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Riccardo Bolzan, un guerriero che crede nel suo allenatore

05/12/2007 12:02

Dopo la prima giornata con il Crotone, nel corso della quale era rimasto in panchina, Riccardo Bolzan aveva infilato una serie di partite da titolare, non brillando, magari, come da lui ci si aspettava, ma nemmeno demeritando più di tanto; un inizio, tutto sommato, senza infamia e senza lode. Tuttavia, dopo la maledetta gara con la Massese, il biondo difensore friulano è stato sostituito, più che degnamente, da Renzetti.

Dopo una serie di partite giocate in pianta stabile da titolare, ti è stato concesso un po' di riposo. Come l'hai presa?

'E' chiaro che non fa piacere a nessuno stare fuori, però bisogna anche essere obiettivi nel dire che da quando sono stati fatti alcuni cambiamenti all'interno dell'undici titolare, i risultati sono migliorati e fanno bene a tutti'.

E' un'autocritica?

'No, è semplicemente una constatazione. Quando si va ad analizzare dei numeri bisogna essere obiettivi. Mi è dispiaciuto che all'inizio, quando sono stato impiegato, ci siano state quattro sconfitte in dieci partite. Non è che, però, prima giocava una squadra e ora ne gioca un'altra. E' sempre la stessa Lucchese che, al suo interno, ha una giusta concorrenza. Evidentemente chi sta andando in campo sta fornendo un rendimento più che buono'.

Perché, secondo te, è stato necessario procedere a questi cambiamenti così massicci?

'E' chiaro che quando i risultati non vengono o, magari, chi gioca non fornisce una prestazione all'altezza, chi sta fuori si sente più motivato perché sa che di lì a poco possono arrivare occasioni importanti. E' di molti allenatori tentare una svolta quando le cose non vanno bene. E' molto più facile dare una svolta sostituendo qualche giocatore che andare a cambiare un'intera squadra'.

Lo spogliatoio, tuttavia, sembra diviso in due: da una parte chi crede e lo dimostra con entusiasmo dentro e fuori dal campo, in questo progetto e chi, invece, ha già fatto capire che a gennaio vorrebbe andarsene. Cosa ne pensi?

'La risposta che ti dico è che non parlo di gruppo diviso, per tutta una serie di motivi. Credo, soltanto, che quando formi una squadra di 22 titolari con gente che, all'inizio, si gioca il posto senza gerarchie, è ovvio che, poi, se viene poco utilizzata reagisce in maniera diversa. La salute di un gruppo si vede certamente anche quando, negli allenamenti e anche fuori dal campo, dimostra di essere compatto e si comporta allo stesso modo'.

Tu conosci Piero Braglia da tre anni. Che impressione ti sei fatto?

'E' una persona molto schietta che non gira attorno alle cose. E' una persona che sotto l'aspetto caratteriale ti dà molto e cerca di trasmetterti quel temperamento che lui ha di suo e che, immagino, avrà avuto da giocatore'.

Non credi che sia particolarmente attento anche all'uomo oltre che al giocatore?

'Sì, è uno che nota tante cose dentro e fuori dal campo prima di dare una valutazione sul lato umano di un giocatore. Poi è chiaro che sta molto anche nel capirlo perché può avere, a volte, dei modi bruschi che a caldo non possono piacere, ma che, poi, quando lo capisci ti accorgi che è disposto a darti molto. E' un allenatore molto umile che non ho mai sentito parlare da professore. Tecnicamente non credo si senta superiore ai suoi colleghi di categoria anche se è uno dei più gettonati, se non il più accreditato. Una delle sue caratteristiche non è, certamente , la presunzione'.

Domenica c'è la Pistoiese e, poi, il Taranto in casa mercoledì. Il presidente ha detto, dopo la vittoria con il Sorrento, che l'anno scorso la Lucchese girò a quota 27. Pensi che potrebbe ripetersi?

'Io penso che la quota 27 sia un obiettivo alla nostra portata anche per lo stato di forma attuale. Credo che fare quattro punti nelle prossime partite sia possibile, però parlare di tabelle mi sembra azzardato visto che anche un paio di mesi fa lo facevamo e abbiamo visto come, poi, è andata a finire. E' meglio continuare a ragionare di partita in partita come stiamo facendo adesso'.

Che cosa chiede Riccardo Bolzan sotto l'albero di Natale?

'Io mi accontento di cose che, magari, sembrano scontate, ma che alla fine sono le più importanti. La salute prima di tutto, mentale e fisica, poi mi augurerei di non incontrare particolari problemi e, da un punto di vista professionale, vorrei che questa squadra continuasse nel cammino che ha intrapreso da poco, forse con un po' di ritardo, ma non avendo compromesso niente'.

Al. Gra.

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