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Mauro Briano, dichiarazione d'amore per i colori rossoneri

19/10/2007 12:45

Mauro Briano sette giorni dopo il suo gol, strepitoso, al Gallipoli, e la sua scelta di giocare nonostante il dolore per la scomparsa del padre. Domani mattina la truppa di mister Braglia salperà alla volta della Campania dove affronterà, alle 15 di domenica allo stadio comunale Romeo Menti, le vespe di Eziolino Capuano. Il centrocampista piemontese non è soltanto un calciatore, ma anche un uomo che sa assumersi le proprie responsabilità quando ce n'è bisogno.

Facciamo un passo indietro. Perché la scelta di giocare domenica contro il Gallipoli?

'E' molto semplice. Innanzitutto, dopo quello che mi era successo era utile, per me, rimettermi subito in pista e l'ambiente calcistico aiuta senz'altro di più di quello che avrei avuto a casa dove tutto ricorda mio padre. Poi perché la Lucchese, e non è un eufemismo, aveva bisogno di me. Con De Simone squalificato e Giampieretti ancora non in grado di scendere in campo dal primo minuto e visto che non stiamo nemmeno attraversando un buon momento, ho pensato che se c'era da fare qualcosa quello era il momento giusto. Ho sempre avuto questa filosofia le volte in cui è capitata la medesima cosa ai miei compagni e così, questa volta che è successo a me, ho pensato di fare la stessa cosa'.

Poi c'è stato il gol e la successiva apoteosi.

'Sono andato a rubare la palla a Correa, proprio come ci aveva chiesto il mister: essere molto aggressivi per limitare la loro qualità. Ho visto il portiere che era in una posizione che se avessi calciato forte avrebbe magari respinto in calcio d'angolo, così mi sono detto che l'unico modo per fare gol era provare a fargli passare la palla sopra la testa. Così ho calciato e mi è andata bene. Ai miei compagni ho raccontato che dodici anni fa, durante una finale del torneo di Viareggio giocata proprio qua a Lucca, al Porta Elisa,Torino contro Fiorentina, io, che ero il capitano dei granata, feci lo stesso tiro e la palla andò asbattere contro l'incrocio dei pali della stessa porta in cui questa volta ho segnato'.

Cosa hai provato dopo il gol?

'In quel momento lì ho pensato a tutto, non solo a mio padre. Il cervello viaggia così veloce che non hai il tempo di pensare. Poi la grande soddisfazione, la gioia dei compagni, eravamo a fine primo tempo ed era il gol del due a zero'.

Domenica a Castellammare di Stabia un'altra partita difficile.

'Dobbiamo ripeterci, anche perché vogliamo risalire la china alla svelta e tornare nei posti che ci competono. Sarà una partita difficile, anche per il campo sintetico dove io e qualche altro non abbiamo mai giocato. Noi, però, siamo consapevoli della nostra forza e andiamo a giocarcela per vincere'.

Cos'è che non è andato fino ad ora?

'Forse aver dato tutto troppo per scontato. Si sono presi buoni giocatori, il miglior tecnico in circolazione e si è creduto che tutto sarebbe dovuto arrivare di conseguenza. Invece non è così. Sarebbe troppo semplice. I giocatori, quelli che la stagione precedente hanno vinto il campionato o sono stati straordinari, hanno il problema di doversi ripetere e ci vuole tempo e pazienza'.

Gazzetta Lucchese

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