avere alibi quindi niente piagnistei. Sotto con maggior cattiveria, sempre che gli arbitri non ci buttino fuori al primo fallo...".

Fabrizio Vincenti