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Di Gennaro: "Se segno non esulterò. Lucca è rimasta nel mio cuore"
10/10/2007 08:50
"Io ho un grande rispetto per la Lucchese e per il suo
presidente". Francesco Di Gennaro viene a Lucca con il Gallipoli senza
alcun intento polemico. Anzi. Dopo Napoli, Lucca è la città che più gli
è rimasta nel cuore, visto che ci ha anche comprato casa. Se dovesse
segnare, non esulterà e stessa cosa farà Lucas Correa. Anche Lucas,
infatti, ha vissuto alcuni mesi con la maglia rossonera ed è rimasto
legato a questa esperienza. I sentimenti contano anche nel calcio'.
Donato
Di Campli, procuratore dei due ex giocatori rossoneri, sarà a Lucca
sabato sera per poter assistere alla partita del Porta Elisa e salutare
Fouzi Hadj. ‘Quest'anno Francesco - spiega l'avvocato abruzzese - sta
ripetendo la stagione di due anni fa. Il giocatore è in forma,
tranquillo, non ci sono, a Gallipoli, pressioni particolari. Domenica,
però, non potrà non scendere sul terreno di gioco senza emozionarsi. A
Lucca ha lasciato tanti amici'.
Già. Francesco Di Gennaro e Lucas
Correa, due giocatori che la Lucchese ha avuto in organico l'anno
passato e che, a fine stagione, sono stati... ceduti. E, come spesso
accade, stanno facendo meglio, soprattutto il primo, di quanto avevano
concluso durante l'era Pea-Stringara. ‘Non voglio fare polemiche -
spiega Di Gennaro - e poi di quella Lucchese, ormai, ci sono rimasti
solo Bonfanti e qualche altro. A Lucca sono stato benissimo, purtroppo
il secondo anno non ho reso come avrei voluto e questo è il mio più
grande rammarico, perché i tifosi mi hanno sempre voluto bene. Qui a
Gallipoli mi trovo benissimo, l'ambiente è ideale, l'allenatore
altrettanto, non ci sono pressioni particolari. La squadra è forte e lo
ha dimostrato in più di un'occasione. Se segnerò al Porta Elisa non
esulterò, la città mi è rimasta nel cuore e per me queste cose hanno un
valore'. Lunedì con molta probabilità il bomber napoletano e
capocannoniere dell'attuale torneo si fermerà a Lucca per salutare le
persone più care. Con lui dovrebbe restare anche Lucas Correa, atteso
al ristorante Mecenate da Stefano e dalla sua compagna argentina
Soledad. L'occasione per una rimpatriata.
In questi ultimi giorni,
per non dire settimane o, addirittura, mesi, i tifosi rossoneri si sono
più volte chiesti per quale ragione Francesco Di Gennaro sia stato
venduto (il Gallipoli ha acquistato il 50 per cento del valore del
cartellino con diritto di riscatto). Effettivamente l'anno passato, in
particolare durante la gestione Pea-Simoni, il suo rendimento è stato
semplicemente disarmante. Appesantito, mai capace di trovarsi nel punto
giusto al momento giusto, zero gol salvo una sporadica apparizione in
coppa Italia, bersagliato dalle critiche, Di Gennaro ha, però, concluso
la stagione in crescendo, dimostrando a Monza e non soltanto, di essere
tornato quel giocatore ammirato appena pochi mesi prima e seguito da
numerose formazioni di serie B e C. La società, però, ha deciso di
cederlo per tutta una serie di ragioni tra cui la convinzione che
altrove avrebbe potuto ritrovare quella serenità e quegli stimoli che,
forse, aveva smarrito in maglia rossonera. Infiliamoci, anche, una
ragione economica, nel senso che il giocatore ha, comunque, fruttato un
po' di denaro fresco che, di questi tempi, non guasta mai. E non è da
escludere che lo stesso Braglia abbia preferito non rischiare di
trovarsi tra i piedi un centravanti che, al primo errore, sarebbe stato
nuovamente nel mirino della gente.
Di Gennaro ha accettato di buon
grado il trasferimento e, visti i risultati, non deve essersene
pentito. Noi, che in Di Gennaro abbiamo sempre avuto fiducia pur non
risparmiandogli alcunché, delle sue possibilità di riscatto non abbiamo
mai dubitato. E la telefonata che ci fece il giorno prima dell'esordio
con il Gallipoli (una tripletta) ci fece capire che la preparazione
atletica era stata quella giusta e la condizione psico-fisica ottimale.
E' possibile che il ragazzo, dopo la valanga di reti messa a segno con
Lanciano e Lucchese, avesse avuto un anno di appannamento per cause
anche a lui imputabili. Ma sulle sue potenzialità non abbiamo mai avuto
dubbi. E quest'anno, dopo appena sei partite disputate (una era
squalificato), ha già realizzato altrettanti gol. Sarebbe facile, ora,
dire che si poteva prevedere. In realtà lo era anche alcuni mesi fa.
Chi conosce un po' questo ragazzo, sa che nella sua carriera calcistica
ha vissuto momenti in cui, al posto suo, in molti avrebbero appeso le
scarpette al chiodo. Lui, invece, non ha mai mollato. Ecco perché, dopo
una stagione amara come quella di un anno fa, non avrebbe potuto fare
altro che tornare quello di sempre. Semplicemente perché, in caso
contrario, sarebbe scomparso dalle pagine dei giornali. E non solo. Una
questione, quindi, di sopravvivenza. Ma per il bomber del rione Sanità
sono queste le motivazioni che contano. E tornare a Lucca con il
carniere pieno e con il titolo, seppure momentaneo, di capocannoniere
del girone, è una soddisfazione impareggiabile, se non altro verso
tutti coloro che, in tempi neanche tanto lontani, lo avevano giudicato
un fuoco di paglia per non dire peggio.
Gazzetta Lucchese