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Capuano il gladiatore: "Domenica sarā come Davide contro Golia"

18/10/2007 10:11

Chi non ricorda, è roba di alcuni mesi fa, la storia di Ezio Capuano, il vulcanico allenatore dello Juve Stabia che solo per un soffio non sbarcò in terra lucchese per sedersi sulla panchina ora occupata da Piero Braglia? Non tutti, probabilmente. E anche chi rammenta quel titolone apparso sulla prima pagina di un quotidiano locale 'Ezio Capuano è il nuovo allenatore della Lucchese' si sarà forse domandato come mai, quello che sembrava un matrimonio annunciato, si risolse in una clamorosa e altrettanto sensazionale separazione. Facciamo un passo indietro. Il fallimento nella passata stagione e la mancata acquisizione dei play-off aveva già fatto capire che per Paolo Stringara non ci sarebbe stato futuro. Fouzi Hadj aveva, presumibilmente, già pensato a Piero Braglia, nonostante dopo lo scontro di San Giovanni Valdarno e i palloni spariti avesse manifestato qualche perplessità. Fabrizio De Poli, il siluratore di Fulvio Pea, colui che era stato chiamato a risollevare le sorti della compagine rossonera, la persona che aveva voluto Stringara e che, alla fine, aveva dovuto prendere atto dell'ennesimo passo falso, individuò, coadiuvato dal suo amico e braccio destro Michele Ciccone, la figura di Eziolino Capuano, un allenatore sanguigno e caparbio che, a Castellammare di Stabia, aveva dimostrato di poter fare bene piazzandosi al sesto posto del girone B della serie C. Capuano fu traghettato a casa del presidente Hadj, ma, a quanto pare, non lo entusiasmò più di tanto. De Poli, al contrario, lo avrebbe fatto firmare subito, anche perché non aveva grandi pretese economiche, ma il sogno di potersi misurare con una realtà calcistica a lui pressoché sconosciuta, quello sì. Accadde, poi, l'imponderabile. Qualcuno, di cui non si è mai saputo il nome, fece pervenire sul tavolo del presidente Hadj una serie di fax contenenti i provvedimenti disciplinari a carico di Ezio Capuano, compreso il rischio di una grossa squalifica per una vicenda di qualche anno prima che, poi, puntualmente avvenne per sei mesi fino al 31 dicembre. Fouzi Hadj, a questo punto, ruppe gli indugi: chiamò De Poli e bocciò Capuano, ma il primo, che aveva avuto uno scontro con Silvio Giusti, finì per trovarsi ancora di più isolato e preferì cedere il passo, invero con una onestà di comportamento e una classe che nessuno gli può disconoscere: non una parola, né una polemica. Finì, così, miseramente il sogno di Capuano, il tecnico che era stato redarguito e multato per aver saltato sull'auto di un tifoso avversario al termine di un derby vinto dalla propria squadra, l'allenatore che fa scendere in campo le vespe giallonere accompagnate dalla musica del film 'Il Gladiatore' di Ridley Scott.

Mister Capuano, come va?

'Abbastanza bene. La mia, tornare, cioè, alla Juve Stabia, è stata una scelta di cuore dopo il grandissimo campionato dell'anno scorso. La società era in una situazione di difficoltà, con la più giovane squadra d'Italia come organico insieme, probabilmente, al Manfredonia, così sono venuto a dare una mano, un compito molto arduo, però devo dire che abbiamo pareggiato quattro volte e che per tre volte avremmo meritato di vincere, compresa domenica a Lanciano dove abbiamo preso un palo interno e sbagliato anche un rigore. Se ci dovessimo salvare sarebbe un miracolo e io ci credo. Dobbiamo restare attaccati al carro fino a gennaio per poi intervenite in maniera massiccia sul mercato'.

Lei è un uomo da 'Mission Impossible'.

'Ne ho fatte tante nella mia vita, ma questa scelta è stata dettata dal cuore e un po' anche per via di questa squalifica che mi ha colpito nel momento forse più importante della mia carriera per aver violato una calausola compromissoria mentre nel calcio si fanno tante nefandezze e nessuno paga. Passerà anche questa, del resto è quasi finita, il 31 dicembre è vicino'.

Arriva la Lucchese e si porta dietro qualche ricordo.

'Sono stato l'allenatore in pectore dei rossoneri per qualche periodo, ho conosciuto anche il presidente che è una persona perbenissimo, sono stato a casa sua, la squadra è allenata da un tecnico tra i più forti della categoria, domenica sarà un po' come Davide contro Golia. Noi, inoltre, abbiamo anche delle assenze importanti come Baclet, Gritti e Comsi squalificato, Marino fuori, qualche infortunato. Però mai fasciarsi la testa e mai cercare alibi'.

Cosa vuol dire per un salernitano aver allenato sempre al Sud e mai al Nord?

'Tanti allenatori del Nord arrivano al Sud. Secondo me c'è anche qualche pregiudizio. Pochissimi, infatti, sono gli allenatori del sud che lavorano al nord. Io, comunque, penso di essere ancora molto giovane. Ritengo che il calcio a livello di visibilità sia da Roma in su, anche se non è giusto. E' come se qui fossimo visti con un occhio tutto particolare, ma non è vero, ci sono ottimi tecnici'.

C'è un desiderio che vorrebbe vedere realizzato?

'Il mio desiderio è quello di potermi confrontare giorno dopo giorno con la realtà. Avevo il desiderio di costruire una splendida famiglia e ci sono riuscito. Più che un desiderio, forse, ho un rammarico: quello di essere ancora in C1 dopo aver fatto tantissimo'.

I suoi giocatori entrano in campo con la musica del Gladiatore.

'Come a Lucca entrano con il Vincerò di Puccini, noi entriamo con il Gladiatore. La colonna sonora la scelsi io l'anno passato e ci portò bene'.

Al. Gra.

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