Porta Elisa News
Tutte le notizie sulla Lucchese Calcio
Beppe Lorenzini: quaranta anni di Lucchese. Senza se e senza ma
11/10/2007 12:36
Dici Giuseppe Lorenzini e,
immediatamente, pensi alla Lucchese.
Il popolare Beppe, quest'anno, festeggia i quarantanni al seguito della
pantera rossonera su ogni campo, con ogni tempo e, soprattutto, a
prescindere dai risultati. Alzi la mano chi non sia mai passato, almeno
una volta, dalla sua edicola in via Fillungo per chiedere informazioni
sulla Lucchese, per sfogarsi per l'ennesima delusione, per festeggiare
le (poche) gioie, per chiedergli un giudizio sull'ultima partita
disputata. Beppe è qualcosa più di un tifoso; è uno di quei lucchesi
che vivono la passione per la squadra in modo viscerale, totale, con i
risultati che finiscono per incidere sull'umore giornaliero: basterebbe
entrare nella sua edicola il lunedì mattina e guardarlo in faccia, o
guardare anche lo sguardo dalla moglie Maida, per capire il risultato
dei rossoneri. Per la Lucchese ha fatto di tutto e ancora oggi
farebbe di tutto.
Beppe, di chi è la colpa di questa "malattia"?
"Direi una serie di motivi: innanzitutto il piacere di andare allo
stadio che per me è sempre stato enorme; poi un gruppo di amici che si
è formato in curva tanti anni fa e che resiste al passare del tempo e
che mi spinge a tornare sempre e comunque allo stadio".
Prima partita e prima trasferta in "carriera"?
"Prima partita una amichevole dei rossoneri contro una
rappresentativa nazionale svedese, ricordo ancora la loro casacca
gialla e che mi ci portò mio padre. Prima trasferta non ci crederai ma
non me la ricordo. Ne ho fatte troppe, come tanti altri di noi,
naturalmente. Non conservo nemmeno i biglietti delle partite, figurati
".
Episodi curiosi legati alle trasferte?
"Una miriade, ma se ne devo scegliere uno scelgo la trasferta di
Leffe nel 2001. Noi eravamo in una posizione di classifica tranquilla,
loro dovevano salvarsi. Allo stadio portammo di tutto: damigiane di
vino, primi, secondi, dolci. Una festa incredibile dentro lo stadio a
cui fecero una capatina pure alcuni giocatori. Bel ricordo davvero. Ora
sarebbe impensabile".
La trasferta più bella e la più pericolosa?
"L'ultima a Pisa la più brutta, troppi problemi, macchine bruciate,
noi divisi in tanti gruppetti che arrivarono sparsi alo stadio. Davvero
una brutta aria. Tra le più belle metto la vittoria a Pisa l'anno di
Lippi in panchina (era il 1992 ndr) e il 2-2 a Palermo al
novantacinquesimo nel 1996, gioie rare per noi lucchesi che in
trasferta raccogliamo da sempre molto poco".
Tra Pisa, Livorno, Firenze e Spezia chi "butti" dalla torre?
"Ti meraviglierò ma ho un ricordo pessimo degli empolesi e ti
rispondo Empoli. Le altre direi che vanno, naturalmente, tutte dietro a
seguire".
Dei tifosi rossoneri chi ricordi con particolare affetto?
"L'elenco è lungo ma lo Scimmiato, il Carina, Quirino e il povero
Piergiorgio, recentemente scomparso, sono parte di quel gruppo di cui
ti dicevo prima e che è, prima di tutto, un gruppo di amici. Questa
gente ha fatto tanto per i colori rossoneri a volte con pochi mezzi, ma
con un entusiasmo incredibile. Poi una citazione è doverosa per il
Puffo, un leader. Curiosi ed eccentrici? Si, qui l'elenco è sterminato:
ti cito solo i casi di chi è venuto in kilt allo stadio oppure vestito
da suora".
Mi pare di capire che, anche per te, le migliori annate della curva sono quelle ormai lontane.
"I tempi degli Ultras e poi dei Panthers Front sono stati
sicuramente i migliori, ma io ricordo delle splendide coreografie anche
l'anno di D'Arrigo spettacoli che, sottolineo, ora non sarebbe più
possibili con le nuove norme antiviolenza".
Veniamo al declino della curva: perché si è prodotto secondo te?
"Innanzitutto per un motivo basilare che a volte si dimentica: a
Lucca non si vince da una vita. E questo non può pesare sulla attuale
freddezza. Poi non c'è stato un adeguato ricambio generazionale.
Infine,le nuove leggi rendono impossibile fare tifo allo stadio. Se i
motivi fossero altri la gente si sarebbe semplicemente spostato dalla
curva alla gradinata, invece è proprio l'entusiasmo e il numero
complessivo dei presenti che sono in calo. Chi ora è in curva fa il
possibile ma non è facile per i motivi che ti ho appena detto".
A proposito di presenze allo stadio: una volta avevi la prevendita dei biglietti e negli anni "buoni" era una coda continua.
" Ti dico solo che i biglietti di curva li finivamo il martedì e che
c'erano le prenotazioni per non restare senza. Altri tempi, ora hai
presente cosa ci vuole per acquistare un biglietto? Anche questo
indubbiamente crea disaffezione".
Cosa ci vuole per riportare i lucchesi al Porta Elisa? Solo i risultati?
"I risultati prima di tutto e poi un maggior coinvolgimento della
città. La società , da questo punto di vista, è forse un po' carente.
Ci vorrebbe un personaggio carismatico che colleghi società, tifosi,
città. Silvio Giusti sta facendo tanto e bene ma non può fare tutto.
Infine sarebbe importante si remasse tutti nella solita direzione,
stampa compresa".
A proposito, stadio vecchio o stadio nuovo?
"La
questione mi lascia abbastanza indifferente. A me piacerebbe restassimo
dove siamo ma importante è che non si creino disagi eccessivi, certo se
si chiude la circonvallazione per partite con trecento paganti...".
Hai accennato alla nuove norme sulla violenza negli stadi sono giuste e qualcosa è da rivedere o c'è molto da rivedere?
" Per me è tutto da rivedere: stanno buttando via il bambino con
l'acqua sporca e uccidendo il calore e il colore degli stadi. Mi devono
spiegare come pensano di creare passione, interesse, amore verso il
calcio in stadi senza striscioni, bandieroni, tamburi, megafoni e
fumogeni che colorano ma non sono certo pericolosi. Siamo arrivati al
punto di non poter indossare nemmeno una maglia con scritto ultras:
sono davvero questi i problemi del calcio e sono queste le soluzioni
per eliminare la violenza?"
Capitolo Lucchese: il gol che ti ha emozionato di più, il giocatore e l'allenatore che porti sempre nel cuore.
"Gol? Ti rispondo di getto: Beppe Folli in rovesciata alla Torres
nel lontano 1984. Quanto all'allenatore, oltre a Orrico impossibile da
dimenticare, ti dico Rumignani. Fece bene e la squadra giocò un buon
calcio. Non gli fu data la possibilità di lavorare con calma. Tra i
giocatori, premesso che ce ne sono troppi, ti faccio un nome solo: Tony
Carruezzo.Per me ha rappresentato davvero tanto".
E della Lucchese di questo anno che mi dici?
" Troppi giocatori nuovi e tutti insieme. Credo manchi ancora la
coesione e probabilmente una punta che faccia la differenza. Ma sono
fiducioso, il campionato è lungo. Se dovessi scommettere su uno dei
nuovi direi De Simone, può fare la differenza e, nonostante una
partenza falsa, uscirà fuori".
Fabrizio Vincenti