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Di Gennaro, un cuore diviso a metā
19/11/2007 11:14
Napoli, rione Sanità. E' questo il regno di Ciccio Di Gennaro, bomber del campionato di serie C1 girone B, excentravanti della Lucchese targata Gigi Simoni, Fulvio Pea e Paolo Stringara. La sosta nel campionato a causa degli incidenti di Roma gli ha consentito di fare ritorno, sia pure solo per un paio di giorni, a casa, dove ad attenderlo ha trovato la sorella Raffaella, papà gaetano e mamma Maria. 'Quando sono a Napoli - racconta Di Gennaro - me ne vado in giro su questo scooter, un Liberty 250. Il casco? Io lo metto quasi sempre, ma qui a Napoli è un po' un optional. Questa è casa mia, io qui sono cresciuto e anche se mi rendo conto perfettamente di ciò che va e che non va, la mia terra è Napoli. Sono andato via da casa quando aveva 15 anni, il nostro è un ambiente non proprio edificante, dove girano i soldi e regna l'invidia, ma noi giocatori lo accettiamo perché siamo consapevoli che è il nostro lavoro e che solo in questo modo possiamo raggiungere un certo livello di tranquillità'.
A Gallipoli per risorgere.
'E' vero. Eppure qualcuno mi diceva che andavo allo sporofondo Sud. In realtà la società e il presidente Barba sono straordinari, gente seria. Nessun problema, l'ambiente è caldo, è la mia gente, io al sud mi sento di casa. Quest'anno ho già segnato otto gol in undici partite. Ci sono anni, come due stagioni fa, dove la palla entra anche se la prendi con le mani, stagioni dove tutto ti va benissimo. E stagioni, invece, come quella dell'anno scorso a Lucca, non me ne andava bene una. Forse ho sbagliato anch'io, ma cambiare aria è stato un bene, per me e per la Lucchese'.
Ora si è fatto avanti anche Flavio Briatore.
'Pare proprio di sì, ma non so se il presidente Barba mi lascerà andare via. Io, certamente, voglio o la serie B in Italia o l'Inghilterra. Sento di essere pronto per nuovi palcoscenici. L'aspetto economico? Sarei un ipocrita se dicessi che non mi interessa'.
Si parla di 400 mila euro netti a stagione solo di ingaggio.
'Parole, ma se non seguono i fatti servono a poco. E' ovvio che a quelle cifre non si può dire di no. Inoltre mio fratello Alessandro vive e lavora a Londra, sarei in qualche modo di casa'.
Il Queen's Park Rangers ha fatto una proposta?
'Credo ci siano stati contatti tra Flavio Briatore e il mio procuratore, Donato Di Campli, ma di più non so'.
A Lucca hai comprato casa, in viale Castracani. Ci abita tua sorella che ha scelto di trasferirsi definitivamente lì, un giorno anche la tua famiglia potrebbe spostarsi. Perché questo amore per questa città?
'Io a Lucca mi sono trovato benissimo, non hai idea di quanta gente abbia conosciuto e quanta ancora oggi mi chiami. Proprio ieri ho ricevuto un bel messaggio da un tifoso rossonero, Pacini, che voglio personalmente ringraziare. Mi dispiace solo essere andato via senza aver dimostrato quello che valgo veramente. Quanto alla casa, Lucca è una bellissima città, ideale per vivere, ma la mia ragazza abita a Pescara e non è detto che, a carriera finita, non mi trasferisca là. Certamente ora è presto per dirlo. Ci saranno ancora una decina di anni in giro per l'Italia, non è semplice, ma è il lavoro che mi piace e l'unico che so fare, quindi, non avverto particolari sacrifici'.
Cosa vuol dire Napoli per te?
'Napoli vuol dire il luogo dove sono nato e cresciuto, dove vivono gli amici, quelli veri, quelli che mi vogliono bene non perché sono diventato un calciatore, ma perché sono Francesco Di Gennaro sempre e comunque. A Gallipoli, in occasione di un mio gol, in rtribuna c'erano mio fratello e Ciro, l'amico di una vita. Quando ho segnato, li ho letteralmente visti camminare sopra la testa della gente che esultava per venire alla rete e salutarmi. Napoli vuol dire tante cose, anche essere amico di tutti quegli amici meno fortunati di me'.
C'è chi dice che a Napoli si vive e si muore con la stessa facilità.
'Napoli è fatta così. Io ho visto cose nel mio quartiere e in quelli limitrofi che farebbero accapponare la pelle, ma è così. Qui c'è gente che vive senza regole, al di fuori della legge, ma anche gente onesta, generosa. Certo, quando viene qualche amico a trovarmi, preferisco andarlo a prendere all'uscita di Capodimonte sulla tangenziale perché arrivare fino qui senza subire danni non è facile. Può anche succedere che qualcuno decida di seguirti, magari si accorge che hai l'auto con una targa di fuori, aspettano che tu esca dall'abitacolo, ti rapinano dell'orologio.Per noi che siamo nati e vissuti qua è diverso. Mia madre quando scende in strada non ha paura, ma sicuramente toglie tutto ciò che può costituire motivo di scippo, a cominciare dalla borsetta. Lo so che non è bello, ma ci si abitua'.
Cos'è l'amicizia per Di Gennaro?
'E' un valore molto importante. L'amicizia vera, però. Se un mio amico ha bisogno di una mano io ci sono, in tutti i sensi. Io, del resto, sono stato più fortunato di tanti ragazzi che, invece del pallone, sono finiti in galera e qualcuno è anche morto. Io, se posso, aiuto chi è stato meno fortunato di me. Questo vale anche per la famiglia. La famiglia, per me, è tutto. Io non sarei niente senza di loro'.
Gazzetta Lucchese