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Paolo Castelli, il dodicesimo in campo che ama Lucca
11/12/2007 09:31
Paolo Castelli, viene da Cittiglio, in provincia di Varese, e di
quella terra porta la discrezione, la serietà, la certezza che il
lavoro paga. Sempre. Anche quando, come spesso accade a un portiere di
riserva, le occasioni per mettersi in mostra non sono tante. Domenica a
Pistoia ha saputo solo nella mattinata che c'erano concrete possibilità
di un suo utilizzo a causa del problema che aveva colpito il ginocchio
sinistro di Massimo Gazzoli. Ma la conferma è arrivata davvero a poco
dall'inizio del derby con gli arancioni. Lui, non si è certo scomposto:
ce lo siamo visti passare accanto fradicio di acqua nel riscaldamento
prepartita, con lo sguardo concentrato e la mente già tra i pali. Non deve essere facile calarsi al volo nella gara e in quel
ruolo tutto particolare come quello del numero uno.
"Non è facile mantenere la concentrazione, ma è quello che è
richiesto a chi fa il dodicesimo. So che devo essere pronto in ogni
momento e per farlo devo pensare che ogni attimo è quello buono per
entrare in campo. E' una cosa che si acquisisce con il tempo e anche
con le esperienze negative. A Reggio Emilia, anni fa, mi capitò di
entrare in campo dopo soli due minuti, a freddo, inaspettatamente.
Perdemmo tre a due e di quella gara, pur non avendo avuto particolari
colpe sui gol, ricordo l'amaro in bocca di non essere stato del tutto
concentrato, di non essermi calato appieno nella gara. Si cresce molto
con gli errori".
Mister Braglia domenica scorsa ha fatto ti ha fatto i complimenti
proprio perché sa che su di te può contare sempre e ha anche detto che
con Gazzoli avete un rapporto speciale, fatto di collaborazione e di
amicizia.
"Mi dà un grosso stimolo sapere che posso contare sulla
fiducia di tutti, a partire dal mister se c'è bisogno di me è un motivo
in più per fare bene. Con Massimo c'è un rapporto che va oltre il
rispetto e la stima per un collega. Ci frequentiamo anche fuori dal
campo, magari in giro per Lucca per negozi, ed è un vero amico per me.
Nel calcio di rapporti corretti con i colleghi ce ne sono tanti di
amicizie naturalmente un po' meno. Devo dire che anche con Brunner mi
sono trovato bene, un ragazzo eccezionale".
Hai accennato a Lucca, ormai sono due stagioni che ci sei, come ti sei trovato?
"Guarda,
non ho difficoltà a dirtelo: è la città dove sto meglio da quando
faccio questo mestiere. Sarà un problema di chimica, non so, ma mi ci
trovo davvero bene e non è per piaggeria che lo dico. Lo penso davvero
altrimenti avrei evitato. Qui mi trovo a casa".
E sul piano professionale puoi iniziare a tracciare un piccolo bilancio della tua esperienza in rossonero?
"E'
positivo, anche da questo punto di vista mi trovo bene, per l'ambiente,
la società i compagni. Certo, se avessi potuto fare qualche gara in più
lo sarebbero ancora di più. Lo scorso anno in coppa andammo avanti
parecchio e ci furono più occasioni di disputare partite. In ogni caso
sono contento se riesco a giocare ogni tanto, come tutti i miei
compagni che hanno meno occasioni di disputare gare. E' un modo per
sentire che facciamo parte di un unico progetto e che le vittorie sono
di tutti".
Come domenica a Pistoia: hai travolto De Simone dopo il gol, lo hai letteralmente alzato da terra.
"Con
gli arancioni stava diventando una ..tragedia. Poi ci ha pensato Mimmo
a farci ritrovare tre punti che erano meritati. Abbiamo avuto il merito
di non mollare, nonostante tutto. Ora siamo tranquilli ma se non
arrivava il gol... Quei minuti finali ci devono fare riflettere perché
non è la prima volta che abbiamo un calo nei secondi tempi dove pare che ci
sediamo un po' troppo e nel calcio è molto pericoloso farlo. Era già successo
a Potenza, ma anche contro l'Arezzo e il Gallipoli, tanto per fare
qualche esempio. E' un difetto che va assolutamente corretto".
Motta che impressione ti ha fatto? Due gol e almeno altre due palle gol davvero pericolose.
"E'
uno di quei giocatori che fanno male alle difese, basta guardarlo nei
movimenti che esegue per capirlo. Si vede che ha militato in categorie
superiori. Leggo che forse la Pistoiese lo cederà a gennaio, se fosse
così speriamo solo di non trovarlo più davanti in squadre del nostro
girone".
Tu sei uno dei pochi supersiti della formazione dello scorso anno: in cosa sono diverse le due squadre?
"Lo
scorso anno andammo bene sino a Natale, poi sembravamo in balìa delle
onde. Iniziarono a mancare i risultati, si cumularono i problemi e si
finì per perderci per strada. In questa stagione c'è un clima diverso e un
allenatore che ci tiene letteralmente in pugno; è bravissimo sul piano
della gestione delle motivazioni e sa mantenere tutti sotto pressione, a
prescindere dal fatto che si vinca o che si perda. E' lui il valore
aggiunto di questa squadra".
Fabrizio Vincenti