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Cipolla: 'In campo con il Gallipoli e sabato, con la Berretti, tornerò un po' ragazzino anch'io'

04/10/2007 10:42

Uno può dire quello che vuole, ma quando parli di Giovanni Cipolla, non puoi non renderti conto che di giocatori come lui, in questa maledetta categoria, ce ne sono davvero pochi. Uno come lui, davvero, vale il prezzo del biglietto: per le sue giocate, per il modo in cui accarezza il pallone, per la maniera con la quale tiene la sfera tra i piedi nemmeno avesse un elastico, per quel suo corricchiare indolente che sembra volerti far incavolare ad ogni piè sospinto e che, invece, è un modo di essere e di trovarsi pronto a ripartire, veloce, guizzante, scattante, imprevedibile, come il morso di un serpente che è già arrivato quando ancora non ti sei accorto da dove può essere partito. Il gol con il Martina ne è stata la dimostrazione. Diciamola tutta: una squadra come la Lucchese non può fare a meno di un giocatore come lui e contro la Salernitana, soprattutto in fase conclusiva, ce ne siamo, purtroppo, accorti. Loro avevano Di Napoli, la Lucchese non aveva Cipolla.

Domanda banale: come si sta fuori?

‘Si sta male, poi, soprattutto, una gara importante come quella di domenica contro la Salernitana non volevo perderla. Bisogna stare più attenti a certe cose’.

Braglia ha detto che tu e Masini, sabato, giocherete con la Berretti. Che effetto ti fa?

‘Tornerò un po’ ragazzino, nel senso che troverò, appunto, tutti ragazzini e io stesso, per novanta minuti, tornerò ad esserlo. Il mister ha detto che devo mettere minuti nelle gambe, e ha ragione. Se si va a vedere due gare le ho saltate, altrettante le ho prese di squalifica, per cui, alla fine, ho giocato una partita e mezza. Troppo poco’.

Rientrerai con il Gallipoli, partita ricca di spunti anche polemici per la presenza di tre ex rossoneri in maglia giallorossa.

‘Sarà una gara importante contro una squadra forte che ho visto in televisione contro la Salernitana. Credo che anche loro si troveranno, alla fine, a giocarsela per la promozione, spero anche con noi’.

C’è chi dice che Cipolla non perde una palla e che, soprattutto, non ne spreca. E’ vero?

‘Diciamo che è una mia caratterisica. In serie C, di solito, colui che porta palla è un po’ pemalizzato. Si pressa e si mena anche, per cui i giocatori tecnici come me fanno fatica. Io, in realtà, questo peso non lo avverto e sono riuscito sempre a giocare secondo le mie caratteristiche’.

Gigi Simoni, che di calcio se ne intende, due anni fa disse che uno come Cipolla, in serie C, è sprecato. Perché non sei mai andato in B o in A?

‘E’ una domanda che mi fanno da otto, nove anni. Se non sono arrivato, evidentemente, avrò qualche limite. Non credo caratteriale. Forse la sfortuna. In realtà l’anno scorso sono arrivato in serie B però il Grosseto non mi ha tenuto. Il presidente sapeva che l’allenatore, dopo le prime partite, non sarebbe rimasto, per cui se avesse voluto avrebbe potuto trattenermi. Sono venuto alla Lucchese proprio per vincere il campionato o, comunque, salire in serie B visto che credo ancora che un giocatore come me possa aspirare a calciare i campi di categorie superiori. Non me ne, faccio, però, una malattia’.

Gazzetta Lucchese

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