L'intervista
by gazzetta lucchese
Viareggio chiama Sudafrica: i campioni del mondo di Spagna 1982 tornano grazie a Diadora all'hotel Principe di Piemonte. Rassegna fotografica della manifestazione
05/06/2010 10:36
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Ha fatto piangere il Brasile come recita il titolo del suo bel libro ora in edicola distribuito a 3,90 euro dal Nuovo Corriere di Firenze, Lucca e della Versilia, ma il suo sorriso è sempre lo stesso, quello di un ragazzo non più spensierato che, un'estate di 28 anni fa, riuscì a trasformarsi, da brutto anatroccolo che era diventato, in un bellissimo cigno capace di incantare gli oltre centomila spettatori del Nou Camp e del Santiago Bernabeu durante i mondiali del 1982. Lui era ed è rimasto Paolo Rossi, un mito del calcio italiano e non solo. Con lui, ieri mattina all'hotel Principe di Piemonte sulla Passeggiata a Viareggio, alcuni compagni di quella straordinaria avventura in terra iberica: Giancarlo Antognoni, Marco Tardelli e poi Renato Zaccarelli, Mariella Scirea, moglie di Gaetano, Pierluigi Colline. Tra il pubblico un ex azzurro come Chicco Evani, l'ex allenatore di Lucchese e Inter Corrado Orrico. Tutti riuniti sul palco grazie al marchio Diadora che ha voluto sponsorizzare il talk show andato in onda in una splendida giornata di sole nei locali a piano terra dell'albergo in piazza Puccini. Moderatore dell'incontro il giornalista Marco Bernardini affiancato dal collega Enzo Bucchioni. Diadora ha voluto ricordare la grande festa di quella meravigliosa estate e lo ha fatto organizzando questo appuntamento dal titolo emblematico: "Viareggio chiama Sudafrica. I campioni del mondo tornano a dare spettacolo". Ovviamente il richiamo è ai natali viareggini dell'attuale tecnico della Nazionale Marcello Lippi.
Marco Bernardini ha mostrato come, tra giornalisti e calciatori, al di là della necessaria professionalità, può esistere anche qualcosa di più, un'amicizia che va avanti nel tempo anche quando si sono spente le luci dei rilettori. "Sono felice di aver vissuto in quel periodo e di quel calcio - ha detto Rossi - dove il rapporto umano aveva una sua importanza, molto più di quella che ne ha oggi. Capisco, però, che questo aspetto sia inevtabile, poiché quando aumentano gli interessi in gioco, è ovvio che ne risente proprio la dimensione umana. Noi avevamo ancora spazio per valori che non fossero solamente i soldi, non c'erano ancora i diritti Tv, noi siamo appena saliti sul cavallo per poi scendere quasi subito". Dov'è fnito Pablito? ha domandato il moderatore. "E' qui - ha risposto il capocannoniere del Mundial '82 - anche se il calcio non è più la mia vita, resta, comunque, una grande passione e vedere una partita è sempre piacevole. Del resto è stato la nostra vita e non si può far finta di dimenticarlo. Io adesso sto bene, sono sereno, sono uscito dall'ambiente, ma ciò non toglie che vedere una bella partita mi piace eccome". Bernardini ha chiesto a Tardelli se quell'urlo, il magico urlo post-raddoppio nella finale contro la Germania Ovest, lo avesse ripetuto qualche altra volta in questi ultimi trent'anni. L'ex juventino ci ha pensato su un attimo poi ha fatto riferimento al figlio e alla compagna, ovviamente scherzando. Tardelli ha affrontato il calcio all'estero, vivendo lui a Londra ed allenando, con il Trap, l'Irlanda. Dalle sue parole è uscito un quadro senz'altro migliore del nostro, dove lo stress e la violenza non sono di casa come da noi. Antognoni ha 56 anni e non li dimostra. Infatti, più o guardi e, a parte qualche ruga in viso, ti sembra sempre quel ragazzo che, diceva Brera, giocava a pallone guardando le stelle. Il Bell'Antonio ha toccato l'argomento della riconoscenza, mai troppa in un mondo, come quello del pallone, dove prevalgono interessi ed egosimi. Lui no, Giancarlo è stato amato da Firenze come nessun'altro campione e questo perché è stato l'unico a restare sempre in maglia viola. Ha vinto poco, è vero, ma ha ricevuto l'affetto di una città intera. Infine Zaccarelli e Mariella Scirea, il primo a ricordare quello straordinario gol in Argentina, quando l'Italia, sotto di un gol dopo appena 27 secondi nella partita con la Francia, riuscì a recuperare e, poi, a vincere la gara. Mariella Scirea ha voluto raccontare un aneddoto che riguarda il marito Gaetano morto ancora giovane in un incidente stradale in Polonia. "Tornando da Madrid - ha rammentato l'ex parlamentare - con Gaetano acquistammo una bouganvillae che piantammo nella nostra casa al mare. La pianta venne su in maniera magnifica. Poi, improvvisamente, nel 2006 morì. "Ecco - ha detto la vedova Scirea - questa storia era iniziata nel 1982 e un'altra ne ha prso il posto nel 2006 quando l'Italia è tornata nuovamente sul tetto del mondo". Il pubblico ha gradito le rievocazioni, il clima disteso e le rivelazioni di quei giorni. Tra la gente in sala tanta voglia di conoscere e rivivere il tempo che fu.
Aldo Grandi
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